AAA, CERCASI CASA SENZA SALOTTO – I MILLENNIAL NON NE HANNO PIÙ BISOGNO: IL PORTATILE APPOGGIATO SUL LETTO HA SOSTITUITO LA TV – IL SALOTTO PRIMA ERA LUOGO DI DIBATTITO, POI DI BALLI - NEGLI ANNI '90 TUTTI LO VOLEVANO COME QUELLO DI ''FRIENDS'' – L’ARCHISTAR INGLESE SCHUMACHER: “AI GIOVANI ORA BASTA UNO SPAZIO PICCOLO, COME UNA STANZA DI HOTEL”

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Nicolas Lozito per www.lastampa.it

 

salotto friends salotto friends

AAA cercasi casa senza salotto. Perché i giovani non ne hanno più bisogno. O almeno così sostiene l’archistar inglese Patrik Schumacher. Le nuove generazioni cercano spazi abitativi più piccoli.

 

«Tanto i millennial (chi ora ha tra i 20 e i 34 anni) sono sempre fuori casa e vivono una vita frenetica - sostiene Schumacher, famoso in Italia per aver progettato il Maxxi di Roma -. Basta uno spazio abitativo piccolo, pulito e in centro. Come una stanza di hotel». 

 

Non è un’analisi sbagliata, ma neanche del tutto aderente alla realtà. È vero: con la nostra generazione fluida è morto il mito del salotto come unità sociale minima. Il salotto era quello dei genitori, dove loro chiacchieravano e da cui noi ci tenevamo lontani, preferendo le connessioni a Internet.

PATRIK SCHUMACHER PATRIK SCHUMACHER

 

Il salotto era anche quello della nonna, con i divani in velluto marrone e la tv color 27 pollici Aiwa usata a mo’ di mensola per piccole Tour Eiffel o Colossei di bronzo. Ora non c’è spazio per i souvenir kitsch perché lo schermo è quello piatto del portatile appoggiato sul letto, rigorosamente da una piazza e mezza (guai a chiamarlo «matrimoniale»).

 

Non serve più uno spazio dove invitare o incontrare gli altri, quando abbiamo WhatsApp. Il divano, se c’è, serve a ospitare gli amici di passaggio o turisti sconosciuti tramite Airbnb o Couchsurfing, servizi di affitto per brevi periodi. In modo tale da fare qualche euro nei weekend. 

 

salotto how i met your mother salotto how i met your mother

E così arriviamo alla questione economica. Non è che il salotto non serve, è che molti di noi non se lo possono permettere. Sempre più giovani vivono lontani dai genitori, spesso in case condivise, con spazi ottimizzati e dal prezzo più alto. In media, un quarto dello stipendio di un giovane sotto i 34 anni va in affitti o mutui. Secondo l’Istat, poi, un giovane italiano su cinque vive in una casa che definisce «sovraffollata». La grandezza media delle case di tutti gli italiani è 117 metri quadrati, ma gli universitari e persone al primo lavoro nelle grandi città vivono in soli 38. 

 

salotto big bang theory salotto big bang theory

In conclusione: il salotto non appartiene più né al nostro spirito, né alle logiche immobiliari dei centri delle grandi città. Certo, è ombelicale credere che sia un problema solo nostro: alla fine chi, negli scorsi decenni, non ha avuto problemi dei tanti coinquilini e dei pochi spazi comuni? Però immersi come siamo tra social network e crisi, tra messaggini e contratti a tempo, siamo noi la generazione che più di tutte dice addio a questo spazio.

 

Negli Anni 70 era luogo di dibattito. Negli Anni 80 ci si ballava schiacciando la moquette multicolor. Negli Anni 90 tutti lo volevano come quello di Friends. O di Un medico famiglia, a seconda dei gusti. Oggi non esiste più, preferito a mini-appartamenti con tavoli cucina reclinabili (oltre all’archistar, l’aveva perfettamente previsto Pozzetto ne Il ragazzo di campagna). 

 

E nel prossimo futuro? Chissà, magari fra cinque anni titoleremo «Ai millennial non serve più la cucina». E fra dieci? «Ai giovani piace dormire in piedi». 

salotto arnold salotto arnold FRIENDS FRIENDS

 

 

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