A LUME DI MANDELA - I FAMILIARI ASPETTANO LA MORTE DELL’EX PRESIDENTE PER ASSALTARE L’EREDITÀ

Il brand legato al nome “Mandela” comprende 110 società, molte case e 15 mln € di patrimonio - I familiari sono divisi in tre clan di cui fanno parte le tre mogli, i tre figli e i 17 nipoti, cui avrebbe lasciato un milione a testa - L'immagine di Mandela ha una popolarità globale seconda solo alla Coca Cola - -

Condividi questo articolo


Lorenzo Simoncelli per "l'Espresso"

NELSON MANDELANELSON MANDELA

Nelson Mandela, detto "Madiba", durante la sua lunga vita ha sposato la politica e le sorti del suo Sudafrica. Per garantire la libertà di cui oggi gode il Paese ha dovuto rinunciare alla sua, trascorrendo un terzo dei suoi anni in carcere. Isolato dal mondo, dagli affetti, l'unica cosa che non ha mai abbandonato, neanche nella cella di Robben Island, è stato l'impegno politico.

Le scelte personali di Mandela non sempre sono state comprese appieno dai membri della sua famiglia. Soprattutto i figli dell'icona della lotta all'apartheid hanno fatto fatica a capire i sacrifici di papà Mandela. Nel corso degli anni tutto ciò ha lasciato strascichi che oggi si riverberano nella lotta alla sua eredità economica. Una lotta che ha minato, forse irreparabilmente, le relazioni tra i vari membri di una grande e complessa tribù.

NELSON MANDELA CON LA TERZA MOGLIE GRA A MACHELNELSON MANDELA CON LA TERZA MOGLIE GRA A MACHEL

Da anni ormai i Mandela sono divisi in diverse fazioni. Almeno tre. La prima guidata da Makaziwe, frutto del primo matrimonio di Nelson Mandela con Evelyn Mase. Detta "Maki" siede nei board di importanti società come la Nestlé, oltre a essere proprietaria della casa vinicola "House of Mandela". Poi c'è Winnie, la seconda moglie di Mandela. È la spendacciona della famiglia: avrebbe tra l'altro ancora da saldare un debito di 2 mila euro per le tasse scolastiche del nipote, motivo per cui il Tribunale ha deciso di mettere all'asta alcuni oggetti della sua casa a Soweto.

LA FAMIGLIA DI NELSON MANDELALA FAMIGLIA DI NELSON MANDELA

Dalla sua parte le due figlie: Zenani, ambasciatrice del Sudafrica in Argentina-Paraguay, e Zindzi. Infine c'è Mandla, nipote maschio di Madiba, che lo ha nominato capo clan di Mvezo, il villaggio dell'Eastern Cape dove è nato l'ex presidente sudafricano. La sua vita è una soap sentimentale ed è accusato di aver venduto per circa 200 mila euro i diritti della diretta dei funerali del nonno alla tv di Stato Sabc.

Non va poi dimenticata la terza moglie di Madiba, Graça Machel, vedova del presidente mozambicano Samora Machel, che media tra le varie fazioni. E pensare che Ndileka, una dei 17 nipoti di Mandela, riferendosi al nonno ha detto: «È la colla che ci tiene uniti». Una colla poco resistente evidentemente, se Mandla ha deciso di appellare la sentenza della Mtatha High Court, che dopo aver accolto l'azione legale mossa da Makaziwe e altri 15 membri del clan, gli ha imposto di riportare le spoglie dei tre figli di Nelson Mandela a Qunu, villaggio dove è cresciuto l'icona della lotta all'apartheid.

Mandla, infatti, nel 2011 aveva riesumato i loro resti per trasferirli a Mvuzo, dove è nato Mandela. La causa legale è stata avviata dopo che, la scorsa settimana, Makaziwe, la figlia maggiore di Mandela, ha riunito un segretissimo ibhunga (riunione di famiglia) presso Qunu, per discutere sul luogo della sepoltura del padre.

