Stefano Mannucci per ‘il Fatto Quotidiano’
(…) Vandelli, come dimenticare quei giorni.
29 SETTEMBRE COVER MARIO SCHIFANO
Infatti sto scrivendo un libro di memorie. Che intitolerò Non sono nato il 29 settembre, perché mi sono rotto i coglioni di ricevere gli auguri in questo giorno. Porta pure sfiga.
La vulgata vuole che a celebrare il compleanno in questa data fosse Serenella, la prima moglie di Mogol, autore di quell' immortale canzone di cinquant' anni fa con Battisti.
Mogol ne combinava più di me. Sbaglio o il testo parla di un tradimento?
Fu sua però, caro Maurizio, l' idea dello speaker del giornale radio nel brano.
La rivendicano in tanti, ma pare proprio sia mia Volevo l' annunciatore del telegiornale, Riccardo Paladini, famoso in tv per le grandi orecchie. Rifiutò, e ne ingaggiammo un altro, sempre della Rai.
Fu la fortuna e la condanna dell' Equipe 84. Il pezzo era stato proposto a Gianni Pettenati, senza esito.
Ma ero stato io a caricarmi in macchina lo sconosciuto Battisti, tempo prima, per portarlo a firmare il contratto alla Ricordi. Lo accompagnai pure in visita da sua madre, e non mi pagò la benzina! Era un ragazzo pieno di idee, divertentissimo, mi faceva ascoltare settecento sue nuove canzoni di seguito e io non ci capivo un cazzo.
L' ho sentito anche negli anni dell' isolamento: nell' 89 mi telefonò complimentandosi per un mio rifacimento di 29 settembre, ma riagganciò prima che potessi dirgli una sola parola. Per me non se ne è mai andato, lo immagino alle Bahamas.
Che tappe insieme, quelle al Cantagiro.
La prima volta Lucio doveva fare Balla Linda, era terrorizzato dall' esordio sul palco di fronte a tutta quella gente. Si aggrappò al mio braccio e me lo spappolò. Ma andò talmente bene che subito dopo, dietro le quinte, mi gridò 'Ahò, a Maurì, mo' nun me ferma più nessuno'.(…)
Eravamo delle pippe, e per Arbore il beat finì con 29 settembre. Non saprei come riascoltare quell' album, non ho il giradischi e ho sempre maltrattato i vinili. I cd per me furono una liberazione.
A Sanremo '71 eravate in coppia con Dalla per "4 marzo 1943".
I dirigenti Rai ci imposero di non eseguire il testo censurato, dove si parlava di puttane.
Noi acconsentimmo, ma una volta in scena beccai una scossa dal microfono. Dissi: 'Porca troia' e in diretta si sentì l' eco 'oia, oia, oia'.
Nel '75 incideste un pezzo di propaganda per il PSI .
Un errore. Era stata pensata come una buffonata, ci si ritorse contro. Certo, fummo pagati. A certi prezzi tutti danno via il sedere.
Ora in Brianza ha per vicino di casa Berlusconi, uno che come Bersani è nato il 29 settembre.
Quando lo incontrerò mi dirà che la canzone era stata composta per onorare lui.
2 - MOGOL: "LA SCRIVEMMO DURANTE LA PAUSA PRANZO ERA IL CONFRONTO TRA UN LAMPO E LA LUCE"
Carlo Moretti per la Repubblica
«La scrivemmo durante la mia pausa pranzo. Nei primi tempi Lucio veniva a trovarmi nel mio ufficio alla Ricordi, lavoravamo per un' ora e poi andavamo a mangiare qualcosa. Quella volta componendo la musica si superò, fece un balzo, prese un ascensore fino al centesimo piano».
Mogol ricorda il momento in cui nacque 29 settembre, il loro primo grande successo, la terza canzone scritta in coppia con Battisti dopo Dolce di giorno e Per una lira. «La musica era assolutamente nuova» dice Mogol, «il testo come sempre cercava d' interpretare il senso della musica, come sempre legato a un fatto di vita che ho vissuto o che ho visto vivere. La gente riconosce quando è qualcosa che appartiene alla vita, riconosciamo tutti se il profumo è autentico o fasullo, e questo fa il successo di una canzone».
All' inizio Mogol stenta a riconoscere nel suo giovane collaboratore il talento per la scrittura musicale. «Quando abbiamo cominciato a lavorare insieme non c' era l' intenzione di fare cose professionali. La verità è che provavo una sorta di tenerezza per lui dopo che gli avevo detto con una certa durezza che le sue prime canzoni non erano un granché. E poi c' era Christine Leroux, la sua prima editrice, che lo sosteneva con tanta speranza, quindi decisi di accettare la proposta di lavorare insieme a lui come per "medicare" il mio giudizio così duro».
La bocciatura non riguardò solo i testi, ma anche la musica, considerata troppo debole: «Non c' era materiale che potesse giustificare un mio coinvolgimento, non credo nel talento innato ma in quello che si acquisisce lavorando. Lucio aveva però una grande cultura musicale che è riuscito a esprimere sempre di più: dico sempre che prima bisogna assorbire il meglio di tutti, e poi puoi cominciare a fare cose grandi. Non ci si sveglia al mattino già grandi».
La canzone descrive un tradimento, è quasi un sogno, descrive una realtà sfumata, avvolta nella nebbia: «L' intenzione era di dare un esempio dell' incontro di una sera che ti esalta e ti affascina, e poi il confronto con il bene profondo, solido, di anni: il primo è un lampo, l' altro invece è la luce».
TESTO "29 SETTEMBRE" (Mogol/Battisti)
Seduto in quel caffe'
io non pensavo a te....
Guardavo il mondo che
girava intorno a me...
Poi d'improvviso lei
sorrise
e ancora prima di capire
mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se
non ci fosse che lei.
Vedevo solo lei
e non pensavo a te...
E tutta la citta'
correva incontro a noi.
Il buio ci trovo'
vicini
un ristorante e poi
di corsa a ballar sottobraccio a lei
stretto verso casa abbracciato a lei
quasi come se non ci fosse che,
quasi come se non ci fosse che lei.
Mi son svegliato e
e sto pensando a te.
Ricordo solo che,
che ieri non eri con me...
Il sole ha cancellato tutto
di colpo volo giu' dal letto
e corro li' al telefono
parlo, rido e tu.. tu non sai perche'
t'amo, t'amo e tu, tu non sai perche'
parlo, rido e tu, tu non sai perche'
t'amo t'amo e tu, tu non sai perche'
parlo, rido e tu, tu non sai perche'
t'amo, t'amo tu, tu non sai perche'.