‘’THE BLING RING’’ DE’ NOANTRI - DUE RAGAZZINE ROMANE COMPLICI DI UNA BANDA DI LADRI D’APPARTAMENTO (VIA FACEBOOK)

Due 17enni accalappiavano le vittime su Facebook, si facevano invitare a casa e poi facevano entrare i complici che svaligiavano tutto - Si sentivano invincibili, una di loro ha scritto alla madre: “Guadagno in un giorno quanto te in un mese” - Le hanno beccate proprio grazie a quell’sms...

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Rinaldo Frignani per il "Corriere della Sera"

Di giorno sui banchi del liceo classico a tradurre versioni di latino e greco. Di pomeriggio a casa dei compagni di scuola e di nuovi amici conosciuti su Facebook. Di notte nel covo di una gang di ladri specializzati in furti seriali in negozi e appartamenti. La tripla vita di due studentesse romane di buona famiglia di Talenti - quartiere bene fra Montesacro e Nomentano - cresciute fra i libri, lo shopping e la voglia matta di vivere sul filo del rasoio. Passare dall'altra parte, conoscere il brivido di una vita al limite, da clandestina. Anche loro da ladre.

LICEALI CHE SACCHEGGIANO CASA DOPO AVER ADESCATO SU FACEBOOKLICEALI CHE SACCHEGGIANO CASA DOPO AVER ADESCATO SU FACEBOOK

E così le teenager, di 17 anni, una romana l'altra di origine nordafricana, si sono trasformate in complici della banda al punto da diventare personaggi insostituibili per violare appartamenti protetti da porte blindate, allarmi sofisticati e grate alle finestre perché capaci di ingannare ragazzi più grandi di loro, irretirli e spingerli a invitarle a casa.

Un sistema collaudato e quasi infallibile è quello che i carabinieri del Nucleo radiomobile della Capitale hanno scoperto ieri arrestando sei persone (tre italiani, fra cui due fratelli di 44 e 22 anni, due romeni e un albanese, tutti ventenni) e denunciandone altre cinque, comprese le studentesse.

Un gruppo ben assortito che faceva base a Fonte Nuova - periferia Nord-est della città - nell'abitazione di un giovane romeno, figlio di immigrati, per il quale una delle diciassettenni aveva perso la testa tanto da scappare di casa. Una fuga d'amore e d'interesse, scoperta dalla madre che aveva intuito subito come la figlia fosse finita in un brutto giro. Un sms ricevuto dalla ragazza - «Ora guadagno più io in un giorno che te in un mese» - aveva confermato i suoi timori.

La donna si era rivolta ai carabinieri chiedendo agli investigatori di ritrovare la ragazza. Una corsa contro il tempo, perché i furti continuavano serrati e perché la gang monetizzava in un lampo quello che arraffava - gioielli, stereo, telefonini e computer - facendo sparire il bottino delle sue imprese da ricettatori fidati.

LA MAPPA DELLE LICEALI CHE ADESCAVANO E RAPINAVANOLA MAPPA DELLE LICEALI CHE ADESCAVANO E RAPINAVANO

Alla fine però è stato proprio il modo d'agire del gruppo a tradire i capi e le studentesse. Così come la mania di agganciare i «polli» su Facebook e filmare i furti con i telefonini per far vedere ai complici cosa avevano rubato. E il sogno di due giovanissime Thelma&Louise è finito in caserma. Ma anche lì le amiche non hanno battuto ciglio. Solo all'ultimo, davanti ai genitori, hanno forse capito di essere finite davvero nei guai.

Era grazie a loro, infatti, che i ladri entravano in azione sicuri di non essere scoperti. Contattavano un amico - per telefono o sul social network -, andavano a casa sua, poi mentre una fingeva di dover uscire di corsa per nascondersi invece in una stanza, l'altra convinceva la vittima a portarla a cena o a fare una passeggiata. E il gioco era fatto: la complice chiusa dentro apriva la porta ai soliti ignoti che in pochi minuti svuotavano tutto. Per andare sul sicuro le liceali disegnavano all'occorrenza una mappa dell'appartamento, con luoghi chiave, mobili e cassetti dove cercare.

Più che basiste, insomma, capaci di mettere assieme qualche migliaio di euro in poche settimane. La loro fetta di bottino valeva decisamente più della paghetta settimanale dei genitori.

Fra le vittime dei furti scoperti anche dalla polizia ci sono perfino qualche amica di famiglia - come una giornalista freelance derubata ad aprile - e decine di ventenni che, forse per vergogna, non hanno mai presentato denuncia. Ieri però - solo dopo aver saputo degli arresti - in tanti hanno telefonato ai carabinieri ricordandosi (all'improvviso?) di quelle due ragazzine intraprendenti che avevano invitato a casa.

 

 

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