Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
dirette social dalla quarantena jova fiorello
Il tempo che stiamo attraversando non ha precedenti nella storia recente e ci sta costringendo a fare i conti con esperienze del tutto inedite, come individui e come società. La tv non fa eccezione e le varie fasi dell' emergenza vissute finora hanno costretto gli editori a ridefinire i loro piani d' azione, mentre le misure restrittive si facevano via via più stringenti: prima la rinuncia al pubblico negli studi, poi alcune redazioni messe in quarantena precauzionale e infine la decisione di sospendere del tutto alcuni programmi in onda per tutelare la sicurezza collettiva.
La crisi Covid-19 ha fatto emergere con forza un fatto che si tende a dimenticare: la tv è (anche) un' industria, con un largo numero di occupati nelle reti e in tutto l' indotto. L' impatto non sarà, probabilmente, solo sulle settimane del lockdown, ma lo s' immagina più a lungo termine, sull' offerta della prossima stagione. A memoria non ricordo nulla di simile, se non forse il massiccio sciopero degli sceneggiatori americani nel 2007-2008.
dirette social dalla quarantena emma
Ma se la tv è costretta a fare dei passi indietro, i social prosperano. Sono mezzi individuali, che non richiedono le classiche strutture dell' industria tv. È un ambiente dove ci si arrangia. Nascono i generi della quarantena social: la cucina va per la maggiore, insieme al fitness e alla musica.
C' è chi ha organizzato un vero e proprio palinsesto quotidiano di dirette social con i vari influencer chiamati all' azione. In questa specie di flusso di coscienza collettivo digitale si mischiano ammirevoli iniziative di beneficienza, occasioni di visibilità, creatività nei nuovi linguaggi, forme di autopromozione. I confini sono sfumati, ma non potrebbe essere altrimenti in questo momento.
Mentre nella casa del Grande Fratello (ormai il luogo più sicuro d' Italia) restano reclusi alcuni presunti vip, larga parte del paese attraverso i social diventa una sorta di Reality di Massa.