Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, da tempo ritengo che non c'è nulla di meglio del silenzio in un'epoca come la nostra dove tutti schiamazzano da mane a sera, spesso senza neppure sapere bene di che cosa stanno parlando, e dunque niente di meglio che restarsene zitti, che lasciar trapelare qualcosa tutt'al più da un'espressione degli occhi e niente più che questo.
Non fosse che devo pagare le bollette e dunque chiacchierare di tanto in tanto del più e del meno, me ne starei zitto per sette giorni alla settimana.
Detto questo, ti confesso che in queste ultime 48 ore più di una volta mi è venuto in mente di dire qualcosa sull'epocale "evento" in casa Maxxi che ha visto protagonisti ciascuno a modo suo tre miei amici, il direttore Alessandro Giuli, Vittorione Sgarbi e il mio vecchio Morgan. Sì, la tentazione mi è venuta di aprire bocca. Ma poi, e ancora una volta, mi sono detto che non c'è niente meglio del silenzio e in talune situazioni che pur si presentano saporose quel silenzio è ancor più necessario.
Del resto a Vittorio lo avevo già detto un'altra volta che laddove mi piacciono molto le sue arti in materia di "persuasione", mi piacciono meno - molto meno - le astuzie che lui usa in materia di "rettorica", stando alla celebre distinzione che fa da titolo del meraviglioso libro del 1913 di Carlo Michelstaedter, il genio goriziano morto suicida a 23 anni, libro di cui non mi diedi pace finché non ne trovai la prima edizione.
Ma, no. Anche questa volta il silenzio è l'opzione migliore. Non c'è nulla da dire che ne valga la pena. Innanzitutto perché il silenzio non offende nessuno, semmai lascia qualche curiosità nei dieci o quindici amici che hanno simpatia per me. Non c'è nulla da ritrarre o di cui "pentirsi" quando te ne resti in silenzio. Ci sei ma non lo fai pesare nemmeno un po'.
MUGHINI ALESSANDRO GIULI - VITTORIO SGARBI - MORGAN AL MAXXI VITTORIO SGARBI E MORGAN AL MAXXI
GIAMPIERO MUGHINI