Scontro sanguinoso tra Belpietro e il corrispondente tedesco Udo Gumpel a Cartabianca
Maurizio Belpietro per “la Verità”
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L'altro giorno è venuto a trovarmi un manager che ha lavorato per alcune multinazionali all' estero. Si è parlato del più e del meno, e a un certo punto anche di informazione. Il dirigente, forte della sua esperienza, si è lasciato andare a una critica nei confronti dei talk show italiani, che a suo dire invece di chiarire le idee ai telespettatori le confondono. Mi ha detto: vuoi mettere quei bei programmi televisivi che nel Nord Europa ti consentono di capire, accompagnando chi sta a casa nell' approfondimento dei temi?
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Le parole del mio interlocutore mi sono tornate in mente l' altra notte, dopo che, avendo trascorso ore di lavoro in redazione, ho dovuto concludere la serata partecipando a una trasmissione televisiva del servizio pubblico. Come direttore della Verità e di Panorama, ero ospite di Cartabianca, il programma di Rai 3 condotto da Bianca Berlinguer. In studio, oltre alla conduttrice, c' erano Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega e sottosegretario per i Beni culturali, Marco Furfaro, esponente di Sinistra ecologia e libertà, e Udo Gümpel, corrispondente della tv tedesca Rtl.
Io invece ero collegato da Milano, non da un salotto televisivo, ma da un locale pubblico, dunque con ritardo nella trasmissione e senza poter vedere un tubo. Argomento della discussione, come è ovvio in questi giorni, lo spread, la manovra, il governo e l' Europa. Bergonzoni e Furfaro hanno dialogato, qualche volta anche con toni appassionati, ma tenendo il dibattito su un tono civile.
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Udo Gümpel, invece, ha iniziato ad alzare i toni con la Borgonzoni, minimizzando la questione riguardante i migranti. Sul finire della discussione, abbastanza confusa per me che l' ascoltavo con una cuffia, la conduttrice ha chiesto un giro d' opinioni a tutti e quattro. Prima Borgonzoni, poi Furfaro, quindi Gümpel e infine, prima di passare la linea a Maurizio Mannoni per la rassegna stampa di mezzanotte, al sottoscritto. La sottosegretaria leghista, l' esponente di Sel e il giornalista tedesco hanno potuto dire la loro in libertà, senza interruzioni.
Quando invece è venuto il mio turno e ho cercato di spiegare che ogni Paese europeo fa i propri interessi e la Germania, sia sui profughi che sulle banche, fa i suoi, Gümpel ha iniziato a urlare.
Prima si è lasciato andare gridando «Questo racconta cazzate». Poi è passato a strillare contro di me, che - ribadisco - ero in collegamento e dunque con difficoltà di ascolto e impossibilitato a vedere che cosa stesse succedendo in studio, accusandomi di essere un diffamatore.
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A un certo punto, essendo a corto di insulti, si è messo a fare boccacce e a lanciare grida senza senso. Nonostante gli inviti a contenersi di Bianca Berlinguer, il suddetto Gümpel ha proseguito imperterrito, cercando di impedirmi di parlare, cosa che non gli è ovviamente riuscita. Una cosa però gli è stata consentita, ed è di aver impedito a chi stava a casa di ascoltare e soprattutto di valutare con serenità se le mie argomentazioni fossero condivisibili oppure no.
La rissa è andata avanti per alcuni minuti e alla fine Bianca Berlinguer è stata costretta a chiudere la trasmissione senza che io abbia avuto la possibilità di esprimere, come era stato consentito ad altri, i concetti che intendevo rappresentare e per i quali ero stato invitato.
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Tengo a precisare, ma i lettori che mi conoscono e mi seguono da anni immagino che già lo sappiano, che io non ho insultato Udo Gümpel durante il mio intervento. Dunque non l' ho né sollecitato a interrompermi né provocato. Solo mi sono permesso di dire che, a differenza di quanto sostenuto da chi mi aveva preceduto, l' Italia non è un Paese incivile, aggiungendo che la Germania, per risolvere il problema dell' immigrazione che tramite Turchia rischiava di invaderla, ha indotto l' Europa a pagare 6 miliardi ad Ankara.
Avrei voluto aggiungere che se questo fosse stato fatto sia con la Tunisia che con altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, probabilmente non avremmo dovuto subire l' esodo che abbiamo avuto negli anni scorsi. La mia era una tesi suffragata da fatti, ma come tutte le tesi avrebbe potuto essere dibattuta, certo non cancellata con berci e insulti.
Invece, un democraticissimo giornalista di sinistra, il tedesco Udo Gümpel, uno che parla del ritorno del fascismo, per impedirmi di parlare su una rete pubblica, cioè su una televisione pagata dagli italiani, ha pensato bene di urlare, affinché a casa non capissero. Da parte mia ho cercato di concludere il discorso, spiegando che mai in una trasmissione del servizio pubblico avrei accettato che mi fosse impedito di parlare da un giornalista tedesco.
Ovviamente non sono minimamente offeso per la grave censura di cui sono stato oggetto: avrò mille altre occasioni per ribadire il concetto.
Sono però offeso come cittadino italiano che paga le tasse, anche quelle riguardanti il servizio pubblico. A nessuno può essere consentito di privare un' altra persona del diritto di parola. Lo dice la Costituzione. A maggior ragione non può essere consentito a un arrogante giornalista tedesco, che in Italia è ospite.
maurizio belpietro intervistato
Da tutto ciò discendono due considerazioni. La prima è quasi scontata: se queste sono le persone che raccontano in Europa l' Italia, si capisce perché l' Europa non capisca il nostro Paese. La faziosità e la parzialità di Udo Gümpel, lo ammetto, mi ha fatto rimpiangere Michele Santoro, che almeno garantiva a tutti, anche a chi non la pensava come lui, di esprimere le proprie opinioni.
La seconda considerazione è semplice: un signore come Udo Gümpel non dev' essere bandito da Cartabianca, come ha promesso in diretta tv Bianca Berlinguer (a cui do atto di aver fatto di tutto per far ragionare Gümpel). Deve essere bandito da tutte le trasmissioni del servizio pubblico. Non ne ha diritto. Punto. Non si tratta di censura, ma di democrazia. Per Udo serve il Daspo. Di hooligan ne abbiamo abbastanza, non abbiamo bisogno di importarli.