PACE DI CRISI TRA IL BANANA E LO SQUALO: MURDOCH AD ARCORE

Riunione privata, poi un incontro anche con i figli Pier Silvio e James. Nella crisi generale, basta scaramucce: Mediaset fa di nuovo fare a Sky pubblicità sulle sue reti, in cambio ha ottenuto i diritti per alcune partite della Champions - Frequenze: potranno partecipare De Benedetti, Murdoch, Rete Capri, Cairo e Ben Ammar…

Condividi questo articolo


1. E PACE FU TRA BERLUSCONI E MURDOCH
Orazio Carabini per "l'Espresso"

Cinque anni di grande freddo. E ora il disgelo. Il 4 marzo scorso Silvio Berlusconi ha invitato ad Arcore Rupert Murdoch. Un pranzo faccia a faccia per riprendere i contatti dopo un lungo periodo di tensioni. E per porre le basi di un disarmo tra Mediaset e Sky in una fase molto difficile del mercato televisivo. Che si abbina a una crisi politica dagli sbocchi ancora imprevedibili.

Murdoch e Berlusconi d'annataMurdoch e Berlusconi d'annata

All'incontro di Arcore, organizzato e gestito con la massima riservatezza, è seguita il 18 marzo una riunione più operativa cui hanno preso parte Pier Silvio Berlusconi, figlio di Silvio e vicepresidente di Mediaset, James Murdoch, figlio di Rupert e presidente di Sky, e Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky.

Berlusconi e MurdochBerlusconi e Murdoch

All'origine del riavvicinamento c'è la comune preoccupazione per l'andamento del settore: il calo della raccolta pubblicitaria, la concorrenza di nuovi strumenti e in particolare di Internet. Mediaset, poi, deve fare i conti con la performance poco lusinghiera di Mediaset Premium, la pay-tv sul digitale terrestre nata per togliere spazio a Sky e trasformatasi in un pozzo di perdite. Secondo quanto risulta a "l'Espresso", Silvio Berlusconi avrebbe addirittura sondato la disponibilità di Murdoch a rilevare Premium, sentendosi obiettare che bisognerebbe superare l'ostacolo Antitrust.

james murdoch piersilvio berlusconijames murdoch piersilvio berlusconi

E non sarebbe facile. Ma i due gruppi hanno tanti modi per collaborare. Da pochi mesi, per esempio, Mediaset ha di nuovo concesso a Sky la possibilità di fare pubblicità sulle sue reti. In cambio ha ottenuto i diritti per trasmettere in chiaro alcune partite di calcio della Champions League. Più recentemente Sky non ha mosso obiezioni alla decisione dell'Autorità delle Comunicazioni di non modificare l'assegnazione dei numeri sul telecomando del digitale terrestre che la penalizza.

L'amicizia tra Berlusconi e Murdoch è di lunga data. La Newscorp dell'imprenditore australiano è stata a un passo dall'acquisizione di una quota di Mediaset nel 1998 quando l'allora premier inglese Tony Blair intervenne su Romano Prodi per favorire l'operazione. La rottura risale al novembre 2008 quando, già in piena recessione, il governo guidato da Silvio Berlusconi decise di raddoppiare l'Iva sulle pay-tv portandola al 20 per cento. Lo scontro fu durissimo e si trasferì sul piano politico.

Carlo De BenedettiCarlo De Benedetti

Murdoch accusò Berlusconi di fare i propri interessi e il leader del Pdl replicò sostenendo che i giornali e le tv del gruppo Newscorp venivano utilizzati per una campagna contro l'Italia. Poi ci fu lo "scippo" di Fiorello da parte di Sky che a sua volta portò Publitalia in tribunale per il rifiuto di ospitare la sua pubblicità sui canali Mediaset. Ma il tempo guarisce le ferite. E grazie al lavoro delle diplomazie interne i contatti sono stati ristabiliti.

Così, pochi giorni dopo le elezioni del 27 febbraio, Berlusconi è tornato a stringere la mano a Murdoch. Che, il 7 marzo, tre giorni dopo aver visto Berlusconi, ha sorpreso tutti con un tweet sulle virtù di Matteo Renzi, «giovane e brillante italiano, sindaco di Firenze».

urbano cairourbano cairo


2. VIA LIBERA ALL'ASTA FREQUENZE LA «PACE» MEDIASET-SKY
Massimo Sideri per il "Corriere della Sera"

Se il cerchio si chiuderà (e, certo, l'incertezza politica del governo non aiuta a sperare in una soluzione a breve) potremmo assistere alla riorganizzazione dell'etere. Una rivoluzione per alcuni, un terremoto per altri: l'Agcom guidata da Angelo Cardani ha dato il via alle regole per l'asta delle frequenze con l'esclusione di Rai e Mediaset e la possibilità di partecipare per Rete A (De Benedetti), Sky (Murdoch), Rete Capri, ma anche tecnicamente per Urbano Cairo con La7 e per i nuovi entranti come Tarak Ben Ammar. Allo stesso tempo però ha anche rattoppato due «buchi».

TARAK BEN AMMARTARAK BEN AMMAR

Quello delle interferenze tv, una patata ormai diplomatica che ci stava creando problemi con Malta, la Slovenia e che, a livello locale, aveva causato l'oscuramento prima di Natale dello spettacolo di Roberto Benigni sulla Costituzione in parte della Lombardia e del Piemonte. E quello dei tre Multiplex in asta per 5 anni visto che già si sa che dovranno andare alla rete mobile Lte (4G e ulteriori evoluzioni) e che probabilmente sarebbero andati deserti. Così all'asta andranno solo i 3 Multiplex a 20 anni (i cosiddetti L1, L2 e L3).

Il clima che si respira in Agcom è di soddisfazione, anche se a decidere dovrà essere il ministero dello Sviluppo economico, con tutte le incognite temporali del caso. «In ordine di importanza - riassume Maurizio Decina che, con Antonio Martusciello, è stato il relatore del dossier - abbiamo dato una risposta alla procedura di infrazione europea permettendo l'ingresso sul mercato di almeno tre nuovi entranti. Abbiamo favorito il refarming della banda 700 in preparazione delle future aste per l'Lte. E abbiamo avviato la bonifica delle interferenze con una valorizzazione dello spettro, patrimonio dei cittadini».

Come già scritto dal Corriere dall'asta delle frequenze tv ci si dovrà attendere meno di 250 milioni. Ma considerando l'asta dei 30 megahertz per il mobile entro il 2018 si arriva, con molto ottimismo e incertezza, agli 1,2 miliardi circolati come stima (40 milioni di euro a megahertz). Intanto giornata di passione in Borsa per Mediaset (+8,4%). L'Espresso ha parlato di un «disarmo» tra Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch in una cena ad Arcore lo scorso 4 marzo. La Borsa ci ha creduto.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...