VIDEO - DAVID BOWIE A ''FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO''
DAVID BOWIE, LA LITE CON CELENTANO A 'FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO'
Gabriele Lippi per www.lettera43.it
Di situazioni strane, nella sua vita, ne deve aver vissute tante. Ma forse a David Bowie non era mai capitato di sentirsi tanto in imbarazzo davanti alle telecamere come quella volta che fu invitato da Adriano Celentano a Francamente me ne infischio.
Era il 21 ottobre del 1999, il Duca bianco aveva appena pubblicato Hours, il suo album numero 23, e aveva una gran voglia di promuoverlo suonando Thursday's Child alla tivù italiana. Quello che non poteva sapere è ciò che sarebbe accaduto dopo, e che gli avrebbe fatto dire: «Mi sono accorto subito che era un'idiota».
SILENZI E STILETTATE. Seduto sui gradini accanto ad Adriano Celentano, Bowie cominciò a pensare di aver fatto un errore prima ancora che il Molleggiato aprisse bocca, mentre aspettava la fine di uno dei suoi proverbiali e lunghissimi silenzi.
E forse sarebbe stato meglio continuare così. Perché alla prima domanda di Adriano, «Secondo te c'è futuro?», David rispose con una risata nervosa e un laconico: «Per me sì, e per te?».
La conversazione fu surreale. Con Celentano a chiedere al Duca Bianco una ricetta per salvare il mondo, e quest'ultimo a rispondergli con un sarcasmo che a stento mascherava l'irritazione.
LA FAME NEL MONDO... «Cosa bisogna fare contro la fame nel mondo?».
«La politica deve agire, ma il cambiamento deve partire dalla gente».
«E perché la gente tarda a muoversi?».
«Non chiederlo a me».
Poi la ricetta di Celentano, che spiegando come nel tempo libero si dilettasse a trattare i grandi problemi dell'umanità come se si trovasse in cucina, a scegliere gli ingredienti da mettere insieme per la cena: «Io penso che se tutti i ricchi del mondo si organizzassero e diedero qualcosa ai poveri...». E Bowie: «Sì, tutti dovremmo riservare una parte di ciò che guadagniamo alla beneficenza, ma il problema deve essere affrontato a livello politico. Sarebbe ancora più bello se i Paesi con un Pil enorme ne destinassero una parte ai meno ricchi».
... E LE GUERRE. Dopo la fame, la guerra: «Come cancellarla dalla faccia della Terra?».
«Non lo so, non sono la persona giusta a cui fare queste domande». E all'incalzare di Celentano, «tu sei una persona che pensa, hai la faccia di uno che pensa», una nuova risposta ironica.
«Io mi impegno personalmente a non iniziare mai una guerra».
«E pensi che io ne inizierò una?».
«Ti ho appena conosciuto, ne dubito».
In un crescendo di imbarazzo e tensione, con un Celentano pentito di aver invitato Bowie, e un Bowie altrettanto pentito di aver detto sì, arrivò poi il saluto raggelante.
«RIVEDERSI? NO GRAZIE». Alla domanda del Molleggiato, «pensi che ci rivedremo in futuro?», il Duca bianco rispose: «Dal momento che ci siamo visti oggi non c'è nessun motivo per vederci ancora». «Hai fretta di andartene, vuoi tagliare il discorso?». «Io? Non fermatemi e posso parlare all'infinito, non vi conviene nemmeno iniziare a parlare con me».
Il tutto tra risate e sorrisi che, lungi dal dissimulare la tensione, la rendevano ancora più evidente e palpabile.
«Ho capito subito che era un idiota», disse Bowie in una conferenza stampa al Four seasons di Milano due settimane dopo l'incontro con Celentano, «Capivo perfettamente cosa mi stava dicendo. Credo che lui sia un idiota. Però ero lì per suonare la mia canzone. In ogni caso, non credo che mi inviteranno ancora».
«CONFUSO DALLA QUOTAZIONE IN BORSA». «Io forse sono un idiota», la replica di Adriano, «ma certamente essere quotato in Borsa quantomeno ti rende confuso. Il tema dell'intervista nasce da una dichiarazione che Bowie aveva fatto a Parigi e nella quale diceva che partecipava volentieri a Francamente me ne infischio perché io ero 'socialmente impegnato'. Illudendomi quindi che dicesse la verità, durante lo show cercai di coinvolgerlo sul piano sociale, constatando invece che lui era 'socialmente impegnato' solo a promuovere il suo disco». E non aveva tempo per cancellare guerre e fame nel mondo.