Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo oggi? Stasera, ve lo dico subito, c'è Moana! Ma a mezzanotte e mezza nel supersoft "Amami" diretto da Bruno Colella e prodotto da Galliano Juso. Per prepararci all'arrivo di Moana niente di meglio che una bella seratona di western dark. Si spara parecchio con questi due spaghetti western di culto su Cine 34, prima alle 21 “Oggi a me… domani a te” di Tonino Cervi, scritto assieme a un giovane Dario Argento, a seguire l’ancor più cupo e horror “Django il bastardo” di Sergio Garrone, fratello di Riccardo, con Anthony Steffen e la bella Rada Rassimov.
Il primo è un ottimo spaghetti western dark, con Brett Halsey che si fa chiamare Montgomery Ford e veste tutto di nero alla Django, magrissimo e vagamente jettatorio, il grande attore giapponese Tatsuya Nakadai, il cattivo di Yojimbo di Akira Kurosawa, come il bandito James El Fego, spadaccino imbattibile e cattivissimo in pieno west, Bud Spencer dilagante su un cavallo che, stranemente, lo regge, sempre pronto a menar le mani, William Berger (doppiato da Pino Locchi) pronto con le carte e col coltello, tanto che riesce a smascherare l’asso nella manica del giocatore baro da sotto il tavolo inchiodandolo con la lama alla sedia (come faccia, poi?…). “Il successo dei western italiani dipende dalla loro violenza”, raccontava Cervi, “dai bassi istinti dell’uomo. Violenza, cattiveria e vendetta finale, la formula in fondo era questa”.
Ruba la scena a tutti il grande Tatsuya Nakadai, elegantissimo. È lui che il pubblico dei ragazzini aspettavano. Il film venne girato in inglese, anche se Nakadai sapeva solo il giapponese. “Ma due giorni dopo”, ricordava Tonino Cervi, “abbiamo cacciato via l’interprete e ci capivamo benissimo, io mi spiegavo coi gesti e lui capiva tutto quello che volevo con una sensibilità eccezionale”. Nakadai fa un gran duello armato di machete con Bud Spencer che brandisce un grosso tronco di legno. Ricorda Brett Halsey che Nakadai “non era mai stato su un cavallo così doveva prendere lezioni. Era un professionista in molte cose. Io ero affascinato da come adattò la tecnica delle spade dei samurai in un western.”
Anche “Django il bastardo” di Sergio Garrone è considerato un western dark, anzi horror di gran livello. E’ anche citato come come fonte d’ispirazione per il capolavoro di Clint Eastwood “Lo straniero senza nome”. Di culto anche per la presenza di Rada Rassimov, Paolo Gozlino, Luciano Rossi (mascherato col folle nome di Lu Kamante) come il killer epilettico Hugo, e, soprattutto, di Ennio Antonelli, grande caratterista romano, qui in un ruolo di cattivo della banda di Tomas Rudy.
È il massimo. Ricorda Garrone: “In Italia ebbe un successo incredibile. Questo film segnò la mia evoluzione artistica, ossia a mano a mano che progredivo nella regia miglioravo il mio sentimento personale per i film che facevo e riuscivo a svincolarmi dai limiti imposti dalla produzione riuscendo a fare qualcosa di totalmente mio”. Grande finale ambiguo dove Django dice di tornare all’inferno, cioè da dove proviene. “Alla fine tu non sai se Django è vero o no, se è un sogno, un fantasma... Il personaggio non ha comunque una valenza reale”.
