MURDOCH IN THE “SKY” - CON L’ACQUISIZIONE DA PARTE DELLA BRITANNICA BSKYB DEL 100% DI SKY ITALIA E DELL’89,7% DI SKY DEUTSCHLAND NASCE IL PRIMO OPERATORE DI PAY TV EUROPEA, CON ATTIVITÀ IN CINQUE PAESI – ORA PER LO SQUALO SARÀ PIÙ FACILE CONTRATTARE I DIRITTI TV

Il nuovo supergruppo proverà a sfruttare sinergie industriali che finora non sono state sfruttate perché le società avevano azionisti diversi: dai decoder ai sistemi di gestione dei clienti - Vista dall’Italia, la nuova Sky potrebbe dare una spinta al settore delle produzioni televisive…

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Francesco Manacorda per “la Stampa

MURDOCH AL MARE COL PERSONAL TRAINER MURDOCH AL MARE COL PERSONAL TRAINER

 

Da ieri sera l’Europa delle tv ha un nuovo gigante in casa. Un gigante dai natali australiani, con il passaporto britannico, ma che parlerà - e penserà, si spera - anche in italiano. Con l’acquisizione appena completata da parte della britannica BSkyB del 100% di Sky Italia e dell’89,7% di Sky Deutschland nasce infatti il primo operatore di pay tv europea, con attività integrate in cinque Paesi - Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria e Italia - e un totale di 20 milioni di abbonati. 

È una fusione tutta sotto il segno di Rupert Murdoch: BSkyB, di cui il magnate australiano è maggior azionista attraverso la 21st Century Fox, ha infatti comprato le quote delle altre due tv dalla stessa Fox. Non cambia nulla, dunque, visto che in fondo Murdoch ha comprato e venduto?

RUPERT MURDOCH RUPERT MURDOCH

 

Logo sky Logo sky

Al contrario, cambia moltissimo. La scommessa delle tre Sky, o della nuova Sky, come preferiscono chiamarla tra Londra e Milano, è innanzitutto quella di puntare dritto sulle sinergie industriali che finora le società accomunate dal nome non hanno potuto sfruttare perché con azionisti diversi: dai decoder ai sistemi di gestione dei clienti, alle piattaforme con cui accontentare un pubblico sempre più esigente che vuole la partita anche quando è in treno o il film che cominci appena messi a letto i bambini. 

E poi c’è una questione di taglia: operatore più grosso - è l’equazione facile da fare - uguale più forza nel contrattare i diritti, che siano per eventi sportivi, film o altri programmi, anche a livello europeo; e dunque una migliore offerta per i suoi spettatori. Questa, a dire il vero, è al momento più una speranza che una previsione: la Commissione europea, nel dare il suo via libera all’operazione, ha notato infatti che sebbene ci siano già degli operatori televisivi che operano in diversi Paesi europei chi detiene i diritti non ha finora accettato, tranne limitatissime eccezioni, di venderli assieme per più mercati nazionali.
Vista dall’Italia, la nuova Sky potrebbe dare una spinta al settore delle produzioni televisive.

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La serie Gomorra, prodotta da Sky Italia e venduta in decine e decine di Paesi è ovviamente il caso di scuola per chi pensa che proprio per via televisiva ci possa essere una rinascita delle fiction italiane, anche grazie al fatto che il nuovo soggetto dovrebbe avere quasi 6 miliardi di euro da investire ogni anno per la programmazione.

 

In Italia Sky sta già producendo «The Young Pope», una serie in otto puntate diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino su un Papa immaginario, e una serie su Diabolik, entrambe già studiate per essere esportate al massimo. Resta ovviamente da capire se oltre all’accoppiata criminali e Vaticano la creatività italiana sarà in grado di farsi apprezzare anche su altri temi. 
 

LOGO FOX LOGO FOX

Vista dalla Gran Bretagna, invece, la nuova Sky, è anche una grande scommessa. La scommessa di passare da un territorio già abbondantemente presidiato dalla pay-tv - dove si fa sentire anche la concorrenza di operatori un tempo confinati alle telecomunicazioni come la Bt - ad altre parti d’Europa dove il tasso di penetrazione è inferiore e dove si pensa evidentemente di poter crescere ancora entrando nelle abitudini degli spettatori. 
Se infine ci si allontana un po’ dai singoli Paesi e si cerca di guardare l’operazione e il suo impatto in Europa, è facile prevedere che alla mossa di Sky potrebbero seguire altre contromosse.

 

Operatori di pay-tv, gruppi delle telecomunicazioni e soggetti ibridi come quella Netflix che ha spopolato negli Usa e adesso sta prendendo piede in Europa sono tutti contendenti nella stessa arena, con l’obiettivo di portare nelle nostre case contenuti anche e soprattutto attraverso la banda larga.

 

20th-century-fox-logo 20th-century-fox-logo

In Gran Bretagna, cioè nel mercato oggi più avanzato - dicono i dati dell’e-Media Institute -, proprio il combinato di offerta telefono-Internet-Tv ha in mano il 90% del mercato della banda larga. La stessa Sky Italia, non a caso, ha stretto accordi con Fastweb e con Telecom - dal prossimo febbraio - per portare i suoi programmi agli abbonati delle due compagnie. Ma anche Mediaset ha annunciato di puntare a un’alleanza per portare la sua pay-tv sulle linee Telecom. Non è che l’inizio, e non solo in Italia, di un nuovo grande valzer tra tv e tlc.

 

 

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