NEL DUEMILACINQUE BARACK OBAMA INCONTRO NELSON MANDELA A WASHINGTONNEL DUEMILACINQUE BARACK OBAMA INCONTRO NELSON MANDELA A WASHINGTON

Mandela, nel 1996, tramite testamento aveva espressamente chiesto di essere sepolto a Qunu. Indiscrezioni parlano di un clima bollente durante l'incontro, terminato con l'abbandono da parte di Mandla. «Il modo in cui stiamo affrontando questo tema è contrario ai nostri costumi ed è una grande vergogna nei confronti di mio nonno», ha fatto sapere.

Ma la guerra più accesa in casa è sempre stata ed è per l'eredità economica, iniziata già qualche anno fa, quando Madiba ha iniziato a soffrire di demenza senile. In ballo ci sarebbero circa 15 milioni di euro divisi in 27 trust, tra cui la "Nelson Mandela Foundation". Una cifra che può sembrare bassa vista la statura del personaggio, ma è enorme per gli standard sudafricani.

mandelamandela

Gli eredi, oltre alle tre figlie viventi, sono la moglie Graça Machel, che secondo indiscrezioni raccolte da "l'Espresso", sarebbe già stata liquidata con una casa a Sandton, il quartiere più caro di Johannesburg e i 17 nipoti, a cui Mandela avrebbe lasciato un trust da quasi un milione di euro a testa. Poi ci sono le case.

Quella di Houghton, fuori Johannesburg, valutata intorno ai 500 mila euro, e quella di Qunu, dove l'ex presidente sudafricano ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, ma di scarso valore economico. Le due proprietà immobiliari, secondo uno dei testamenti fatti da Mandela, andranno alle tre figlie. A questo va aggiunto la gestione dei diritti legati al brand Mandela, che spazia dai libri al cinema, dalla casa di moda Lwtf ("Long walk to freedom", come il titolo della sue celebre autobiografia) alla vineria "House of Mandela" gestita dalla figlia maggiore.

Nelson MandelaNelson Mandela

L'immagine di Madiba, secondo uno studio citato da "Voice of America", ha una popolarità globale seconda solo alla Coca Cola. Dal 2010 la fondazione che porta il suo nome e al cui interno hanno partecipazioni tutti gli eredi, si finanzia anche grazie a un'azienda di abbigliamento che si chiama "46664", il numero di matricola di Madiba nel carcere di Robben Island.

MURALE MANDELAMURALE MANDELA

Una polo con raffigurata la mano dell'ex presidente sudafricano costa 80 euro. La famiglia gestisce circa 110 compagnie commerciali, per un giro d'affari impossibile da quantificare per la massiccia diversificazione, ma secondo amici vicini alla famiglia almeno di qualche decina di milioni di euro. Cifre alte, ma non esorbitanti se si pensa che la torta va divisa tra tanti commensali: 3tre figlie, 17 nipoti e moltissimi bisnipoti.

IL MURALE DI NELSON MANDELA A JOHANNESBURGIL MURALE DI NELSON MANDELA A JOHANNESBURG

Recentemente le schermaglie interne si sono riaccese fino ad arrivare al Tribunale di Johannesburg, dove è in corso una causa tra le figlie di Mandela, Makaziwe e Zenani, e George Bizos, amministratore, insieme ad altre tre persone, di due holding, la Harmonieux Investment e la Magnifique Investment.

Le figlie di Mandela accusano George Bizos, lo storico avvocato e amico che ha difeso Nelson Mandela al processo di Rivonia evitandogli la pena capitale, di amministrare le due holding, al cui interno ci sarebbe una somma pari a un milione di euro, senza aver avuto mandato dal padre. Le due società finanziarie sono state create da Ismael Ayob, altro avvocato amico di Mandela, che ha aiutato l'ex presidente sudafricano a organizzare la gestione di una complessa eredità.

