ALESSANDRA MENZANI E SELVAGGIA LUCARELLI
Selvaggia Lucarelli per il “Fatto Quotidiano”
Da settimane si discute del clamoroso caso Ashley Madison (il sito canadese in cui persone sposate cercano partner di scappatelle fedifraghi pure loro) e del presunto hackeraggio subìto. Gli attivisti del gruppo “The impact team” hanno schiaffato in Rete i dati personali di 32 milioni di iscritti ed è partito un fiume di notizie allarmistiche, titoloni e narrazioni di drammi familiari. Fin qui tutto normale.
BUFALE WEB IL SITO ASHLEY MADISON
Immaginate implodere contemporaneamente 32 milioni di famiglie. Immaginate 32 milioni di cazziatoni di mogli tradite nello stesso momento, roba da sprigionare un’energia dieci volte superiore a quella dall’atomica a Nagasaki. Immaginate 32 milioni di station wagon rigate con l’attizzatoio da caminetto. Il problema è che dopo una lettura superficiale, mi sono messa a cercare tutto quello che è uscito sul caso. E sento odore non solo di bufala, ma pure della stalla in cui la bufala alloggia.
ashley madison uomini che cercano le donne
Ashley Madison è sempre stato, prima ancora che un grande generatore di incontri, un immenso generatore di cazzate. Sia nella comunicazione che nella sostanza, il sito canadese si è sempre mosso su quel sottile confine tra la truffa e la spregiudicatezza. Immaginate un qualcosa a metà tra Matteo Renzi e il leghista Gianluca Buonanno, un’azienda che promette cose che non può mantenere e che lo fa inventandosi campagne sopra le righe. Qualche tempo fa Ashley Madison proponeva 3 milioni a stagione all’Atletico Madrid per diventare suo sponsor. Sembra una proposta seria, poi i dirigenti dell’Atletico si vedono arrivare un fax con una clausola che prevede un bonus di 50.000 euro a ogni giocatore che venga scoperto a tradire la compagna. L’Atletico declina l’offerta.
Poi Ashley Madison millanta trattative con Andrea Agnelli per diventare lo sponsor dello stadio torinese della Juventus e racconta di volerlo colorare tutto di rosa come un babydoll di Valeria Marini, ma anche questa storia si rivela l’ennesima boiata. Per non parlare della continua produzione di improbabili sondaggi per far parlare del sito tipo “Secondo Ashley Madison i tifosi più infedeli sono quelli della Juve seguiti dai romanisti” e altre amenità tali da rendere credibili pure i sondaggi sul gradimento del Pd diffusi dal Pd. Fin qui rientriamo nel campo del marketing aggressivo, ma nulla di eclatante. Passiamo ora alle promesse. Il sito promette(va) di far incontrare coniugi infedeli di tutto il mondo. Trentasette milioni di iscritti, una pacchia.
Peccato che chiunque abbia provato a iscriversi abbia raccontato esperienze disastrose: soldi spillati per qualche sporadico messaggio e profili femminili gestiti da escort che poi davano appuntamento altrove o semplicemente fake, le cui risposte erano preconfezionate. Del resto, mi sono sempre domandata quale bisogno avesse una donna di iscriversi a un sito per tradire. Generalmente basta andare nel bar sotto casa e qualcuno a cui non fai proprio schifo lo trovi sempre. E infatti, la prima cosa che viene fuori quando scoppia la storia degli hacker è che i profili femminili sono quasi tutti falsi. E che Ashley Madison è un grosso covo di pipparoli (mi si perdoni il lirismo) che flirtano con dei robot.
Poi c’è tutta la gran quantità di notizie sull’hackerag gio, alquanto nebulose. Sono stati degli hacker che però si conoscono poco. Sappiamo solo che sono dei gentiluomini perché all’inizio hanno pubblicato i dati di 2500 iscritti dando l’aut aut: o chiudete il sito o pubblichiamo il resto. Io gli hacker che trattano non li avevo mai sentiti, ma vabbè. Loro non cedono al ricatto e i dati di 32 milioni di utenti finiscono in Rete.
Dicono che ci sono fior di manager e vip coinvolti, sarà uno sputtanamento mondiale. Però viene fuori che spulciare questi famosi file per i profani non è così facile e alcuni file apparentemente reali sono mescolati ad altri con informazioni false fatte girare non si sa da chi. Ma la faccenda fondamentale è che pure se i dati degli utenti ci sono, le email non erano verificate, quindi io potevo registrarmi con l’indirizzo mariaelenaboschi@gmail.com (tant’è che è stato trovato anche l’indirizzo di Tony Blair).
Ci sarebbero i numeri delle carte di credito con cui sono state fatte le transazioni ma anche qui è tutto fumoso, ci sono solo le ultime cifre e poi quale sarebbe la moglie che controlla 32 milioni di carte di credito per trovare quella del marito? Insomma, molta fuffa ma poi alla fine questi milioni di nomi celebri e di vicini di casa sputtanati dal più grande scandalo mondiale io ancora non li vedo.
Ne sono usciti una manciata, ma è tutto da verificare. Si parla di molte email legate a esercito e governo, ma anche lì se è vero che chiunque poteva mettere l’email che voleva, si tratta di altro fumo. Io posso essere mariorossi@montecitorio.it, se non mi si verifica l’email.
C’è poi un fiorire di aneddoti improbabili che è molto in stile “comunicazione Ashley Madison”. Per esempio la storia dei tre suicidi collegati allo scandalo, due in Canada (guarda te, con 32 milioni di iscritti nel mondo proprio in Canada dove il sito ha la sede) e uno negli Stati Uniti. Non si sa chi siano questi defunti, non si conosce un dettaglio, “la polizia sta ancora indagando”, ma qualcuno ha già dato la notizia alla stampa.
Che poi vorrei capire: da quando gli uomini scoperti a tradire si tolgono la vita? Fosse così, il sesso maschile si sarebbe estinto dopo i T-rex. E nel caso, ne ha ammazzati più Whatsapp che Madison. L’ultima è che un prete si sarebbe tolto la vita (qui c’è il nome), ma la storia è stranamente snobbata dai grandi siti di informazione mentre viene dato grande rilievo alla notizia “Ashley Madison diventa una serie tv”.
Ma come, è una tragedia, la gente si sta suicidando e diventa già una serie tv? Poi c’è la storia surreale del tizio gay che vive in Arabia Saudita e scrive agli hacker che se pubblicheranno i suoi dati sarà costretto a scappare dal suo Paese perché gli omosessuali vengono lapidati. Cioè, uno sta in Arabia Saudita, ha paura che qualcuno scopra che è gay dal suo computer e manda un’email per dire che è gay? Insomma. Tutto poco credibile. Infine, vorrei capire dove sono i nomi degli italiani.
Dati pubblicati, sputtanamento mondiale, migliaia di iscritti in Italia e nessun connazionale s’è ancora non dico suicidato, ma almeno preso una teiera in testa dalla moglie. Nulla. Neppure mezzo aneddoto da bar, una moglie incazzata a Pomeriggio 5, un trafiletto su Cronaca Vera. Solo fuffa. E allora a questo punto sarebbe il caso che si attendessero notizie dall’Fbi che sta indagando e nel frattempo si adottasse molta prudenza nel bersi le notizie sulla vicenda. Personalmente, è tutta la vita che mi bevo le bugie di traditori seriali, ma a certe boiate di Ashley Madison non credo neanche io.
selvaggia lucarelli in giappone selvaggia lucarelli 2