1. OK, IL CAINANO TIENE IN OSTAGGIO IL GOVERNO E LE ISTITUZIONI E LO FA DA PREGIUDICATO. PERÒ DALL’ALTRA PARTE CI SONO I RICATTATI: RE GIORGIO. LETTA E IL PD 2. PERCHÉ QUESTI SOGGETTI NON SONO LIBERI DI SFANCULARE IL CAINANO? PERCHÉ HANNO A CUORE “LA STABILITÀ” E ‘’LA RIPRESINA’’. MA NON È VERO. HANNO PAURA DI VOTARE 3. RE GIORGIO È ATTACCATO ALLA POLTRONA E GLI PIACE COMANDARE. LETTANIPOTE COME OGNI BRAVO DEMOCRISTIANO VIVE PER SUCCEDERE A SE STESSO. IL PIDDI TRANGUGEREBBE QUALUNQUE BOCCONE PUR DI NON CONSEGNARSI A MATTEUCCIO RENZI 4. FATEVI L’ESAME DI COSCIENZA, SE LA TROVATE, E NON PIAGNUCOLATE CHE IL CAINANO VI RICATTA. SI RICATTANO SOLO I RICATTABILI, LO SA CHIUNQUE ABBIA UN MINIMO DI PALLE

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a cura di Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. PAURA DI VOTARE
Ok, il Cainano tiene in ostaggio il governo e le istituzioni e lo fa da pregiudicato per uno dei reati più gravi che si possano immaginare per un uomo politico: una frode fiscale reiterata e monumentale. Però dall'altra parte ci sono i ricattati, ovvero Re Giorgio. Lettanipote e il Piddimenoelle.

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONI

Perché questi soggetti non sono liberi di sfanculare il Sultanino di Hardcore? Perché hanno a cuore "la stabilità" e barlumi non provati di ripresa economica, dicono. Ma non è vero. Re Giorgio si è fatto rieleggere per un secondo settennato che finirà alla soglia dei cent'anni perché è attaccato alla poltrona e gli piace comandare. Lettanipote ha studiato da premier fin da ragazzino e come ogni bravo mutante democristiano vive per durare e, casomai, succedere a se stesso.

Il Piddimenoelle è diviso in mille pezzi ma trangugerebbe qualunque boccone pur di non consegnarsi all'unico leader baciato dai sondaggi, Matteuccio Renzi. Fatevi l'esame di coscienza, se la trovate, e non piagnucolate che il Cainano vi ricatta. Si ricattano solo i ricattabili, lo sa chiunque abbia un minimo di palle.

BERLUSCONI NAPOLITANOBERLUSCONI NAPOLITANO

2. DOVREBBE STARE DENTRO E DA' PURE GLI ULTIMATUM
Dunque il Banana minaccia e i giornaloni di Lor signori assistono inorriditi, sperando chi nel Colle chi nel disarmo bilaterale. "Letta e il Pdl a un passo dalla rottura. Il premier dopo l'incontro con Alfano: non accetto ricatti né ultimatum. Vertice teso a Palazzo Chigi sul caso Berlusconi: ‘Posizioni distanti'. L'ira del Cavaliere: questi non ci concedono nulla" (Corriere, p. 1). "Incontro teso con un solo spiraglio: la partita in Senato senza minacce. In mattinata i segnali di ottimismo dall'incontro tra Gianni Letta e il presidente Napolitano" (p. 3).

ENRICO LETTA E GIORGIO NAPOLITANOENRICO LETTA E GIORGIO NAPOLITANO

Il Corriere delle banche creditrici si augura in prima pagina, con il solito esercizio di finto terzismo a firma Pigi Cerchiobattista, che il Pdl rinsavisca e che il Pd apra a un'indecorosa ammuina sulla costituzionalità della legge Severino. Lo fa tentando di spiegare al Banana che "è tutto da verificare il calcolo secondo il quale il Pdl potrebbe avvantaggiarsi da un rapido ricorso alle urne" ("Sospesi nel vuoto", p. 1).

