MOLTO PIÙ CHE UNA PARTITA - IL QUARTO DI FINALE TRA GERMANIA E GRECIA È UNA RESA DEI CONTI (E DEI BILANCI) TRA DAVIDE E GOLIA DELLO SPREAD - LE SUPPOSTE DI AUSTERITY IMPOSTE DA BERLINO HANNO TALMENTE INFIAMMATO LE NATICHE DI ATENE CHE GLI ELLENICI SCENDERANNO IN CAMPO INCAZZATI COME JENE PER RISCATTARE L’ORGOGLIO NAZIONALE - L’EUROVENDETTA CHE NON È RIUSCITA A TSIPRAS, I GRECI VOGLIONO REALIZZARLA IN CAMPO: MA PER BATTERE I TEDESCHI SERVE UN’IMPRESA EPICA…

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Maurizio Crosetti per "la Repubblica"

Undici eroi greci (otto giocano in Germania) e un allenatore portoghese che è una specie di Zeman più triste, stasera basteranno per disegnare sul faccione della signora Merkel una smorfia di dolore? Riuscirà la nazionale del paese più derelitto, più orgoglioso, più livoroso nei confronti della Cancelliera tedesca, nell'impresa paragonabile al lungo viaggio di quel tizio, Ulisse, che ci mise dieci anni per vincere il suo campionato, anche perché aveva trovato Polifemo in semifinale? Difficile, come tutti i sogni bene architettati.

Mario GomezMario Gomez UNA SMORFIA DI ANGELA MERKELUNA SMORFIA DI ANGELA MERKEL

«Siamo Davide, loro Golia. E a volte la storia si ripete». Fernando Santos è una faccia stropicciata di malinconica ironia, arriva dal Portogallo che è messo appena un po' meglio della Grecia nel Monopoli in cui la signora Merkel vuol tirare tutti i dadi. La signora
vorrebbe cacciare i greci dall'euro, la Germania vorrebbe eliminarli dall'Europeo, e ai calimeri non resta che difendersi. In fondo, anche l'Iliade è solo la storia di un immane catenaccio.

«Non siamo qui in vacanza, i tedeschi se ne accorgeranno». Lo Zeman più triste scuote la testa quando gli chiedono se è vero che fuma tanto, e se pensa che sia una bella cosa: «Oh, è vero, però il fumo mi aiuta a pensare alle tattiche per battere la Germania: fortissima, favorita, però chissà. Dicono che sappiamo solo difenderci? La marcatura a uomo è morta da un pezzo. Ci ispiriamo alla Grecia che vinse l'Europeo del 2004 con passione, orgoglio e coraggio». E con uno stratega crucco in panchina: Otto Rehhagel!

I GIOCATORI DELLA GRECIA FESTEGGIANO IL PASSAGGIO AI QUARTI DI FINALE DELLEUROPEOI GIOCATORI DELLA GRECIA FESTEGGIANO IL PASSAGGIO AI QUARTI DI FINALE DELLEUROPEO GRECIA  nuova_democraziaGRECIA nuova_democrazia

È una partita di pallone con miliardi di cose dentro, tipo Platone contro Kant. La signora Merkel ha fatto cambiare l'agenda del vertice di oggi a Roma, anticipato all'ora della pennica, pur di montare sull'aereo e arrivare a Danzica, anzi a Danzig, alla tedesca, e sventolare le mani enormi. «Noi siamo suoi tifosi, lei è una nostra fan» ha detto Sami Khedira, polmone del Real Madrid e della Germania. «È un talismano».

Però era in tribuna, la signora, quando gli azzurri eliminarono i tedeschi dal loro mondiale, nel 2006. E se l'Italia batte l'Inghilterra, e se la Mannschaft fa fuori gli omerici, sarà di nuovo noi contro loro. Ennesimo derby tra l'economia di ferro e i conti di stagnola, ma alzi la mano il solo di voi che tifa per la signora.

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«I greci sono artisti della sopravvivenza » è il ghirigoro dialettico di Joachim Loew, cittì della Germania, quello che sembra un modello di Dolce&Gabbana. «Sarà molto dura, loro si difendono e colpiscono, fanno solo quello ma lo fanno bene. Per eliminarli ci serve il killer instinct. Noi favoriti? Inevitabile, ma anche i russi lo erano».

Quelli con il Pil che tira ancora contro quelli che ce l'hanno sottozero: eppure, sui tedeschi c'è l'ombra del Bayern sconfitto dai "greci" (condizione dello spirito, non geografia) del Chelsea, a Monaco di Baviera. E in nazionale ci sono ben 7 di quegli scornati: Neuer il portiere, Schweinsteiger, Muller, Badstuber, Lahm, Kroos e Gomez.

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«L'eliminazione non esiste nel nostro vocabolario », è la frase scolpita da Muller. L'esorcismo del Chelsea lo tenta pure Loew: «Storie diverse, la Grecia giocava già così nel 2004, non c'entra nulla». Ma le successive domande al portierone Neuer sull'eventualità di altri rigori, e di rinnovati incubi, incalzano. Qualcosa in più di un fastidio. Forse, un destino. Qui il clima è tedesco e non greco, diluvia e fa freddo, ma Ulisse non ha mai avuto paura di quattro gocce. Ieri è pure uscito Aristotele alla maturità dopo trentaquattro anni, forse è un segno, e da sedici i tedeschi non vincono l'Europeo. Chissà se la signora Merkel ha fatto il classico. Chissà se le hanno raccontato quanto può essere ostico e infingardo il greco, e misterioso, e bellissimo.

 

 

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