Michela Tamburrino per www.lastampa.it
I sette uomini d'oro sono appena stati nominati, il nuovo corso della Rai prende forma e già iniziano le prime polemiche sulle evidenti differenze di gestione. Differenze che saltano agli occhi soprattutto nella concentrazione degli incarichi in poche mani sicure.
La scelta più eclatante riguarda la zona apicale: via Alberto Matassino e il suo ruolo di Direttore Generale è assunto dello stesso ad Carlo Fuortes.
Così il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi sotto la presidenza di Marinella Soldi e alla presenza dell’Amministratore Delegato Carlo Fuortes, ha proceduto a designare Ludovico Di Meo in qualità di Direttore generale di San Marino RTV, società partecipata al 50 per cento da Rai in base ad un Accordo vigente tra i Governi dei due Paesi. (E dunque abbandona la direzione di Rai2).
Nel corso della seduta l’Amministratore Delegato Carlo Fuortes ha altresì informato il Cda sulle nomine relative all'area corporate, tutte coperte da risorse interne all'Azienda: Giuseppe Pasciucco, già Cfo, è nominato Direttore Staff dell’Amministratore delegato.
Di conseguenza, Marco Brancadoro assume il ruolo di Cfo e Giorgio Russo quello di Direttore Pianificazione strategica e controllo di gestione. Roberto Ferrara diventa Direttore Canone e Beni artistici.
A Pierluigi Colantoni viene affidata la Direzione Comunicazione, (via Marcello Giannotti) nel cui ambito è inserito l'Ufficio stampa, di cui diventa responsabile Stefano Marroni.
L’amministratore delegato Carlo Fuortes ha assunto ad interim il ruolo di Direttore generale corporate.
Questo il comunicato ufficiale che ha messo i sindacati sul piede di guerra: «Non un grande inizio per i nuovi vertici della Rai sul piano dell’equità di genere di cui tanto si parla» si legge nel documento del Cpo Fnsi e Usugrai.
E ancora: «In una azienda che già vede le donne in forte minoranza nei vertici, queste nomine sono un palese segno di disinteresse per il tema delle pari opportunità. Un segnale retrogrado e in decisa controtendenza rispetto alle politiche in essere nei maggiori broadcaster di servizio pubblico europei.
Sinceramente è offensivo semplicemente pensare che non esistessero in Azienda professioniste in grado di assumere anche uno solo dei ruoli assegnati».
La Commissione Pari Opportunita della Rai e la Commissione Pari Opportunità dell’UsigRai chiedono conferma della valutazione di almeno un curriculum femminile per ciascuno dei ruoli presi in considerazione come previsto dalla policy di genere aziendale.
E contano sull’impegno a un deciso riequilibrio di quanto fatto sinora nelle prossime nomine».
Interviene anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Alberto Barachini. Con riferimento alle situazioni di conflitto di interesse che potrebbero riguardare alcuni componenti del nuovo Cda, Barachini ha inviato una lettera al Presidente e all'Amministratore delegato, ritenendo opportuno richiamare tutti i componenti del Cda dell'Azienda «al massimo rispetto dei principi di autonomia ed indipendenza richiesti dalla carica ricoperta, nonché ad evitare qualsiasi situazione di conflitto d'interesse, anche potenziale, come previsto dalla legge e dal codice etico dell'Azienda». E nella medesima lettera, ha chiesto di far pervenire alla Commissione tutti gli elementi, in possesso dell'Azienda, a supporto dell'assenza di conflitti in capo agli attuali consiglieri.
Pierluigi Colantoni CARLO FUORTES pierluigi colantoni anch'io 2 CARLO FUORTES