DAL 30 AGOSTO IL GREEN PASS POTREBBE DIVENTARE INDISPENSABILE PER SALIRE SU AEREI, NAVI E TRENI - NO ALL'OBBLIGO PER INSEGNANTI, STUDENTI E LAVORATORI DELLA SCUOLA, A MENO CHE LA CURVA DEL COVID-19 NON SI IMPENNI COSTRINGENDO IL GOVERNO A RIVEDERE I PIANI IN CORSA - DA ROBERTO SPERANZA AL SEGRETARIO DEL PD ENRICO LETTA, C'E' UNA FERRA DI MAGGIORANZA CONVINTA CHE LA VELOCITÀ DELLA VARIANTE DELTA RICHIEDA MISURE PIÙ STRINGENTI…

-

Condividi questo articolo


Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

 

green pass green pass

Niente «green pass» obbligatorio per insegnanti, studenti e lavoratori della scuola, a meno che la curva del Covid-19 non si impenni costringendo il governo a rivedere i piani in corsa. L'orientamento di Mario Draghi nella lotta al virus è all'insegna della gradualità. Il presidente del Consiglio ha cominciato l'ultimo giro di incontri in vista del nuovo decreto, che conterrà la data in cui la certificazione verde diverrà indispensabile per salire su aerei, navi e treni a lunga percorrenza: anche se nulla è ancora ufficialmente deciso, il giorno chiave potrebbe essere il 30 agosto.

 

no green pass a parigi 1 no green pass a parigi 1

L'obiettivo della cabina di regia che il presidente del Consiglio Mario Draghi potrebbe guidare già oggi, con i rappresentanti dei partiti e i vertici del Comitato tecnico-scientifico, è tracciare una road map che, a partire da venerdì, dal 6 agosto, fissi le date di entrata in vigore del «green pass» per i tre settori ancora in sospeso: trasporti, imprese e scuola. Un percorso a tappe, sulla base dei dati scientifici, che consenta di arrivare in sicurezza (e possibilmente senza scontri politici) alla ripresa delle attività e soprattutto della scuola.

 

PROTESTE GREEN PASS ROMA PROTESTE GREEN PASS ROMA

Draghi ieri ha convocato a Palazzo Chigi i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil, per discutere le eventuali misure rispetto all'obbligo vaccinale nelle aziende. L'incontro si è aperto con un siparietto rivelatore del clima. Landini, Bombardieri e Sbarra erano arrivati con il «green pass» in tasca, eppure - come da prassi della presidenza del Consiglio - è stato loro richiesto di sottoporsi al tampone. Ragion per cui, al tavolo con Draghi, i tre segretari hanno messo il premier e i tecnici davanti a una contraddizione che di certo tornerà fuori nella trattativa: «Se il "green pass" è così decisivo, perché ci hanno fatto fare il tampone qui a Palazzo Chigi?».

 

Il Capo del governo avrebbe dato ragione ai leader sindacali, i quali non intendono mettersi di traverso e anzi sono favorevoli a far vaccinare il più alto numero di lavoratori possibile, ma piantano i loro paletti: il primo è che il «green pass» «non può essere strumento per licenziare, discriminare, demansionare i lavoratori». Parlando con Draghi, Bombardieri l'ha messa in questi termini: «L'unico Paese in cui è prevista l'obbligatorietà dei vaccini è l'Arabia Saudita».

no green pass roma 6 no green pass roma 6

 

I sindacati confederali non mettono veti e non gridano pregiudizialmente «no» al «green pass», purché il governo non scelga la via delle sanzioni per chi decide di non vaccinarsi. Luigi Sbarra ha confermato la disponibilità ad aprire un confronto con le associazioni datoriali e con il governo «per migliorare e rafforzare» gli accordi sottoscritti «per contrastare il Covid e sostenere la campagna di vaccinazione nei luoghi di lavoro». Il che vuol dire innanzitutto rispettare le regole di base (dalle mascherine al distanziamento) e aprire nuovi hub vaccinali.