IL MURALE DI NELSON MANDELAIL MURALE DI NELSON MANDELA

«L'obiettivo era quello di canalizzare all'interno di queste due strutture patrimoniali gli introiti provenienti da alcune litografie realizzate da Mandela e dalle famose impronte delle sue mani», spiega Ayob a "l'Espresso". André Blignaut, tra i principali venditori delle opere di Madiba, sostiene che i lavori hanno un valore di mercato che si aggira tra i 4mila e i 12mila euro, mentre per le litografie raffiguranti le mani di Mandela si arriva fino a 30 mila euro. Come testimonia la lettera esclusiva pubblicata nella pagina a fianco, Mandela effettivamente decise di affidare la gestione delle due holding ad Ayob.

NELSON MANDELA E LE FIGLIENELSON MANDELA E LE FIGLIE

Ma nel giro di pochi mesi l'ex presidente sollevò l'avvocato dalla direzione dei due trust, nominando al suo posto un quadrumvirato di cui fa parte Bizos. Secondo alcune indiscrezioni Madiba cambiò idea perché avrebbe saputo che Ayob vendeva parte delle opere parallelamente. Il fatto non è mai stato provato, né l'avvocato condannato. Ora, alla richiesta di una sua versione di come andarono davvero le cose sorride e allude alla demenza senile di cui negli ultimi anni ha sofferto l'eroe del Sudafrica.

Sta di fatto che decise di non obbedire agli ordini di Mandela e registrò come direttori al suo posto non i membri del quadrumvirato indicato da Madiba ma le sue figlie Zenani e Makaziwe.

MAKAZIWE E NELSOL MANDELAMAKAZIWE E NELSOL MANDELA

Fu allora che l'ex presidente convocò un meeting di famiglia nella sua residenza di Houghton. Nell'aprile del 2005 attorno al tavolo, oltre al padrone di casa, c'erano le due figlie di Mandela, la terza moglie Graça, il quadrumvirato e un advisor indipendente. Un membro di quel quadrumvirato, l'avvocato Bally Chuene, in una recente intervista ha sostenuto: «Mandela non voleva che nessuno dei membri della famiglia avesse la gestione diretta di quei trust».

L'incontro si concluse con un accordo di massima, secondo cui i figli sarebbero rimasti beneficiari all'interno dei trust, ma le decisioni di rilievo sull'amministrazione del denaro sarebbero spettate al quadrumvirato con a capo Bizos.

NELSON MANDELANELSON MANDELA

Pochi giorni dopo, quando sembrava tutto risolto, le figlie di Mandela, violando i patti dell'accordo, sotto la regia di Ayob, firmarono un emendamento per scalzare Bizos e compagni, con il chiaro intento di poter gestire direttamente gli introiti delle vendite delle opere d'arte. Ma i documenti dell'accordo erano già stati depositati. Nel 2011, Zenani chiese direttamente a Bizos di distribuire alla famiglia il milione di euro presente nei trustee, senza dare spiegazioni sul loro utilizzo come invece prevedono le regole.

Nelson Mandela Nelson Mandela

Al rifiuto di Bizos, il 9 aprile scorso, le due figlie di Mandela, assistite dall'avvocato Ayob, hanno deciso di impugnare i documenti del 2005e chiesto la rimozione del quadrumvirato. In questa azione legale Zenani e Makaziwe hanno ottenuto l'appoggio anche dei nipoti di Mandela, con l'eccezione di Mandla, che si è tirato fuori, anche se esisterebbero documenti che testimoniano come concordi con l'operato delle zie. Bizos ha reagito annunciando il deposito al tribunale di Johannesburg degli atti che provano la legittimità del suo operato.

Come andrà a finire si vedrà e forse ci vorranno anni. Ma una cosa è certa: Nelson Mandela non meritava che si avvelenassero gli ultimi momenti della sua esistenza terrena.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO