MA VA’, LE DONNE RAGIONANO CON LA “DEA VAGINA”! LO SCANDALOSO LIBRO DI NAOMI WOLF CHE FA INCAZZARE LE FEMMINISTE

Per la 50enne autrice di “Vagina. Una storia culturale”, “la vagina è parte del cervello femminile e quindi della creatività” - “E’ parte dell´anima della donna, la porta d´ingresso alla conoscenza e al subconscio femminile” - Critiche e attacchi dalle femministe…

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Maria Corbi per La Stampa-Tutti Libri

Naomi Wolf «Vagina. Una storia culturale» Mondadori pp. 382, € 19,50

La donna è la sua vagina? Il motore del desiderio, della creatività, della felicità? Si, secondo Naomi Wolf, una signora cinquantenne, che prima di questo libro si poteva definire post femminista, qualsiasi cosa questo oggi significhi, un tempo, famosa teorica dei limiti che la bellezza impone alle donne.

naomi wolfnaomi wolf NAOMI WOLF - COVERNAOMI WOLF - COVER

Oggi esegeta della vagina in un trattato di 500 pagine che fa discutere e che sembra accreditare il desiderio neanche troppo nascosto di molti uomini, quelli che pensando con il pene desiderano una donna che lo faccia con la vagina. Anzi, la «Dea» come la chiama la Wolf per rendere più mistico e leggero almeno il lessico. Il nodo della questione è, scrive la Wolf, «l'esistenza di una connessione profonda tra il cervello e la vagina».

O meglio: «La vagina è parte del cervello femminile e quindi della creatività. Dell'autostima e persino del carattere delle donne». Capito? Se volete conoscervi a fondo è «lì» che dovete cercare. Se non lo fate sono guai:«Quando una donna impara a identificare e a coltivare la consapevolezza di quella che chiamo "la Dea", il suo atteggiamento verso se stessa e la propria vita migliora».

NAOMI WOLF ARRESTATA A NEW YORKNAOMI WOLF ARRESTATA A NEW YORK

E ancora: «L'autodistruttività, la vergogna e la tolleranza dei maltrattamenti non possono convivere con questo tipo di esperienza». E qui occorre fermarsi, soprattutto in un momento storico in cui i maltrattamenti tollerati dalle donne si trasformano troppo spesso nella loro condanna a morte. Veramente si può sostenere una tesi del genere?

Coltivare la consapevolezza della propria vagina insegna alle donne a non tollerare maltrattamenti? Una tesi e una domanda poste in questo modo non facilitano certo il rapporto con questo libro che ha in sè due anime. Una, interessante, che esplora i meccanismi del piacere femminile, con digressioni letterarie, scientifiche religiose, culturali.

naomi wolfnaomi wolf

L'altra, quella che pone la vagina in strettissima connessione con il cervello e l'anima delle donne («la vagina non è soltanto un´estensione del cervello femminile, ma anche parte dell´anima della donna, la porta d´ingresso alla conoscenza e al subconscio femminile), è francamente irritante. E molto, molto, antifemminista, con l'unico significato che questo termine può avere: a favore delle donne.

«Un´ode involontariamente comica all'organo genitale femminile», la liquida Michelle Goldberg sul settimanale Newsweek , diretto da Tina Brown. Una completa «idiozia», bolla il libro Suzanne Moore del Guardian dopo aver ironizzato sul sollievo provato nell'aver appreso che la Wolf ha degli orgasmi favolosi.

VAGINAVAGINA

Eh si, perché la scrittrice nelle 500 pagine racconta di come è iniziata questa sua lunga riflessione sul luogo dove tutto ha origine. Non riusciva più a sentire gli uccellini dopo aver fatto l'amore con il suo compagno e così preoccupata è andata dalla ginecologa scoprendo che tutto era dovuto a un problema di spostamento delle vertebre.

La pressione sbagliata sui nervi era la causa del disagio (anzi secondo la sua teoria del male di vivere). «Mi sembrava di assistere a un film dell'orrore, in cui la luce e lo sfavillio del mondo si attenuavano sempre di più, ormai non soltanto dopo l'amplesso, ma anche nella vita quotidiana». «Sentivo di perdere, senza sapere come, ciò che mi rendeva donna e sentivo che non avrei sopportato di vivere così per il resto della vita».

Un'operazione e gli uccellini sono tornati a cantare. Lei, la Omero della vagina, si difende dagli attacchi spiegando che il suo intento era quello di onorare la tradizione femminista parlando con franchezza del piacere femminile. Il punto è un altro. L'essenza della donna è il suo piacere? Forse messa i questi termini si potrebbe dire (ironizzando) che si, le teorie della Wolf raggiungono l'obiettivo della parità dei sessi. Loro ragionano con il pene. Noi con la vagina. Parità assoluta?

 

 

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