 

no green pass no green pass

Tra oggi e giovedì, quando potrebbe tenersi il Consiglio dei ministri, Draghi dovrà fare la sintesi politica sui tre fronti rimasti aperti. Oltre alle imprese, i nodi da sciogliere riguardano trasporti e scuola, settore che per Draghi è «priorità assoluta». Esclusa al momento la possibilità di imporre al personale scolastico e agli studenti di immunizzarsi, il governo studia una norma che preveda il «green pass» per i lavoratori delle attività dove l'obbligo del certificato è già previsto per i clienti.

 

GREEN PASS STAZIONE GREEN PASS STAZIONE

Primi fra tutti alberghi e ristoranti, ma si valuta anche circoli sportivi e palestre. I tre dossier sono ancora tutti aperti e non è scontato, visto il livello delle tensioni politiche e i differenti orientamenti dei partiti, che le nuove norme confluiscano contemporaneamente nel prossimo decreto Covid: il presidente del Consiglio spera di non dover mettere nero su bianco un provvedimento che contenga l'obbligo vaccinale per chi ancora non si è sottoposto all'immunizzazione.

proteste contro il green pass proteste contro il green pass

 

Dai calcoli della struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo il livello di vaccinazione raggiunto in Italia è «generalmente elevato» anche tra gli insegnanti. L'obiettivo del generale è arrivare al primo settembre a sfiorare il 90 per cento di prime dosi e, alla fine dello stesso mese, a toccare la stessa percentuale con le seconde dosi. Altro traguardo dichiarato è immunizzare entro il prossimo 28 settembre l'80 per cento e più degli studenti tra i 12 e i 19 anni. Le cifre di Figliuolo dicono che su un milione e 400 mila insegnanti, i non vaccinati sarebbero 220 mila.

 

GREEN PASS AEROPORTO GREEN PASS AEROPORTO

Un numero di persone che, dagli studi condotti in queste ore nelle stanze del governo, «si possono raggiungere con iniziative mirate». La valutazione che sta prendendo forza è concentrarsi sui territori che hanno i livelli più bassi di vaccinazione, come Sicilia, Calabria, Liguria e Provincia di Bolzano. L'idea che il governo sta valutando è insomma quella di non varare il «green pass» obbligatorio, parola che solo a pronunciarla provoca tensioni e rischia di destabilizzare la maggioranza, ma di monitorare la curva delle immunizzazioni fino al 20 agosto: tre settimane per vedere a che percentuali si arriva e poi, solo se lo zoccolo duro di un 15 per cento di «prof» restii a vaccinarsi non si riduce, far scattare il «green pass» per tutti.

manifestazione contro il green pass a milano 8 manifestazione contro il green pass a milano 8

 

Oltre alla linea soft, c'è però nella maggioranza anche una linea dura, che va da Roberto Speranza al segretario del Pd Enrico Letta, convinti che la velocità della variante Delta richieda misure più stringenti. Il ministro della Salute pensa che l'obbligo del «green pass» sia necessario per riaprire in sicurezza la scuola e anche per viaggiare su aerei e treni a lunga percorrenza. «Se serve facciamo pure una legge che obblighi tutti i cittadini a vaccinarsi, o determinate categorie», è la linea del ministro Renato Brunetta (Forza Italia).

 

ROBERTO SPERANZA FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO ROBERTO SPERANZA FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO

Per i trasporti una data certa ancora non c'è. Matteo Salvini è in pressing, chiede che il governo prenda tempo e faccia slittare a settembre la partenza della certificazione verde, così da non interferire con le vacanze. Speranza invece ritiene indispensabile imporre il «green pass» anche in questo settore e far scattare l'obbligo da qui a un mese al massimo.

 

marta cartabia mario draghi roberto speranza marta cartabia mario draghi roberto speranza

Tra i due estremi, Draghi potrebbe decidere di fissare il giorno cruciale a lunedì 30 agosto. Per il trasporto pubblico locale, treni e bus, si potrebbe andare avanti di una settimana ancora, così da far partire l'obbligo in coincidenza con la riapertura delle scuole. I sindaci sono già in allarme. Il presidente dell'Anci e primo cittadino di Bari Antonio Decaro avverte il governo: «Se non aumenta la possibilità del trasporto, diventa complicato assicurare il corretto svolgimento delle lezioni».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...