Sarah Cascone per “Artnet”
A fine anni ‘30, molto prima di sviluppare la tecnica del ‘drip-painting’ (la sgocciolatura su tela), Jackson Pollock fece un unico mosaico, in mostra alla Washburn Gallery di New York fino al 28 ottobre.
E’ vagamente cubista, molto colorato, fu commissionato dalla ‘Works Progress Administration’ e poi rifiutato, non si sa perché. Tra il 1935 e il 1943, l’agenzia governativa si occupava di commissionare murales, sculture, fotografie e altre opere ad oltre 5000 artisti americani e Pollock era uno di loro.
L’iniziativa rientrava nel ‘New Deal, il piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente statunitense Roosevelt. La attuale mostra raccoglie proprio i lavori creati all’epoca per la WPA (firmati Philip Guston, Stuart Davies, Lee Krasner e altri), è ispirata a quell’impresa, molto diversa dalla attuale amministrazione Trump che minaccia di destituire la ‘National Endowment for the Arts’.
Secondo Washburn, quegli artisti non sarebbero sopravvissuti senza l’assistenza governativa, perché a quei tempi la povertà dilagava. Non si aiutarono solo pittori da cavalletto, ma anche astrattisti ed espressionisti, prima ancora che quel tipo di arte fosse accettata negli Stati Uniti.
the wpa at washburn gallery ilya bolotowsky murale POLLOCK