Non vi va il western dark? Posso capirlo. Il film per voi magari è “Papillon” di Franklyn J. Schaffner con Steve McQueen e Dustin Hoffman, Rai Movie alle 21, 10, tratto dal romanzo autobiografico di Henri Charreire e scritto giorno per giorno dal grande Dalton Trumbo, megaclassico carcerario con tanto di fuga dall’Isola del Diavolo, la stessa dove rinchiusero Dreyfus. Qui è tutto ricostruito in Giamaica tra fiumi d’erba sul set. Hoffman e McQueen non si amavano, anche perché McQueen prendeva 2 milioni di dollari e Hoffman solo 1, 25. Si può capire. Ma i produttori amavano ancora meno McQueen perché aveva “rubato” Ali MacGraw a Robert Evans, allora a capo della Paramount, e gliela fecero pagare non candidandolo all’Oscar. Su Rai Storia c’è “Il giocattolo” di Giuliano Montaldo, prodotto da Sergio Leone nel pieno dei violenti anni ’70 con Nino Manfredi, modesto ragioniere represso alla Fantozzi pazzo per le armi che dopo essere stato massacrato dal suo capo e da una serie di donne, c’è anche Pamela Villoresi femminista, non potrà che sparare. Col suo giocattolo, cioè " una 38 con bam masterpiece, canna da 165, 1332 gr. di peso, massima precisione, è un fatto di balistica, ma voi che cazzo ne sapete di balistica?".
Sempre per i fan di armi ricordo il violento “Lone Survivor” di Peter Berg, Canale 20, con un gruppo di Navy Seals, interpretati da Mark Wahlberg, Ben Foster, Taylor Kitsch, in azione. Mi sembra molto interessante “Il ricatto” girato dallo spagnolo Eugenio Mira da un copione di Damien Chazelle, Iris alle 21, dove un celebre pianista, Elija Wood, mentre sta per iniziare un concerto riceve un messaggio con la scritta “Se sbagli una nota ti uccido” e inizia a cercare il killer in sala con gli occhi. Certo, avete anche un classicone con Marilyn Monroe-Betty Grable-Lauren Bacall, “Come sposare un milionario” di Jean Negulesco, Paramount alle 21, 10, il divertente cartone animato “Rio” di Carlos Saldanha, Italia 1 alle 21, 10.
Attenti al porno-thriller d’annata“Linda”, noto anche col titolo più esplicito “Orgia de ninfomanas”, firmato nel 1981 dal grande Jesus Franco, Cielo alle 21, 20, coproduzione ispano-tedesca con le belle Katja Bienert, Irsula Buchfellner e Raquel Evans. Imperdibile.
In seconda serata avete un paio di modesti film con Robert De Niro, “15 minuti. Follia omicida a New York” di John Herzfeld, Rete 4 alle 23, 25, “Voglia di ricominciare” di Michael Caton-Jones con Leonardo Di Caprio, La 7 alle 23, 30, un paio di classici di Jean-Claude Van Damme, “Kickboxer” su Tv8 alle 23, 50, e “In Hell” di Ringo Lam su Rete 4 alla stessa ora, e lo sballatissimo biblico autoriale “Noah” di Darren Aronofsky con Russell Crowe, Jennifer Connelly e Antjony Hopkins, Canale Nove alle 23, 38.
Per fortuna che alle 00, 35 su Cine 34 ci svolta la serata (mah…) Moana Pozzi supernuda in una megaproduzione Galliano Juso, “Amami”, diretto da Bruno Colella con un megacast di amici di Galliano che va da Massimo Ceccherini a Victor Cavallo, da Novello Novelli a Carlo Monni, da Nadia Rinaldi a Flavio Bucci, da Eugenio Bennato a Tony Esposito. E’ una specie di finta storia di Moana che il su’ babbo, Novello!, scopre essere attrice porno e si incazza. Poi faranno pace in tv in un talk show… Cultissimo.
