Vito Punzi per “Libero Quotidiano”
Accade spesso, anche tra i migliori editori. Parliamo della inadeguata e riduttiva resa in italiano del titolo di un libro tradotto (sia esso saggio, poesia, narrativa, nulla cambia). In questo caso è stato Feltrinelli a sfornare il paludoso Gli insopportabili al cospetto di un originale molto più strong: "Potrei strangolarlo!".
Una guida pratica per tollerare chi detesti e non puoi evitare, così suona il sottotitolo feltrinelliano (Sul facile comportamento da tenere con persone difficili, così il tedesco). Il cinquantenne Martin Wehrle è il coach di carriere professionali più importante di Germania (l'accademia di formazione che dirige si trova ad Amburgo). I suoi libri, tra cui due romanzi criminali, sono apparsi in più lingue e hanno trovato lettori entusiasti in tutto il mondo.
Prima di quest'ultimo, numeri da bestsellers li avevano già ottenuti due suoi precedenti libri, Lavoro in un manicomio e il successivo Lavoro ancora in un manicomio. La struttura del libro è articolata e comprende anche una serie di testi consigliati, una ricca e varia bibliografia e perfino una quindicina di moduli per fare esercizi di tolleranza e sopportazione. E a dimostrazione che Wehrle è un tipo serio, per ogni esercizio è indicata in conclusione la soluzione, un po' come per i giochi della Settimana enigmistica e simili.
LE CITAZIONI
Tra i suoi referenti illustri, il tedesco, oltre ad Aristotele con la sua Retorica, a Machiavelli con il suo Il Principe e a Sigmund Freud, presenta C.G. Jung. È a lui che si è ispirato quando si pose la domanda: perché me la prendo con quel collega più che con tutti gli altri?
«Fu Carl Gustav Jung», scrive nella prefazione, «a fornirmi qualche tempo fa la risposta: ogni persona ha una propria "ombra", vale a dire una parte della personalità che si distacca dall'immagine che uno ha di sé, e che cerca, pertanto, di reprimere in tutti i modi».
Non inganni l'approccio junghiano particolarmente serioso. La scrittura di Wehrle è spesso immaginifica e impastata d'ironia e humor. Così scrive, ad esempio, per segnalare quanto il lettore potrà scoprire nella prima parte: «perché l'epoca attuale rende insopportabili un po' tutti», oppure «il modo in cui una reazione ancestrale del cervello possa provocare conflitto», o «perché conviene considerare le persone irritanti come mele mature su un ramo».
E non mancano citazioni a sorpresa. Per esempio, quando descrive l'arrivista come qualcuno che «cerca solo di compensare il senso di inferiorità», Wehrle evoca una regola vigente all'interno dei gesuiti: «chi ambisce al potere non raggiunge potere alcuno».
LE PERSONALITÀ
La vivacità e la facile comprensibilità del libro sono garantite dalla vasta esperienza di Wehrle, cui il coach aziendale attinge senza appesantimenti psicologici o moralistici. Vivacità e comprensibilità che emergono in particolare nella parte centrale del libro, lì dove vengono presentate in maniera efficace "sette tipologie di personalità": il catastrofista, il narcisista, il perfezionista, l'arrivista, l'insicuro, l'ostruzionista e l'esibizionista. Dunque ce n'è per tutti.
E per quali fini? «Imparerete tra le altre cose», precisa Wehrle, «ad allontanare un catastrofista dalle sue fantasie negative, a rendere un narcisista un po' più socievole, a spingere un perfezionista alla perfezione, a reagire con distacco e superiorità alle sfuriate di un arrivista, a far scendere un esibizionista dal palcoscenico e riportarlo con i piedi per terra».
Per aiutare ad affrontare le citate personalità, Wehrle parte sempre da una sua personale esperienza, mirando, attraverso quella, a definire le caratteristiche. Poi ne traccia la psicologia, elabora possibili tentativi di approccio e infine propone al lettore un "esercizio pratico".
Da ultimo, a conclusione di ogni capitolo dedicato alle personalità, il tedesco non fa mancare l'indicazione di "sette nuovi convinzioni" in coloro, tra i lettori, che si saranno riconosciuti in quella tipologia. Un saggio e insieme un libro d'esercizi (di comprensione anzitutto), davvero riuscito nell'obiettivo di aiutare a «considerare ogni incontro con una "persona insopportabile" un'opportunità di crescita».