Insomma, Fiat, Intesa, Mediobanca e Generali non vogliono le elezioni anticipate. La Repubblica degli Illuminati si straccia le vesti con un pezzo di Massimo Giannini dal quale apprendiamo che il governo dell'inciucio "riflette un equilibrio politico transitorio ma più avanzato, utile a risolvere le emergenze finanziarie del Paese" e che al Quirinale "Napolitano custodisce con cura la Costituzione repubblicana" (p. 1-27). La custodisce con tale cura che non la apre da anni. Infatti è diventato un mezzo monarca.

La Stampa dei Lingotti in fuga, con Marcello Sorgi, denuncia "il rumoroso andazzo di partiti capaci solo di andare ciecamente allo scontro finale" mentre loro, "i due dioscuri" Alfano e Letta, poverini, tentavano tanto di andare d'accordo per il bene della Patria (pp. 1-27).

Giorgio Napolitano-Gianni LettaGiorgio Napolitano-Gianni Letta

Sul Messaggero (p. 1), l'economista dei poteri forti Marco Fortis, rispondendo a Oscar Giannino (si ride), sentenzia che "un'Italia non governata nel 2014 riproporrebbe, come nel 2011, un drammatico ‘effetto Schettino' agli occhi dei mercati e delle istituzioni internazionali", che com'è noto sono gli unici veri grandi padroni da servire sempre e comunque.

Paola SeverinoPaola Severino

3. L'IMPORTANTE E' FARE CASINO
Affinché scompaiano due fatti preclari come la condanna del Banana e la paura del Pd per nuove elezioni servono polveroni continui. E allora vai con gli azzeccagarbugli: "Pdl, dossier di giuristi sulla ‘Severino' ma l'ipotesi Consulta fu già bocciata. Giallo su una proposta anti-retroattività di due senatori democratici" (Repubblica, p. 6).

PAOLO GUZZANTIPAOLO GUZZANTI

Giorgio Tonini (Pd): "Decisioni affrettate? Meglio approfondire. Al momento tutte le evidenze spingono verso la decadenza, ma il Pd esaminerà con serietà e attenzione" (Stampa, p. 4). Messaggero della Severina: "Incandidabilità, tutti i cavilli giuridici della sfida sul Cav. Disposizioni penali o amministrative? Da questo interrogativo dipende la retroattività", scrive l'ex portavoce dell'avvocato di Calta-papà (p. 5).

E sul Giornale di casa, scende in campo un membro laico del Csm in quota Pdl, tale Filiberto Palumbo: "Il Senato è sovrano: in caso di condanna è libero di scegliere" (p. 5). E certo, caro avvocato Palumbo, scriviamolo pure nelle aule di giustizia: "La legge è uguale per tutti ma il Senato è sovrano".

renzi resizerenzi resize

4. MA FACCE RIDE!
All'infinita schiera di aspiranti ghostwriter del Cainano si aggiunge oggi il simpatico Paolo Guzzanti. E il Giornale di Sallustioni ci casca: "Il piano segreto. Così Berlusconi smaschererà i giudici. L'ex premier spiegherà agli italiani tutte le falle del processo Mediaset e l'assurdità della condanna: ecco cosa dirà. Per il Cav il vero problema sono gli esponenti di Magistratura democratica. Molti testimoni citati a discarico non sono stati neppure ammessi" (Giornale, p. 3). Ma studiarsi un po' le carte, anziché bersi le balle del condannato? Eh ma lo capiamo che leggere centinaia di atti e seguire decine di udienze costa fatica e ai signori opinionisti questo non aggrada.

Federico OrlandoFederico Orlando

5. E RENZI SENTE L'ODORE DEL SANGUE
Casualmente, dopo un mese di silenzio, riparte di slancio la campagna del Rottamatore. "Renzi, doppio colpo in Sicilia: Bianco e Orlando. Anche il sindaco di Catania passa con Matteo. E quello di Palermo pronto al grande passo: ‘E' l'unico che può rimettere in piedi il Pd'. Raccolgono adesioni a tempo pieno due colonnelli: Di Giorgi e Faraone. Si gioca una partita chiave in vista del congresso democratico" (Repubblica, p. 8).

6. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Basta che Berluskaiser minacci di far cadere il governo ed è subito tragedia. Titolo di Repubblica: "A Saccomanni mancano 4,4 miliardi. Il ministro da oggi al lavoro per la copertura delle misure su Imu, Iva e Cassa in deroga. Castelli (Anci): ‘La Service tax colpisce i più deboli, inquilini e residenti non proprietari ed è difficile da riscuotere" (p. 11).

