“USAVO COCAINA PER NON MANGIARE. ERO INESPERTA E HO CREDUTO A CHI DICEVA CHE NON CREAVA DIPENDENZA” – LA 71ENNE BEVERLY JOHNSON, LA PRIMA DONNA NERA AD APPARIRE SU UNA COPERTINA DI "VOGUE" NEL 1974, RACCONTA A "PAGE SIX" I SUOI INIZI NEL MONDO DELLA MODA, QUANDO IL LOOK SCHELETRICO ERA UN OBBLIGO: “ALL’EPOCA IN UNA SETTIMANA MANGIAVO DUE UOVA E UNA CIOTOLA DI RISO E AVEVO SEMPRE I BRIVIDI”. A FARLE CAPIRE QUANTO FOSSE SBAGLIATO IL SUO MODO DI FARE È STATA LA MADRE CHE...

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Simona Marchetti per corriere.it - Estratti

 

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Per adeguarsi al malsano diktat della moda che negli anni ’70 e ’80 voleva tutte le modelle sempre più magre e filiformi, Beverly Johnson ricorreva alla cocaina, droga nota per togliere l’appetito. A incoraggiarla a seguire questo comportamento deleterio e impensabile ai giorni nostri erano gli stessi addetti ai lavori, che volevano che apparisse scheletrica nei servizi fotografici. Lo ha dichiarato in una intervista a Page Six.

 

Prima donna nera ad apparire su una copertina di Vogue nel 1974, nel 2023 la supermodella ha sposato in gran segreto il finanziere Brian Maillian a Las Vegas e di recente è tornata a sfilare in passerella per la New York Fashion Week.

 

 

La Johnson ha svelato: «Siamo state portate a credere che la cocaina non creasse dipendenza — ha raccontato la supermodella, oggi 71enne, a “Page Six”—. Non sapevamo che avesse questo effetto. Tutti hanno usato droghe in passato, ma per le modelle quella in particolare veniva usata affinché non mangiassimo.

 

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E ancora: «Ricordo che all’epoca in una settimana mangiavo due uova e una ciotola di riso e avevo sempre i brividi, ma ogni volta che arrivavo al lavoro, mi sentivo dire “Sì! Sei magra come un chiodo, ragazza”. Poi si congratulavano con me. Nessuno ci diceva davvero la verità».

 

 

A farle capire quanto fosse inaccettabile e sbagliato il suo modo di fare, aprendole gli occhi sul trauma a cui stava sottoponendo il suo corpo, è stata la madre che, preoccupata per la sua eccessiva magrezza, un giorno l’ha costretta a uscire dalla vasca da bagno e a guardarsi in uno specchio a tre ante. «Quella è stata la prima volta in cui ho visto le mie ossa che mi guardavano (...)

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