E ‘L’UNITÀ’ FINÌ A STRACCI - STAINO: ‘RENZI DICE BUGIE. I PESSINA ADERIRONO AL PROGETTO SOLO DOPO LE SUE PRESSANTI RICHIESTE. SONO DISGUSTATO’ - I GIORNALISTI: ‘SIAMO OSTAGGI DEGLI AZIONISTI E DEL PD, SENZA STIPENDIO NÉ AMMORTIZZATORI SOCIALI’. OGGI LA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO

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1. SERGIO STAINO ATTACCA MATTEO RENZI IN UNA LETTERA APERTA: DA LUI BUGIE SULL’UNITÀ. I PROPRIETARI DELLA PESSINA COSTRUZIONI ADERIRONO AL PROGETTO SOLO DOPO LE SUE PRESSANTI RICHIESTE

Da www.primaonline.it

 

STAINO RENZI STAINO RENZI

“Quel che ha risposto Renzi a Giannini è una sonora bugia o, se vogliamo usare termini più amati dal nostro segretario, una vera e propria fake news”. Lo afferma Sergio Staino in una lunga lettera aperta a Matteo Renzi sulla situazione dell’Unità, riferendosi all’intervista a Repubblica Tv nella quale l’ex premier spiegava, tra l’altro, che il quotidiano appartiene a un privato e che non era stato lui a venderlo.

 

“E’ vero che non è stato Matteo il primo segretario che ha chiesto l’intervento privato nella società proprietaria de l’Unità ma non è vero che lui non abbia la piena responsabilità della nascita e della formazione dell’attuale società proprietaria Unità srl”, ribadisce Staino. “L’idea di investire su l’Unità non partì certo dai proprietari della Pessina Costruzioni che invece aderirono al progetto solo dopo le pressanti richieste dello stesso Renzi. Lui, e solo lui, Matteo Renzi, si era speso nei giorni del fallimento della NIE nell’estate del 2014, in una solenne promessa di riaprire l’Unità al più presto”.

 

 “So benissimo”, spiega ancora Staino, “che le difficoltà attuali del giornale vengono da lontano e che dipendono in larga misura anche dalla gestione che è stata fatta di questo nostro foglio negli ultimi 20 o 30 anni, ma questa eredità del passato non può servire assolutamente a giustificare la superficialità con cui sono state trattate la riapertura e la gestione attuale del giornale”.

STAINO DIRETTORE UNITA STAINO DIRETTORE UNITA

 

“Di tutto questo disagio, proprio per il suo ruolo, Matteo Renzi è il primo dei responsabili. Lui ovviamente non vuole ammettere questo e ricorre alla più misera delle opzioni umane: la bugia. Di fronte a questo”, conclude, “ho un tal senso di disgusto che devo stare molto attento a come continuare questa lettera”. “Dirò quindi solo una cosa, dirò che negli Stati Uniti, democrazia che il nostro Renzi ama molto, presidenti eletti a furor di popolo, per una bugia sono stati costretti a dimettersi”.

 

 

2. PRIMA UDIENZA PER LA CAUSA MOSSA DAL SINDACATO ALLA PROPRIETÀ DELL’UNITÀ. IL CDR: SIAMO OSTAGGI SENZA STIPENDIO NÉ AMMORTIZZATORI SOCIALI

 

LA PRIMA PAGINA DI STAINO SULLA CRISI DELL UNITA LA PRIMA PAGINA DI STAINO SULLA CRISI DELL UNITA

La nota del Cdr dell’Unità. “Siamo ostaggi. Non c’è altro modo per definire la assurda e drammatica condizione in cui versano da settimane i lavoratori de l’Unità.

Ostaggi di una azienda che ha di fatto sospeso le pubblicazioni, non avendo provveduto a saldare i debiti con lo stampatore che ha fermato le rotative, ma che non ne dà comunicazione ufficiale chiedendo l’attivazione della cassintegrazione.

 

Ostaggi di una proprietà che non paga gli stipendi ma non provvede a garantire gli ammortizzatori sociali e rifiuta qualsiasi tentativo di mediazione sindacale esperito al tavolo con la Federazione Nazionale della Stampa e Stampa Romana.

 

Ostaggi di un azionista di maggioranza, la Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina, che rifiuta qualsiasi confronto per uscire da una situazione kafkiana che loro stessi hanno creato avendo abbandonato questa azienda alla deriva fin dalla sua nascita.

 

massimo pessina massimo pessina

Ostaggi di un azionista di minoranza, il Partito Democratico, che dopo aver gestito tempi, modi e contenuti del ritorno in edicola de l’Unità ora per bocca del suo segretario Matteo Renzi liquida la questione come se tutto questo potesse essere derubricato ad una “semplice” vertenza sindacale in una azienda di proprietà privata.

 

In questo braccio di ferro, in questo continuo ricatto che va in scena da più di un anno, gli unici a pagare sono i lavoratori de l’Unità, privati di un posto di lavoro, di uno stipendio, del pur minimo paracadute degli ammortizzatori sociali, di un progetto in grado di spiegare cosa ne sarà del quotidiano e del proprio futuro e presto anche di una sede fisica vista l’intimazione di sfratto notificata ieri per morosità della società editrice.

l unita l unita

 

Siamo ben oltre l’assurdo, ben oltre l’umiliazione. E siamo stanchi di parole vuote, solidarietà di facciata e silenzi colpevoli. È arrivato il momento che chi davvero ha responsabilità in questa vicenda, tanto il Partito Democratico quanto la Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina, si attivi per porre fine a questa drammatica sospensione dei diritti dei lavoratori e che gli azionisti de l’Unità Srl, tutti, compiano i passi necessari per chiudere questo limbo in cui i lavoratori sono stati cacciati da settimane.

 

caro segretario la rubrica di renzi su l unita caro segretario la rubrica di renzi su l unita

Per parte nostra continueremo ad usare gli unici strumenti che non potranno mai toglierci: la voce innanzitutto, per denunciare le responsabilità di azionisti che pretendono di lavarsi la coscienza rimpallandosi accuse e colpe senza sporcarsi le mani del fango che hanno creato; e le aule giudiziarie, come quella in cui proprio oggi, giovedì 15 giugno, si è tenuta la prima udienza della causa mossa dal sindacato all’azienda per comportamento antisindacale.

 

Il comitato di Redazione”

 

 

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