UNA SCONFITTA DA PIRLO-NI - LO SCUDETTO ALLA JUVE DÀ RAGIONE A CONTE - UNA STRATEGIA VINCENTE SIA SUL CAMPO CHE NELLO SPOGLIATOIO: OTTIMO POSSESSO PALLA, MAI UNO SCAZZO O UN PROBLEMA - MENTRE LE ALTRE SQUADRE ITALIANE SI GASAVANO DI ESSERE IN EUROPA (PER POI USCIRNE UMILIATE), LA JUVE, STANDONE FUORI, NON HA AVUTO CONTRACCOLPI PSICOLOGICI NÉ INFORTUNI (COME INVECE È SUCCESSO AL MILAN) - POI, IL SUICIDIO ROSSONERO: CEDERE PIRLO ALLA JUVE…

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Gianni Mura per "la Repubblica"

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Scudetto alla Juve, aiutata anche dall'Inter. Non occorre aspettare l'ultima giornata. Partita brutta e fallosa a Trieste. A Milano, derby di nervi, rigori che c'erano e non c'erano, gol-non gol (ma stavolta a favore del Milan). Trascinato da Ibrahimovic sul 2-1, il Milan ha fatto harakiri. ORA si può discutere dei meriti, delle fortune, delle stelle, fare una piccola analisi di uno scudetto vinto dalla squadra migliore per continuità e rendimento, e dunque del tutto meritato.

Dove i meriti s'intrecciano con le fortune c'è la svolta. Prima del doppio confronto tra Milan e Barcellona la Juve aveva 4 punti di ritardo. Dopo, uno di vantaggio.
Altri indicheranno la svolta nel gol non concesso a Muntari nello scontro diretto. Il Milan sarebbe andato sul 2-0 ma si era ancora nel primo tempo. Sarebbe stata un'altra partita, ma nessuno può dire come sarebbe andata a finire.

C'è un dato interessante, nella Juve di Conte. Ha sempre avuto un possesso di palla superiore agli avversari, piccoli e grandi. Nelle classifiche continentali ha davanti solo Barcellona e Bayern. Il lavoro di Conte è stato fondamentale, perché alla Juve non ha portato solo questo scudetto, che non è poco. Ha dato un gioco, che già pare più europeo che italiano. Ha dato o ridato orgoglio di appartenenza.

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Quando parla dei padri nobili, Conte cita Trapattoni e Lippi ma io penso che sia più vicino a Sacchi (un martello) con maggiore elasticità sui moduli. Parentesi atalantina a parte, Conte aveva fatto giocar bene le sue squadre, ma in B. Innamorato del 4-2-4 l'ha mandato in soffitta quando ha capito che Pirlo non ci rientrava. Ha adottato spesso il 3-5-2, che protegge di più la difesa. Forse pensa al 4-3-3, ma sono dettagli.

Non sono dettagli invece una squadra mai morta e molto aggressiva, in particolare all'inizio di ogni tempo, né la gran quantità di tiri in porta: anche qui la Juve viaggia su medie europee. E nemmeno la disponibilità a fare il suo gioco e a non subire quello altrui. Molto efficaci i movimenti in pressing organizzato per recuperare il pallone. Non basta il passato da giocatore della Juve a illustrare il lavoro in profondità di Conte.

Lavoro anche psicologico: in tutto il campionato dallo spogliatoio non è uscita una polemica, né sul campo un gesto di stizza da parte di un giocatore sostituito.
Doveroso citare l'esempio di Del Piero, che la fascia di capitano la ereditò da Conte.
Quando vince lo scudetto Tizio si usa dire che l'ha perso Caio. È ovvio. Il Milan è partito come grande favorito, la Juve come outsider e nemmeno di prima fila. Il rendimento basso o altalenante di altre squadre (Inter, Roma, Napoli, Lazio) ha fatto sì che in testa si delineasse una volata a due, non uno sprint affollato.

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La tabella di marcia di Allegri è come quella che fruttò lo scudetto e per questo non me la sento di buttargli la croce addosso. Un'impressionante serie di infortuni, come alla Lazio, ha portato a una costante emergenza, che il Milan ha pagato nel momento cruciale. Un numero talmente alto d'infortuni che dovrebbe portare a interrogarsi chi di dovere. La Juve non ha pagato dazio all'infermeria anche perché, fuori dall'Europa, ha potuto allenarsi meglio, senza i contraccolpi psicofisici che sono l'altra faccia del prestigio.

Un gioco vibrante e valido, zero polemiche, pochi infortuni. Il quadro si sta delineando. Ma è giusto dire che lo scudetto non l'ha perso il Milan ma l'ha vinto la Juve, andando oltre le più ottimistiche previsioni. Nella lettura agostana della palla di lardo l'avevo collocata in seconda posizione, dietro il Milan e con una percentuale di successo superiore al resto del gruppo. Così è andata, e arriva il momento di parlare di Pirlo. Fondamentale in campo come Conte in panchina. Questo è un merito della Juve e una colpa del Milan, di qui non si scappa.

festa scudetto juventus jpegfesta scudetto juventus jpegCONTE ALLA FESTA SCUDETTO DELLA JUVECONTE ALLA FESTA SCUDETTO DELLA JUVE

Al Milan, numeri alla mano, possono sempre sostenere di non aver sentito l'assenza di Pirlo. Ma non sapranno spiegare perché l'hanno lasciato a una diretta concorrente, risolvendole automaticamente il problema del gioco. Penso che senza un giocatore con le caratteristiche di Pirlo questo scudetto forse la Juve non l'avrebbe vinto. O forse sì, ma proviamo per un attimo a immaginare come sarebbe stato, senza Pirlo, il gioco della Juve. Pirlo è un gol della Juve o un autogol del Milan o tutt'e due le cose insieme? Ognuno decida, io sono per la terza opzione. Al di là dei colori delle maglie e del tifo, è la riprova che un giocatore di classe fa sempre comodo, specie se il suo gioco esalta quello dei compagni.

CHIELLINI FESTEGGIATO PER LO SCUDETTO JUVECHIELLINI FESTEGGIATO PER LO SCUDETTO JUVE

Non c'è solo Pirlo da citare, naturalmente, in una squadra che vince lo scudetto in questo e che porta tutti in rete, tranne Barzagli, bravissimo però in retroguardia.
Portiere a parte, la Juve non ha una difesa di grossi nomi, eppure è di gran lunga la meno battuta. Ha realizzato gli equilibri tra i reparti che sono una delle cose più utili e difficili da ottenere. Il centrocampo è forte, Marchisio nella prima metà del campionato e Vidal nella seconda si sono segnalati come incursori d'area oltre che nel recuperare palloni. Gli attaccanti, spesso alternati, non figurano nelle parte alta della classifica dei goleador. Il più prolifico, Matri, ha segnato meno della metà di Ibrahimovic.

Però non è detto che nel gioco di Conte sia la punta centrale a dover fare la parte del leone. Altri dettagli: Vidal da oggetto misterioso a insostituibile, Vucinic più dinamico. Hanno risposto alle attese gli acquisti più illustri, ma anche quelli meno: Giaccherini, Caceres. È molto migliorato De Ceglie, Bonucci si distrae meno. È una squadra ringiovanita ma già matura. Per l'Europa, a questo punto, passando dalla porta grande.

 

 

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