claudio campiti

L'ARMIERE CHE, AL POLIGONO DI TIRO, HA DATO LA PISTOLA A CLAUDIO CAMPITI RISCHIA DI ESSERE INDAGATO, INSIEME AI VERTICI DELLA STRUTTURA – NESSUNO SI È RESO CONTO, SE NON QUANDO ERA ORMAI TROPPO TARDI, CHE IL 57ENNE DOPO AVER PRESO L'ARMA NON SI È DIRETTO VERSO LA LINEA DI TIRO, CON LE POSTAZIONI, I BERSAGLI E GLI ISTRUTTORI ADDETTI ALLA SICUREZZA, MA HA RIPRESO LA STRADA PER IL PARCHEGGIO...

Rinaldo Frignani per www.corriere.it

 

 

carabinieri al poligono di tiro di via tor di quinto, a roma

Claudio Campiti aveva la tessera Platinum del poligono nazionale in viale di Tor di Quinto. Un frequentatore abituale, un appassionato di armi, come si evince anche dai contatti sul suo profilo Facebook. E anche un esperto tiratore, grazie proprio alle regolari visite nella struttura romana dove era ben conosciuto. Aveva preso il diploma finale di tiro il 15 novembre 2019, come sarebbe riportato nella scheda tecnica a lui intestata, mentre l'abilitazione alle armi con iscrizione al poligono risale a due anni prima. Insomma, un habitueé del centro.

 

Ecco perché chi domenica mattina gli ha consegnato la pistola usata poi nella strage di via Monte Giberto, a Fidene, non si sarebbe sorpreso più di tanto quando il 57enne, ora in carcere per triplice omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione, ha chiesto e ottenuto una Glock  41, con numerose confezioni di proiettili camiciati calibro 45.

 

Ci aveva già sparato più volte, la conosceva bene, così come l'armiere, che ora rischia di essere indagato insieme con i vertici del poligono, che al momento non vogliono rilasciare dichiarazioni, che gli ha consegnato arma e munizioni alle 8.55, circa 35 minuti prima dell'arrivo di Campiti nel gazebo del bar «Il posto giusto».

 

 

poligono di tiro di via tor di quinto, a roma, sequestrato

Ma ad aggravare quello che è successo a Tor di Quinto è oltretutto il fatto che nessuno si è reso conto se non quando era ormai troppo tardi che il 57enne non si è affatto diretto verso la linea di tiro, con le postazioni e i bersagli, ma soprattutto gli istruttori addetti alla sicurezza, bensì ha ripreso la strada per il parcheggio dove aveva lasciato la sua Ford Ka verde e ha imboccato il cancello d'uscita portandosi dietro la Glock e le scatole con le munizioni.

 

Poligono di tiro

All'armeria di Tor di Quinto ha lasciato la tessera Platinum e il documento d'identità che avrebbe dovuto riprendere una volta riconsegnata l'arma. Una evidente falla nei controlli di sicurezza del poligono sulla  quale i carabinieri della compagnia Montesacro e del Nucleo investigativo di via In Selci stanno indagando per accertare le responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare e non l'ha fatto.

 

 In questo senso potrebbero tornare utili le immagini della videosorveglianza interna ed esterna del complesso così come l'acquisizione dei documenti relativi all'iscrizione e alle visite di Campiti al poligono negli ultimi cinque anni. Una questione che è stata affrontata proprio lunedì mattina dal prefetto Bruno Frattasi nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato all'indomani della strage di Fidene.

 

poligono tor di quinto sotto sequestro

«Programmeremo una stretta sui poligoni di tiro, ne parleremo ora con il questore e le altre forze di polizia per vedere i controlli amministrativi che noi possiamo fare quanto alla regolarità della conduzione della gestione da parte dei vari gestori di queste strutture», spiega il prefetto, che aggiunge: «É giusto che si pianifichi e che l'attività si porti avanti con rapidità, questo posso dire con riguardo alla generalità delle strutture che andremo a controllare.

 

Ma riguardo a quello che è accaduto non posso pronunciarmi assolutamente, anche per il rispetto che occorre dare alle attività che sono in corso di indagine, affidate alla magistratura. Individuare responsabilità prima che l'abbia fatto la magistratura non è corretto farlo. Non posso esprimermi su quello che è successo ieri, certo resta il fatto che una persona si è allontanata con l'arma da una struttura di tiro eludendo i controlli».

CLAUDIO CAMPITI BAR FIDENELA CASA DOVE VIVEVA CLAUDIO CAMPITI AL CONSORZIO VALLE VERDECLAUDIO CAMPITI

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…