L’ULTIMA NAVE DI STING: UN MUSICAL A BROADWAY PER AFFOGARE DEFINITIVAMENTE LA THATCHER

L’ex Police torna in teatro con un lavoro tratto dal suo nuovo disco: “The Last Ship” (in uscita il 24 settembre) - Una critica del thatcherismo visto attraverso il declino dei cantieri navali di Wallsend, dove Sting è nato e cresciuto - “Una storia pazzesca: romantica, idealista, quasi epica…”

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Laura Zangarini per "Corriere della Sera"

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Per il suo debutto a Broadway Sting sceglie un musical che attacca il «thatcherismo» degli anni 80. Dopo essere stato protagonista nel 2008, a Parigi, dell'opera Welcome to the Voice (con le musiche di Steve Nieve), l'ex Police torna in teatro con The Last Ship (L'ultima nave), storia vera ispirata al declino di una delle più prestigiose imprese navali del Regno Unito, la Swan Hunter, con sede a Wallsend, vicino a Newcastle, sulla sponda nord del fiume Tyne. Proprio dove Gordon Matthew Thomas Sumner, vero nome di Sting, è nato e cresciuto.

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Come in Billy Elliot the Musical , adattamento teatrale seguito al successo del film di Stephen Daldry, a fare da sfondo all'opera di Sting è la feroce crisi industriale che attraversò il Regno Unito nell'era Thatcher che, spiega il cantante, «rimodellò la struttura sociale non solo di Wallsend ma dell'intero Paese».

Il musical, le cui prove cominceranno nella primavera 2014 (il debutto è previsto nel mese di ottobre), segue un gruppo di operai il cui cantiere è a rischio chiusura: come ultimo atto di sfida decidono di costruirsi una propria nave, chiedendo aiuto a un ex marinaio, Gideon, allontanatosi dal mare per via del burrascoso rapporto con il padre, ma che si dichiara pronto a tornare per prendere il comando della nave.

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La materia grezza su cui Sting modellerà The Last Ship è il nuovo disco - il primo di inediti a dieci anni da «Sacred Love» - da cui lo spettacolo prende il titolo. Nell'album, in uscita il 24 settembre, oltre a esplorare jazz e classica, il musicista ha fatto grande uso di ottoni, strumenti a fiato e canti marinareschi, in una partitura che riecheggia le influenze di Gershwin e Sondheim.

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Il cantante 61enne, che ha lavorato al progetto per tre anni, ha coinvolto artisti folk di primo piano come la band The Unthanks e Kathryn Tickell, la più autorevole suonatrice di «Northumbrian smallpipes», un particolare tipo di cornamusa. Il risultato è una colonna sonora che attraversa vari stili musicali, grazie anche alle collaborazioni di Brian Johnson degli AC/DC e dell'attore-cantante Jimmy Nail.

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L'ex Police ha lavorato al libretto musicale con il drammaturgo Brian Yorkey (premio Pulitzer per il Miglior dramma con Next to Normal ) e lo sceneggiatore di Skyfall John Logan; a dirigere il musical sarà Joe Mantello, regista di Wicked . Il direttore del Public Theatre di New York (dove Sting suonerà il disco in anteprima nel corso di dieci serate a partire dal 25 settembre), Oskar Eustis, non ha dubbi: «The Last Ship - ha detto all'Hollywood Reporter - ha tutte le carte in regola per essere un capolavoro: è sia un'elegia che una celebrazione della classe operaia dei cantieri navali di Newcastle».

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Album e musical rappresentano a oggi il lavoro più personale di Sting. «A un'estremità di Wallsend c'era il cantiere navale, all'altra una miniera di carbone. Non c'era molto altro su cui puntare per lavorare - ha spiegato in un'intervista -. Io sono stato fortunato: istruzione e musica mi hanno dato un'alternativa, sono state la mia via di fuga. Da quando, negli anni 80, cantiere e miniera hanno chiuso i cancelli soffro della "sindrome del sopravvissuto"». Tiene però a precisare che«The Last Ship non è solo un attacco al governo della "Lady di ferro"», ma anche «una storia pazzesca: romantica, idealista, quasi epica».

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Lavorare su un musical ispirato dalla sua infanzia lo ha aiutato, sostiene Sting (16 Grammy all'attivo, oltre 100 milioni di dischi venduti nel mondo) a superare un caso grave di «blocco dello scrittore»: «Nel varo di quelle navi enormi c'era qualcosa di terrificante, apocalittico e inquietante - ricorda il cantante -. Una sensazione che non mi ha più abbandonato».

 

 

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