LA ROMA DEI GIUSTI - COME IL CHEESEBURGER CON PATATINE CHE CUCINA PER ANYA TAYLOR JOY IL GRANDE CHEF STELLATO RALPH FIENNES, ANCHE QUESTO SOFISTICATO SOLO SULLA CARTA “THE MENU”, DIRETTO DA MARK MYLOD È QUASI MEGLIO MANGIARSELO A CASA GUARDANDO LA TV CHE AL RISTORANTE PERCHÉ AL CINEMA, COME FILM, VEDI TUTTI I LIMITI DELLA STORIA - UN MISCHIONE DEL CLASSICO “THE MOST DANGEROUS GAME” E DI “THE SQUID GAME”, MA ANCHE CON PUNTE DI LOTTA DI CLASSE TRA “PARASITE” E “TRIANGLE OF SADNESS”… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Come il cheeseburger con patatine che cucina per Anya Taylor Joy il grande chef stellato Ralph Fiennes, anche questo sofisticato solo sulla carta “The Menu”, diretto da Mark Mylod, regista di episodi di serie di grande successo come “Succession” e “Games of Throne”, scritto da Seth Weiss e Will Tracy, è quasi meglio mangiarselo a casa guardando la tv che al ristorante. Perché al cinema, come film, vedi tutti i limiti della storia, del meccanismo drammatico. E, direi, anche dell’anonimato di questi registi.

 

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Perfetti nel seriale, ma non autorevoli su grande schermo, troppo shootist, come li chiamava John Milius. Mischione del classico “The Most Dangerous Game” e di “The Squid Game”, ma anche con punte di lotta di classe tra “Parasite” e “Triangle of Sadness”, il film di Mark Mylod porta dodici ricchi personaggi su un’isola dove cive e cucina per pochi privilegiati un celebre cuoco, Chef Slowik, cioè Ralph Fiennes, assieme alla sua assistente Elsa, Hong Chau.

 

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Di tutto il gruppone di clienti, dalla raffinata critica culinaria Lilian Bloom, cioè Janet McTeer, la star del cinema, John Leguizamo, con amante al seguito, Aimee Carrero, quattro uomini d’affari, due vecchi clienti affezionati, solo la giovane Margot, Anya Taylor-Joy, sembra venuta lì per caso, portata al posto di un’altra ragazza dal fan della nuova cucina Tyler, Nicholas Hoult.

 

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E’ attraverso gli occhi di Margot che assistiamo al perverso gioco che sta mettendo in scena lo chef, che abbina ai suoi raffinati piatti flussi abbondanti di sangue. Ma il gioco è solo agli inizi. Di cosa si debba vendicare lo chef non è ben spiegato, salvo un vago sentimento di rivalsa tra chi serve e chi paga. Ma certo in questo “Triangle of Sadness” e “Parasite” si sono spinti ben oltre. Ma il pubblico ormai, come i clienti di Chef Slowik sono di bocca buona.

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