Brian Viner per “Daily Mail”
Sbagliamo se pensiamo che l’enfant terrible del tennis sia diventato parte del sistema che un tempo tormentava. E’ diretto, polemico e pugnacemente schietto. E meno male, perché questo rende il secondo volume dei suoi memoir (il primo nel 2002 fu il bestseller ‘Serious’) scomodamente sincero.
A Wimbledon, dove è stato tre volte campione, se ne è sempre fregato della regola d’oro che vieta di fare commenti durante il punto. Accettava alcune tradizioni ma odiava l’inchino al palchetto reale ‘perché chi tiene banco sono i giocatori e sono gli altri a doversi a inchinare’. Recentemente ha anche detto la sua su Serena Williams, che “tra gli uomini sarebbe stata classificata come 700sima al mondo".
Nel libro racconta che nel 2000, nella ‘Battaglia dei sessi’, solo Donald Trump scommise un milione di dollari su di lui contro una delle sorelle Williams. La sfida non andò mai in porto ma John ritiene che anche a 58 anni possa battere Serena senza problemi.
Il padre del tennista, avvocato newyorkese di fama, ha scritto una lettera di congratulazioni e di sostegno a Trump, quando corse alla presidenza, e poi Donald, agli US Open del 2015, ha inviato baci e abbracci a John, pensando fosse stato lui a scrivere. Sottolinea John: «Non vorrei che qualcuno pensasse che io sia il fan numero uno di Trump».
E’ devoto alla seconda moglie, la cantautrice Patty Smyth, e gravita nell’ universo rock ’n’ roll. Gioca a golf con Roger Waters, gira con i Rolling Stones. Una volta Paul Simon gli ha regalato una chitarra. Malgrado le velleità da chitarrista, la moglie gli ha vietato di cantare in casa. Nel libro emerge il suo lato più vulnerabile, si raccontano i suoi problemi con i due figli avuti dalla prima moglie, l’attrice Tatum O’Neal.
Ammirava Bjorn Borg e Vitas Gerulaitis, il suo rivale era Ivan Lendl, oggi allenatore di Andy Murray. Il memoir inizia con il suo incubo ricorrente: gioca ancora la finale French Open del1984, vinta da Lendl, vero il quale ha ancora una antipatia cronica, ‘una reazione allergica’. Il libro, intitolato ‘But Seriously’ (edito da Orion), come la frase che disse nel 1981 a Wimbledon contro Tom Gullikson, litigando platealmente con l’arbitro. Il libro merita di finire al primo posto in classifica.
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