Ancora più esplicita la Stampa: "A rischio Iva e tagli di spesa. Dal vertice Alfano-Letta schiarita sull'Imu in vista del consiglio dei ministri del 28. Ma un'eventuale crisi bloccherebbe tutto. Potremmo pagare la rata sospesa a giugno e altri miliardi di tasse in più" (p. 6). Insomma, o popolo bue che paghi le tasse, tifa per il governino di larghe intese o saranno guai seri.

fabrizio saccomanni direttore big xfabrizio saccomanni direttore big x

Intanto cresce il dibattito sulle cosiddette pensioni e l'istituzione sul un "contributo per i giovani". Il Corriere delle banche intervista un dirigente bancario in pensione che spiega bene le proprie ragioni: "In banca 40 anni, e mi tagliano l'assegno da 5 mila euro? Sì, sono un pensionato d'oro ma non perché sono simpatico all'Inps, ho versato i contributi allo Stato. Con me lo Stato ci guadagna, almeno fino ad ora. Ci attaccano perché non possiamo scioperare". E racconta anche l'istruttiva storia del figlio, che è andato a lavorare a Londra (p. 9).

enrico letta e alfanoenrico letta e alfano

7. I MIRACOLI DI COMUNIONE & FATTURAZIONE
Cetriolo Quotidiano ancora scatenato su Rimini e dintorni. "Cl, se compri uno stand puoi parlare col ministro. Al Meeting gli sponsor diventano protagonisti dei dibattiti importanti. Grillo attacca ‘Comunione e Disperazione' per colpire le larghe intese. Cinque Stelle contro la ‘lobby' ciellina e le imprese che la sostengono. A Rimini ci sono tutti i grandi gruppi legati ai partiti", da Eni ad Autostrade, da Fs a Finmeccanica al Conai, passando per Wind e Sky (p. 6).

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8. ULTIME DALLE GALERE DELLA BOSSI-FINI-TURCO-NAPOLITANO
Oggi si ride veramente tanto con la seguente notizia: "Un'indagine del Viminale sui centri per stranieri. I capi convocati a Roma: diteci cosa non va. Da tempo la polizia lamenta la scarsità degli organici nei Centri di accoglienza" (Corriere, p. 18).

MARK ZUCKERBERGMARK ZUCKERBERG

9. PIU' RETE PER TUTTI!
Rissa tra psico-miliardari del web, sospesi fra filantropia e dividendi. "Cellulari low cost e tariffe basse. Zuckerberg sogna il web globale. ‘La Rete ad altri 5 miliardi di persone'. Ma Gates lo gela. Progetto con i colossi della telefonia mobile: ‘Avremo sviluppo e benessere'. Il fondatore di Microsoft: ‘Se un bimbo sta morendo di dissenteria, non lo salverà Internet" (Repubblica, p. 23).

Sede MPSSede MPS

10. ASSALTO (CON IL CAPPUCCIO) AL MONTE DEI PACCHI
Il Piddimenoelle non cessa di illustrarsi, armeggiando intorno alla banca senese. "Fondazione Mps, il palio delle contrade Pd. Duello Comune-Provincia sulla nomina del presidente. Cheli dice no, risale Pizzetti". Tra gli altri nomi, circolano quelli di Pierluigi Ciocca, ex diggì dell'occhiutissima Bankitalia, Silvano Andriani, Divo Gronchi e dell'ex sindaco Roberto Barzanti (Repubblica, p. 22)

11. CHAPEAU!
Fabio Cavalera, corrispondente da Londra per il Corriere, approfitta della sentenza Manning per tessere l'elogio del Guardian. E' di proprietà di "un editore coraggioso, che guarda i bilanci, certo, ma non chiede genuflessione e che non scende a compromessi con la politica (...). E' "l'immagine di un quarto potere che non abdica, che non si piega alle convenzioni televisive, che non intervista i ministri e i viceministri, un quarto potere che nell'era delle tecnologie si ispira all'unico vero fondamento del giornalismo: scavare, capire, informare senza insultare, senza pregiudizi, senza anteporre la gloria del singolo redattore all'interesse e alla cura del lettore" (p. 15). Cavalera direttore subito!

colinward@autistici.org

 

 

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