Andrea Acquarone per “il Giornale”
Il triangolo no. Non «l' abbiamo considerato». Sembra lo Zero assoluto. I lati si scompongono, i vertici si dissolvono così come sciolti da quell' acido che li aveva disegnati. Alexander, Martina, Andrea, la coppia e il «terzo», ciascuno a ridisegnare una geometria di amore, sesso, violenza e follia.
Di fronte ai giudici ciascuno prova a cambiare le forme, a calibrare gli angoli, a scomporre le figure.
I reati sono gli stessi, i processi diversi. Bisognerebbe trovare la quadratura del cerchio. Ma ciascuno gioca per sè, le tre carte si mischiano, due si legano e si lasciano. A seconda. Martina e Alex, il «The King» dai soldi facili e le belle donne in tasca, hanno un figlio in comune (nato dopo le manette), come le perversioni e le menzogne.
Poi le vittime due ragazzi sfigurati, uno quasi evirato, un terzo scampato per miracolo. Tutti vittime del triangolo maledetto. Ma anche le sfumature della maledizione hanno un contorno.
ALEXANDER BOETTCHER E MARTINA LEVATO
Alexander Boettcher, lui unico a processo senza abbreviato,- come a voler separare fin da subito i destini- si defila. Gioca da solo, quasi immemore dei delitti. Il castigo è arrivato con una prima condanna, ma potrebbe essere ben peggiore.
Martina, la bocconiana con la quale tradiva la bellissima moglie, sembra un passato rimosso. «Sono innocente. Posso avere delle responsabilità di coppia, ma sono lontano anni luce dai reati che sono stati commessi», esordisce davanti al pm Marcello Musso.
Da sfrontato a candido, da duro capace di tatuare col bisturi le sue «conquiste» a semplice ragazzo trasgressivo. Ecco la metamorfosi con cui presentarsi in aula. L' hanno visto rincorrere con un martello Pietro Barbini, sfregiato il 28 dicembre 2014 a Milano. È stato bloccato dal padre della vittima e da un altro passante sparito prima dell' arrivo della polizia. Ma Alex si giustifica. «Non ho mai toccato quel martello - ha dichiarato rispondendo alle domande del pm-. Era lì per terra, ma non l' ho mai preso».
alexander boettcher e martina levato
«Sono arrivato in via Carcano con la mia macchina e aspettavo Martina (Levato, la sua amante, ndr), ho sentito una voce femminile urlare, ho visto un ragazzo che correva senza maglietta, l' ho rincorso e poi lui mi ha atterrato con una mossa d' arte marziale». Poi, «sono arrivati il padre di Barbini e una terza persona, mai più vista, con una mazzetta in mano che mi ha colpito a una spalla». A causa di questi colpi, ha continuato il broker, «mi dovrò sottoporre a un piccolo intervento». Quasi una vittima, dunque.
Delle smanie vendicatrici di Martina verso i suoi ex e del suo «vero» complice, quell' Andrea Magnani, condannato a oltre nove anni nei giorni scorsi. Lui, apparentemente tranquillo bancario, frustrato dal posto fisso e con aspirazioni da legionario. Boettcher ne approfitta, finora Martina, per amore, l' ha sempre difeso. Magnani, chissà se per paura, mai attaccato.
acido e martello le armi di alexander boettcher e martina levato Martina Levato Alexander Boettcher
«Come ha detto lei stessa si era divisa i compiti con Andrea e lei si occupava delle ricerche per i travisamenti», afferma Alexander. E delle altre aggressioni?
Lui ripete di non saperne nulla. «Non sono mai stato un violento». L' inchiesta racconta un' altra verità.