Giuseppe Cruciani per “Libero quotidiano”
Ma come si fa ad attribuire a un bambino di quattro anni, dico quattro anni, la patente (già ridicola di suo) di icona gay? Eppure è accaduto in Gran Bretagna, dove sulla rivista omosex Pinknews è comparso un articolo sul principe George con tanto di foto del piccolo, che alcuni malati di mente hanno giudicato essere in atteggiamenti effeminati. Il titolo è questo: «La gente pensa che il principe George in questa nuova foto sia favoloso».
E dentro: «Il principe è diventato un'icona gay durante la notte, almeno è quello che alcune persone stanno dicendo su Twitter. L' erede al trono è sempre stato carino e ben vestito, ma un giorno prima del suo quarto compleanno, una sua foto in cui sfoggia un viso eccitato ha cambiato ogni cosa».
Un viso eccitato? Vero che nella traduzione la parola excited potrebbe non significare esattamente quello che state pensando, ma in ogni caso: di cosa stiamo parlando? Giustamente massacrato da più parti il direttore del sito si è rifiutato di cancellare questa follia, dicendo che l' articolo si basava sui commenti raccolti dagli utenti.
Ora, la cosa grave è appunto questa, il fatto che un gruppo di frequentatori del sito omosessuale abbia concentrato le sue attenzioni sul bimbo, cercando di scovare nelle pose ovviamente involontarie di Giorgino una sua tendenza gay sin dalla tenera età. Solamente per elementi decerebrati, per non dire peggio, le foto di un ragazzino possono suscitare pensieri del genere.
Il principe quattrenne, negli scatti in questione era a bordo di un elicottero, aveva le braghette corte, le ginocchia un po' piegate in avanti, le mani sul mento e lo sguardo sorridente mentre osserva qualcosa. Niente di particolare. Cose normalissime e naturali per chiunque, figuriamoci per uno della sua età. E invece per Nathan Beard, lettore di Pinknews, «George è già un' icona gay più grande di Boy George», mentre un altro, tal James Nichols, prega perché il giovincello possa «ascendere al trono e diventare così il primo reale gay dell' Inghilterra».
«Che bello se George fosse gay e causasse una crisi costituzionale!», esclama un certo Jason e ce ne sono diversi che sperano, dico sul serio, che venga fuori un bel principino omo. Nel servizio del sito si legge che «non c'è niente di male nel vedere il principe George rappresentato in questa maniera».
Può essere, ma cosa accade regolarmente (e giustamente) se qualcuno di noi anche solo per sbaglio si permette di fare una battuta ambigua su un ragazzo, chessò, di tredici, quattordici anni? Come minimo arriva a casa la polizia e parte un'accusa di pedofilia che ti marchia per tutta la vita, quali che fossero le tue vere intenzioni.
Ma non c' è solo questo. Spesso nella comunità gay più militante, quella dei siti e delle associazioni, c'è una specie di euforia nel far sapere al mondo che quello è frocio, l' altro è andato con un uomo, e questo invece ha lasciato la moglie per mettersi con l' attore tal dei tali. Come dire: più siamo e più ci manifestiamo meglio è. Una mentalità da ghetto, rifiutata invece dalla stragrande maggioranza degli omosessuali italiani che se ne fregano di essere classificati e bollati come appartenenti a una unica famiglia, o in base ai loro gusti sessuali.
Poi non si riesce bene a capire perché dovrebbe essere bello avere un Re d'Inghilterra o un Presidente Usa gay, come si dovesse conquistare una istituzione per affermare la parità nei diritti. In ogni caso, tornando a bomba sulla vicenda di Giorgino, scorgere nella faccia e nelle smorfie dell'erede mignon una passione per gli uomini, innalzando l'incolpevole a futuro simbolo dei Pride mondiali, è da ricovero coatto. Cari amici gay, e so che siete d'accordo con me, scherzate pure su tutto, ci mancherebbe altro. Ma lasciate in pace i bimbi di quattro anni, principi o meno che siano.