- MOURINHO NON E’ PIU’ REAL - TORNA “MERDINHO” E RISCHIA L’ESONERO: E’ DIETRO IL BARCA DI 16 PUNTI - “DISTACCO INCOLMABILE”: MOU DEPRIME I TIFOSI E FLORENTINO PEREZ (MA LA CURVA E’ ANCORA CON LUI) - “NON MI DIMETTO!”: JOSE’ TIENE DURO E SPEDISCE CASILLAS IN PANCHINA PER FAR VEDERE CHI COMANDA - A FINE STAGIONE ANDRA’ VIA: IN AGGUATO INTER, CITY E PSG - - LA SFIDA DI CHAMPIONS CON IL MANCHESTER UNITED ULTIMA SPIAGGIA… -

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Alessandro Bocci per il Corriere della Sera

Jose_MourinhoJose_Mourinho


Anche il più strenuo difensore dell'uomo di Setubal si sta chiedendo se José Mourinho ha ancora la voglia e la forza per guidare il Real Madrid. È un Natale triste per i Blancos e per la loro gente. Mai una squadra dello Specialone aveva perso più di 4 partite prima di Natale e invece stavolta José nella Liga è già arrivato a 7. E in classifica il ritardo dei merengue dall'odiato Barcellona è arrivato a 16 punti. Come dire che il campionato è volato via prima del giro di boa. «Un distacco incolmabile», ha ammesso lo stesso Mou con il solito sguardo di sfida.

mourinho mad bmourinho mad b

E allora: il portoghese è ancora l'uomo giusto per pilotare la formazione più blasonata del mondo? O, stanco e sfiduciato, ha perso il tocco magico. Lui, dopo la sconfitta di Malaga e prima di andare in vacanza, ha precisato: «Non mi dimetto». Ma cosa lo ha spinto, in un momento tanto critico, a mettere in panchina Iker Casillas, il portiere della nazionale, il capitano, il leader, il punto di riferimento del Real?

Mourinho in trionfoMourinho in trionfo

Ai madridisti e non solo a loro, è sembrata l'ennesima provocazione del Provocatore. Una sfida a Florentino Perez, che in questi anni si è consegnato mani e piedi al suo allenatore e adesso forse è pentito. A Madrid, in questo Natale pieno di sofferenza (sportiva s'intende), il consenso intorno all'allenatore che ha regalato il triplete all'Inter sta scendendo vertiginosamente. «Non sono un bambino e so che il calcio non ha memoria», dice Mou. Quello che hai messo in bacheca prima non conta. Conta quello che puoi perdere adesso.

Jose MourinhoJose Mourinho

E anche se Mourinho non resterà comunque a mani vuote (ha vinto ad agosto la Supercoppa di Spagna battendo in due partite il Barcellona, ha chiuso senza vittorie solo nel 2007-08 quando fu esonerato dal Chelsea a settembre), se non vincerà la Champions sarà come non aver vinto niente. La coppa con le grandi orecchie potrebbe essere la sua ultima sfida, la più difficile e intrigante. Perché Mou ha un sogno nel cuore: vincerla in tre Paesi diversi. E dopo averla conquistata in Portogallo e in Italia, adesso può centrarla in Spagna.

Panorama - Copertina MourinhoPanorama - Copertina Mourinho

Ma oggi l'argomento più intrigante è il futuro di Mourinho. Se Perez non lo caccerà tra Natale e Capodanno, di sicuro a giugno il portoghese toglierà il disturbo a dispetto di un contratto rinnovato sino al 2016 da 12 milioni di euro netti a stagione. Ed è altrettanto sicuro che non resterà con le mani in mano. Il suo nome sarà al centro di un effervescente mercato internazionale. A Madrid scommettono che lo Specialone sia in attesa di una telefonata di Moratti per tornare all'Inter. In Francia, invece, sono certi che il suo manager stia lavorando con gli sceicchi del Psg per portarlo a Parigi con Cristiano Ronaldo (secondo gli inglesi tentato dal ritorno al Man-U).

Mourinho SputaMourinho Sputa

Ancelotti però è primo in Ligue1 e negli ottavi della Champions: se vincesse due trofei chi potrebbe mandarlo via? Anche il Manchester City sarebbe interessato a Mourinho (o forse Mou al City...). Ma se i tabloid garantiscono che l'avventura di Mancini è al capolinea, non bisogna trascurare che Roberto ha rinnovato sino al 2016 un contratto da 7 milioni netti a stagione ed è secondo in classifica.

Florentino PerezFlorentino Perez

Il Chelsea è una possibilità, però tutto lascia intendere che Abramovich stia aspettando Guardiola. Discorsi suggestivi, ma prematuri. La notizia di oggi è che Mourinho è in difficoltà, come mai lo è stato. I giornali lo stanno mettendo sulla graticola. E i tifosi, tranne quelli della curva, stanno cominciando a perdere fiducia nelle sue qualità. Perez, in silenzio, ascolta e riflette. Il problema è l'alternativa che, per adesso, non c'è. A giugno sarà più facile: la lista è lunga e c'è anche il nostro Ancelotti.

 

 

 

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