Avverto che alle 00, 55 su Iris parte una meraviglia come “L’uomo dal braccio d’oro” di Otto Preminger con Frank Sinatra jazzista strafatto di eroina nella New York anni ’50 tra Kim Novak e Eleanor Parker. Il ruolo di Frank Machine il regista lo aveva offerto sia a Montgomery Clift, che rifiutò, che a Marlon Brando, che non rispose a tempo. E andò così a Sinatra, che è però bravissimo e conosceva le dinamiche dei musicisti di quegli anni rispetto all’eroina. Un tempo si diceva che Otto Preminger faceva i più bei carrelli di tutto il cinema. Magari si esagerava, ma guardate come gira…
Alle 2,20 Cine 34 propone un erotico storico non vistitissimo, “Lucrezia giovane” girato da Luciano Ercoli col nome di André Colbert. Ci sono Simonetta Stefanelli, bellissima ma forse non troppo credibile come Lucrezia Borgia, Massimo Foschi come Cesare Borgia, Fred Robsham, Ettore Manni e perfino Memmo Spoletini. Attenti ai tagli. Se ce la fate, alle 5 di notte su Rete 4 arriva anche Claudio Villa con “La banda del buco” di Mario Amendola. Mai visto.
Il pomeriggio vedo che passa un grande western violento di Samuel Fuller, “La tortura della freccia”, Rete 4 alle 15, 35, con Rod Steiger soldato sudista che, a guerra finita, se la vede con gli indiani e con tutto l’esercito americano. Ci sono anche la bellissima Sarita Montiel nel ruolo di Mocassini Gialli (doppiata in inglese da Angie Dickinson), Charles Bronson come Blue Buffalo, Ralph Meeker e Brian Keith. La simpatica tortura del titolo è presto detta. Il torturato, cioè il poro Rod Steiger catturato dagli indiani, è lasciato correre libero di scappare mentre gli indiani lo tempestano di frecce. Sembra che i critici del tempo avessero notato che di Rod Steiger si vedevano solo i piedi durante la corsa. E forse non erano neanche i suoi. Fuller ammise che era vero, ma Steiger si era fatto male il giorno prima e non riusciva a correre. Seee.
Non era male “Il tenente dei carabinieri” di Maurizio Ponzi con Enrico Montesano, Nino Manfredi e Massimo Boldi, Cine 34 alle 15, 40, sorta di sequel non dichiarato di “I due carabinieri” con Verdone e Montesano. Ricordo che lo vidi in una proiezione piena di carabinieri. Visto che ci stiamo scaldando per il ritorno del calcio, c’è chi non ne può più di scommettere sulle partite della Bielorussia, niente di meglio che “Ogni maledetta domenica” di Oliver Stone con un Al Pacino scatenato allenatore di rugby su La 7 alle 17. Castone con Jamie Foxx, Cameron Diaz, James Woods, Jim Brown. Montatissimo, però, da vedere proprio su grande schermo.
Non mi sembrava bellissimo questo “Michael” di Nora Ephrom con John Travolta angelo, Paramount alle 17, 10. Magari sbagliavo, però. Rivedo sempre volentieri invece “Ferie d’agosto” di Paolo Virzì, Cine 34 alle 17, 20, lotta tra radical chic romani di sinistra e piccolo borghesi romani di destra in quel di Ventotene prima dei social e di Salvini-Meloni. Nel cast Silvio Orlando-Laura Morante come coppia di sinistra in crisi, Antonella Ponziani come hippy, Ennio Fantastichini-Sabrina Ferilli-Piero Natoli sono i cafoni di destra. Ma poi Sabrina cede a Gigio Alberti e niente va come deve andare…
Non ho mai visto questa interessante commedia “Una ragazzaa Las Vegas” di Stephen Frears con Bruce Willis e Catherina Zeta Jones, Rai Movie alle 17, 35. Alle 19, 15 scelta così così tra un recentissimo neapolitan movie a episodi, “San Valentino Stories” firmato da Antonio Guerriero, Emanuele Palamaro, Gennaro Scarpato con Denise Capezza e Luigi esposito, Rai Movie, e un trado film di Pozzetto, “Non più di uno” di Berto Pelosso, Cine 34. Io sarò già sintonizzato sul miglior film della giornata, il capolavoro di Howard Hawks “Un dollaro d’onore” con John Wayne, Dean Martin, Angie Dickinson, Ricky Nelson e Walter Brennan, RSI La2 alle 18, 40. Perfezione assoluta di sceneggiatura e messa in scena. Hawks non si discute.
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