PINO IMMORTALE! UNO STADIO PIENO A META’ E UNO SHOW DI 4 ORE E MEZZA PER IL CANTANTE NAPOLETANO – IL RAP DI JOVANOTTI, IL DUETTO CON RAMAZZOTTI IN ‘A ME PIACE O BLUES’ RIPETUTO PERCHÉ LA PUBBLICITÀ AVEVA TAGLIATO LA PRIMA ESIBIZIONE (‘IO POSSO RIFARLA ANCHE 19 VOLTE’, IL COMMENTO DI LORENZO) – SENZA SENSO IL DUETTO VIRTUALE CON 'IL VOLO' - GIORGIA INCANTA E VENDITTI RIVELA CHE…- VIDEO

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Marco Molendini per il Messaggero

 

pino daniele pino daniele

Una notte dei miracoli, la più grande santificazione musicale postuma messa insieme dal pop italiano, celebrata in nome di un grande assente nella sua città, nel luogo del suo massimo successo. E, se per il Nero a metà, lo stadio San Paolo stavolta è pieno a metà (45 mila invece degli 80 mila del 98) la liturgia prende corpo in un rito bollente e senza fine che si prolunga nella notte: quattro ore e mezzo abbondanti di duetti (molti col carissimo estinto), santini (la palma a J.Ax: «Pino è immortale»), incroci, ovazioni e evocazioni dell' iconografia napoletana sui megaschermi (Pino, ovviamente, l' amico Troisi, Eduardo) e, soprattutto, del suo grande repertorio, a partire da Yes I know my way, iniziale duetto virtuale di Pino con la band degli amici della prima ora (Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito) e Jovanotti che irrompe con un rap

 

siani siani

(«Pino Daniele il più grande guaglione e fratello/stasera al San Paolo facimm' o burdello!»), fino all' inevitabile conclusione con Napul' è, anche questa affidata al festeggiato (voce e video), happy end commovente che ha tolto un po' di castagne dal fuoco, perché la distribuzione delle canzoni, soprattutto quelle più evocative, non è stata impresa facile: «Ci sono state molte telefonate fra i cantanti»,- il commento di Massimo Salvadori della Trident, organizzatore dell' evento insieme con Ferdinando Salzano di Friends and partner.

jovanotti jovanotti

 

LA NOTTE Il fatto è che la notte di Pino, sofferta, attesa e rinviata più volte, si è concretizzata con una catena senza precedenti di partecipanti: 50 artisti in pista e perfino qualche escluso last minute per overbooking (da Ron a Loredana Bertè, a Red Canzian, al bassista Marcus Miller). Nei sotterranei dello stadio, il figlio di Pino, Alessandro Daniele, che da quando il padre non c' è più si è dedicato a coltivare la sua memoria, aveva gli occhi raggianti: «Finalmente» è la sua gioia.

 

Una gioia trasmessa ai pinomaniaci dello stadio e a quelli molto più numerosi in collegamento su Rai 1 e su 9 radionetwork consorziati. È la forza della memoria, che ha tenuto insieme uno show fuori misura fra cose riuscite, la difficoltà di far rivivere canzoni irrimediabilmente legate all' autore, lunghezze e inutilità (che senso aveva l' intervento in video di Vanessa Incontrada?), l' idea di riempire i vuoti degli spot tv con la band che ha accompagnato la voce di Pino. Non facili gli interventi degli attori, a parte la lezione sul caffè di Vincenzo Salemme introduzione a un vecchio classico dei tempi fulminanti di Terra mia, A tazzulella e cafè, rappata da Clementino e quello iniziale di Alessandro Siani. Brignano è stato fischiato non appena ha provato a paragonare Napoli a Roma, città nella quale Pino si era trasferito, poi si è riabilitato lanciandosi in un elogio della parolaccia napoletana.

 

jovanotti ramazzotti james senese jovanotti ramazzotti james senese

Quanto alla musica, a far salire la temperatura ci hanno pensato il duetto fra Ramazzotti e Jovanotti in A me piace o blues, ripetuto perché la pubblicità aveva inopinatamente tagliato la prima esibizione («io posso rifarla anche 19 volte» il commento di Lorenzo) e la lettura che lo stesso Eros ha fatto di O Scarrafone, canzone che a un certo punto canta «questa lega è una vergogna», verso che non lascia dubbi sulle idee del bluesman napoletano (quando al direttore di Rai 1 Angelo Teodoli è stata fatta notare la schiettezza di quelle parole, ha risposto scherzando ed esorcizzando il problema: «Allora non la facciamo»). Divertente l' aneddoto raccontato da Venditti, a proposito dell' incipit della sua Notte prima degli esami che dice: «Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla», immagine che si riferisce proprio all' amico Pino che, ai tempi di Napoli Centrale, una sera si trovò a trasportare sul palco il piano di Antonello.

giorgia giorgia

 

GENERALE Anche De Gregori ha preferito una sua canzone al tributo diretto, Il generale, che Daniele amava e aveva cantato ai tempi del tour insieme con Fiorella Mannoia e Ron, presentata in una versione inedita tutta acustica con la partecipazione di Enzo Avitabile, altro pinodanieliano storico. E Baglioni ha cantato Io dal mare dal suo disco Oltre, pezzo in cui prese parte l' amico Pino. Fra le cose migliori la versione di Claudio della ballad Alleria, il duetto fra Fiorella Mannoia e Giuliano Sangiorgi in Terra mia, ancora Fiorella intensa con Sulo per parlà, Gianna Nannini con Anna verrà.

 

emma e giuliano sangiorgi emma e giuliano sangiorgi

Senza senso il duetto virtuale partito da O sole mio con il Volo e nessuna affinità possibile pure per Emma Marrone. Quando il sole di Pino tramonta sul San Paolo è notte fonda. La lunga scorpacciata è stata registrata, qualcosa ne uscirà prima o poi (cd o dvd) con tagli necessari: lo merita un' artista capace di chiamare sul palco quasi tutta la musica italiana (a dimostrazione della sua centralità e della sua libertà nel collaborare, perché con molti di loro gli è capitato di farlo) e lo merita una serata così: i ricordi forti hanno bisogno di essere fissati nel tempo.

 

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