I MOSTRI DELLA LAGUNA – MATTIOLI: LA CERIMONIA D'APERTURA È COME LA MESSA MA PRESENTAVA LA GRANDE NOVITÀ DEL “MADRINO”, ALESSANDRO BORGHI CHE HA RECITATO IL SUO DISCORSETTO NELL'UNICO ACCENTO COGNITO AL CINEMA ITALIANO, QUELLO ROMANO. HA AVUTO PERFINO UNA BATTUTA BUONA: “IL CINEMA È COME IL TELETRASPORTO” (E TALVOLTA COME IL SONNIFERO, SPECIE AI FESTIVAL)

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BORGHI - venezia 2017 BORGHI - venezia 2017

Alberto Mattioli per la Stampa

 

Cauto ottimismo, secondo una prudente formula democristiana che il Presidente Sergio Mattarella, presente, plaudente e applaudito in Sala Grande, ricorderà bene, e magari con rimpianto. Incrociamo l' incrociabile, per carità, però la Mostra numero 74 inizia con una cert' aria di fiducia, pronostici abbastanza favorevoli, aruspici moderatamente lieti.

 

Per cominciare, la zona intorno al Casinò è stata messa in ordine, e non somiglia più a Beirut durante la guerra o al set di un film italiano attuale sulle Suburre e Gomorre.

Certo, in uno dei vialetti è parcheggiato un carro armato, e tutto intorno c' è il Lido, cioè un posto che ha raggiunto il suo massimo splendore negli Anni Quaranta e da allora declina, ma nel complesso l' insieme ha una sua quieta eleganza (da segnalare ai sindaci preoccupati per il decoro urbano la soluzione per i blocchi di cemento contro i camion kamikaze: sono coperti da teli blu con il logo della Mostra, dunque risultano meno mostruosi e quasi belli).

BORGHI - venezia 2017 BORGHI - venezia 2017

 

«Come il teletrasporto» La cerimonia inaugurale presentava la grande novità del padrino, su cui sono colati fiumi d' inchiostro e di sinonimi: madrino, valletto, velino.

Alessandro Borghi ha recitato il suo discorsetto nell' unico accento cognito al cinema italiano, quello romano, ma a parte questo se l' è cavata assai bene, in scioltezza, alla fine molto meglio delle tradizionali bellone cui è di regola affidata la spaventosa bisogna.

 

Ha avuto perfino una battuta buona: «Il cinema è come il teletrasporto» (e talvolta come il sonnifero, specie ai festival). Per il resto, business as usual. Discorso di Paolo Baratta, presidente della Biennale, buono perché corto e corto perché buono. Ostensione delle giurie, con molti applausi per Annette Bening che presiede quella del Concorso dove le donne sono finalmente in maggioranza, cinque contro quattro. Però i più eleganti erano due maschietti: il giurato di Hong Kong, Yonfan, in gabbana lunga, panama, spilla di smeraldo e sciarpa viola iettatoria e quello scozzese Mark Cousins in kilt nero e anfibi.

 

MATT DEMON venezia 2017 MATT DEMON venezia 2017

La cerimonia d' apertura è come la Messa, piacevole se ti piace il genere ma certo non imprevedibile: quella è e quella si fa. Più interessante, forse, l' aspetto politico. Quest' anno, a conferma del fatto che dalla Mostra ci si aspetta che vada bene, a Venezia hanno fatto il pieno di ministri: dei Beni culturali, Dario Franceschini, e vabbé, è roba sua, ma anche quelli dell' Economia, Pier Carlo Padoan, e della Coesione territoriale (sì, esiste davvero), Claudio De Vincenti. Più la sottosegretaria Maria Elena Boschi, però vestita di scuro, non di rosso come ai bei tempi del renzismo triumphans.

 

Hippie formato mignon Ad accogliere i politici, un film di fantaecologia non solo «politico» ma anche politicamente un po' scorretto di Alexander Payne. In Downsizing , il solito cervellone scandinavo trova una geniale soluzione al problema della sovrappopolazione del mondo: basta rimpicciolire chi lo popola, cominciando da Matt Damon nanizzato a 12 centimetri.

 

BORGHI - venezia 2017 BORGHI - venezia 2017 maria elena boschi a venezia maria elena boschi a venezia

L' inizio è folgorante, poi Downsizing si accascia come un soufflé tenuto troppo in forno (insomma, come filmone hollywoodiano inaugurale, peggio del La La Land dell' anno scorso ma meglio dell' Everest di due anni fa). Però Payne non rinuncia a sfottere il terrorismo ecologico e lo stesso disastro ambientale che pure denuncia, sicché gli hippie formato mignon che vogliono sopravvivere alla fine del mondo rintanandosi nel sottosuolo vengono dipinti come una setta di fanatici catastrofisti. E qui, naturalmente, è stato inevitabile fantasticare di un Franceschini lillipuziano e di una Boschi piccina picciò in una Montecitorio grande come una scatola di scarpe.

 

Da questi rosei pensieri si è poi passati alla tradizionale cena sulla spiaggia dell' Excelsior, ma senza il cast del film che festeggiava altrove. Diciassette portate, in ogni caso, senza contare i dolci. Roba che sarebbe bastata a sfamare i minipersonaggi del film fino alla fine del mondo (peraltro, come si è visto, imminente: quindi, perché mettersi a dieta?).

MATT DEMON venezia 2017 MATT DEMON venezia 2017 maria elena boschi a venezia col fratello maria elena boschi a venezia col fratello

 

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