Rachele Nenzi per Il Giornale
I lunghissimi tempi della giustizia italiana fanno infuriare in molti. L'ultima in ordine di tempo è la famosissima giornalista Ilaria D'Amico che il 30 maggio si è trovata "imprigionata" per 5 ore in un'aula di tribunale, solo per confermare le accuse contro Davide Censi, suo ex commercialista che le avrebbe sottratto oltre 1,2 milioni di euro, destinati alle tasse.
LA RABBIA DELLA GIORNALISTA
Ore e ore di attesa per un "confermo quanto ho già dichiarato nel luglio 2016", che chiude con un secco "devo tornare a Milano, ho due figli". La D'Amico ha atteso il suo turno senza mai incrociare lo sguardo di Censi che invece appena può dichiara: "Non ho fatto nulla, voi dovete sentire tutte le campane", come riporta Il Messeggero. La compagna di Buffon intanto si spazientisce nell'attesa, il pm prova a rassicurarla. Ma non c'é nulla da fare.
"Dico solo che la mia querela è del dicembre del 2013 - polemizza la D’Amico - Ma questo è il paese delle sòle. Lunga vita alle sòle. Rimango a bocca aperta, ma non è che lo scopra oggi". Dichiarazioni che non si possono non assecondare. Ma almeno poco dopo il suo caso, alcuni rom vengono condannati per furto. Reato risalente a qualche mese che fortunatamente è arrivato a sentenza. Quasi un record.