Lettera di Carmel Llera Moravia per Dagospia
Carmen Llera Moravia al cinema a vedere il film Barbie
Da piccola giocavo con archi e frecce, soldati, persino con un trattore. Non ho mai avuto bambole. Potrei definirmi l'anti-Barbie, allora perché sono andata a vedere il film di Greta Gerwig?
Forse perché stimo lei e Noah Baumbach, forse perché non mi era rimasto altro da vedere. Non avevo letto recensioni quindi poteva sorprendermi o deludermi. Non avevo aspettative.
La prima sorpresa è stata trovare una sala quasi piena alle 17, e non erano bambine. Ci voleva coraggio per attraversare la città infuocata da Caronte, in più l'aria condizionata non funzionava.
Poi tutto quel rosa, quella perfezione noiosa di Barbieland, ero tentata di uscire... fine. Invece basta nominare la morte e tutto precipita: piedi piatti, cellulite, crisi esistenziale e cacciata dal paradiso verso il mondo reale.
Non è bello, lo sappiamo. E lo scoprono subito Barbie e Ken. Straordinario Ryan Gosling, più in versione La La Land che Drive. Povero uomo, proverà a far diventare un patriarcato Barbieland senza riuscirci, altro che cambiare la Costituzione!
Brava anche Margot, più credibile che in Babylon. Un po' mi sono divertita, la seconda parte mi è sembrata scontata, banale, quasi sentimentale.
Tornano le donne al potere, tutte le Barbie, trionfa il femminismo, il buonismo, il consumismo?
Mistero
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