BERGOGLIO E PREGIUDIZIO - ANTONIO SOCCI SCOMODA LA “PROFEZIA DI MALACHIA” PER DIMOSTRARE CHE CON PAPA FRANCESCO E' INIZIATO IL TRAMONTO DELLA CHIESA - UNA SUORA ARGENTINA, MARTHA PELLONI, ACCUSA BERGOGLIO DI AVERLE PROPOSTO L'UTILIZZO DI TRE METODI CONTRACCETTIVI: PRESERVATIVO, DIAFRAMMA E LEGATURA DELLE TUBE…

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Antonio Socci per “Libero quotidiano”

 

antonio socci antonio socci

Uno studioso romano, Alfredo Barbagallo, ha fatto sorprendenti scoperte sull'antica "profezia di Malachia", spesso citata sui media, ma ben poco conosciuta. Sono scoperte che proiettano quell'antico testo proprio ai giorni nostri e addirittura a persone viventi oggi. Il documento Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi, de Summis Pontificibus consiste in una serie di 111 motti in latino - alquanto enigmatici - su ciascun pontefice che avrebbe regnato nella Chiesa a partire da Celestino II (papa dal 1143) fino alla fine dei tempi.

 

La misteriosa profezia, attribuita a San Malachia di Armagh, amico di San Bernardo di Chiaravalle, fu pubblicata nel 1595 dal monaco benedettino Arnold de Wyon in una apocalittica storia della Chiesa – con al centro il suo ordine - intitolata Lignum vitae. L'elenco dei papi futuri si conclude proprio ai giorni nostri: l'ultimo papa, Gloria olivae, coincide con Benedetto XVI. Dopo il motto relativo a lui si legge questa inquietante conclusione: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, risiederà Pietro Romano, che farà pascolare le sue pecore fra molte tribolazioni.

bergoglio bergoglio

 

Passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine". Non proprio tranquillizzante. Secondo gli interpreti non è detto che la profezia di Malachia prospetti la fine del mondo per la nostra epoca. Di sicuro però paventa – dopo Gloria olivae  (Benedetto XVI) - una sorta di fine della Chiesa, ovvero una sua crisi mai vista prima, un suo oscuramento apocalittico al punto che il suo successore non è definito papa, come i precedenti, ma con la strana formula: Petrus Romanus.

 

Perché? Non è un papa autentico? E si riferisce a Giorgio Mario Bergoglio? Di fatto la serie dei pontefici si interrompe al 111°, con Benedetto XVI. Cosa accade dopo? Il motto "Petrus Romanus" calzerebbe a Bergoglio per la ripetuta auto-definizione bergogliana come "vescovo di Roma", fin dalla sera della sua elezione. E per il fatto che Benedetto XVI resta tuttora papa, sia pure in sospeso, e lui sembra un facente funzioni. Inoltre il suo tempo – nella "profezia di Malachia" – è connotato dalle "molte tribolazioni" del gregge. Come in effetti accade.

PAPA BERGOGLIO E LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REGINA COELI PAPA BERGOGLIO E LA LAVANDA DEI PIEDI NEL CARCERE DI REGINA COELI

 

È stato dimostrato che molte delle formule di quel misterioso testo medievale risultano profetiche dei diversi pontefici. Ma lo è anche il finale sull'epoca attuale? Ne ha scritto Vittorio Messori e pure Sergio Quinzio nel 1995 in Mysterium iniquitatis.

 

Di sicuro i nostri giorni presentano una situazione mai vista prima, nella storia della Chiesa: la compresenza di due papi. Un fatto enorme e inspiegabile che – in effetti – sembra coincidere con quelle due figure finali della profezia. Ma ci sono indizi che inducono a identificare quei due personaggi con Benedetto XVI e Giorgio Mario Bergoglio? Li suggerisce lo studio di Barbagallo intitolato La Profezia di san Malachia sui Papi, che è parte di una ricerca sulle reliquie cristiane intitolata I tesori di San Lorenzo (un volume di 800 pagine appena uscito in versione ridotta).

 

BERGOGLIO RATZINGER BERGOGLIO RATZINGER

Barbagallo ricorda anzitutto che l'identificazione di Benedetto XVI con l'ultimo motto Gloria olivae rimanda all'ulivo come simbolo dei benedettini olivetani (dove si legano il nome Benedetto e l'ulivo). Ma soprattutto è un benedettino quel Arnold de Wyon che custodiva l'antico testo di san Malachia e che lo pubblicò a Venezia nel 1595, in quella sua storia apocalittica della Chiesa. Wyon non si limitò alla pubblicazione, infatti – spiega l'autore - "egli commissiona personalmente delle raffigurazioni pittoriche ed artistiche sul soggetto ecclesiastico della Gloria benedettina".

PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO PAPA BERGOGLIO CON IL CAPPELLO ANDINO

 

Una nel convento benedettino della Scolca, nell'area di Rimini. Poi fa eseguire la stessa figurazione dal Vassilacchi (nel 1592) nella basilica benedettina di San Pietro, a Perugia: è una delle tele più grandi che esistano e l’insieme delle figure lì rappresentate (papi, cardinali, vescovi e fondatori di ordini che attorniano San Benedetto) fa trasparire, nel suo insieme, un volto mostruoso: il demonio o l'Anticristo. "Evidente qui la volontà di Wyon - scrive Barbagallo - di lanciare un messaggio particolare di salvaguardia della Chiesa future nella lotta contro il Male".

 

Infine Wyon fa realizzare la stessa rappresentazione in Piemonte (oggi è conservata ad Alessandria), "all'abbazia benedettina ora non più esistente di San Pietro in Bergoglio, non distante da Boscomarengo". Torna il riferimento a San Pietro in ambedue le chiese, ma soprattutto qua colpisce il nome "Bergoglio". Non si sa perché Wyon scelse proprio quella fondazione benedettina, ma sorprende l'emergere di quel nome che rimanda oggi al successore di Benedetto XVI e che nella serie dei papi dovrebbe essere "Petrus romanus". Un'indicazione diretta di Wyon? In tutte queste opere Wyon ha volute lasciare riferimenti apocalittici ai libri dell’Antico e del Nuovo Testamento.

PAPA BERGOGLIO CON L OCCHIO TUMEFATTO PAPA BERGOGLIO CON L OCCHIO TUMEFATTO

 

Ma le coincidenze non sono finite. Barbagallo riprende un introvabile libro scritto da un padre gesuita francese, monsignor René Thibaut e pubblicato nel 1951 (con imprimatur ecclesiastico): La mystériuese prophétie des Papes.

 

Padre Thibaut, attraverso una serie di complicati calcoli, afferma che la fine cronologica della profezia di San Malachia, come ciclo pontificale, sarà nell'anno 2012. Barbagallo nota che in effetti - secondo le notizie ufficiali - la data in cui Benedetto XVI comunica al suo Segretario di Stato la sua volontà di ritiro è il 30 aprile 2012 (l'annuncio pubblico sarà fatto l'11 febbraio 2013). In base a cosa padre Thibaut era giunto a indicare proprio il 2012 come anno finale del ciclo profetico dei pontefici?

 

PAPA BERGOGLIO CON I GIORNALISTI PAPA BERGOGLIO CON I GIORNALISTI

Assumendo come asse centrale della "Profezia di Malachia" il pontificato di San Pio V (1504-1572) che era stato fondamentale nella formazione del Wyon. Ed ecco un'altra serie di coincidenze: San Pio V è originario proprio di Boscomarengo nella cui area sorgeva l'abbazia di San Pietro in Bergoglio (da qui ha origine anche il nucleo familiare di Bergoglio). Pio V muore il 1° Maggio 1572, esattamente 440 anni prima della decisione di ritiro di Benedetto XVI (30 aprile 2012).

 

Ma 440 anni prima della morte di San Pio V, nel 1132, si ha l'ordinazione di San Malachia di Armagh (il titolare della profezia dei papi) come arcivescovo e primate d'Irlanda. Ecco il ciclo compiuto. Ricordo che San Pio V è il papa della vittoria di Lepanto e colui che promulgò la messa tridentina a cui Benedetto XVI ha ridato cittadinanza nella Chiesa (è uno dei connotati del suo pontificato) mentre Bergoglio sembra puntare proprio allo stravolgimento ecumenico della messa.

papa bergoglio al centro profughi di bologna 4 papa bergoglio al centro profughi di bologna 4

 

Il richiamo finale della profezia alla persecuzione dei cristiani e a una sorta di scomparsa del papato inducono Barbagallo a dare anche una lettura simbolico-teologica del motto dell’ultimo papa "Gloria olivae". Infatti nel suo excursus storico l'autore ritrova San Malachia e il papa del suo tempo in relazione a importantissime reliquie della Passione di Cristo e al luogo del suo inizio: l'Orto degli ulivi a Gerusalemme.

 

papa bergoglio al centro profughi di bologna papa bergoglio al centro profughi di bologna

Secondo una tradizione mistica e scritturistica la Chiesa nella storia dovrà rivivere la stessa Passione del suo Signore. A cominciare dalla notte dell'Orto degli ulivi (Gloria olivae) che potrebbe ripetersi proprio al tempo del papa Gloria olivae (Benedetto XVI). In quella notte di Gesù, con il tradimento di Giuda, la fuga degli apostoli e il rinnegamento di Pietro, tutto sembrò perduto e finito. Anche per i cattolici oggi sembra così.

2 - LA CONFESSIONE CHOC DELLA SUORA: "II PAPA PROPONE IL PRESERVATIVO"

Giuseppe Aloisi per www.ilgiornale.it

 

Una suora appartenente all'ordine delle Carmelitane Missionarie Teresiane sostiene che il papa abbia in qualche modo avallato l'utilizzo del preservativo e del diaframma come metodi contraccettivi.

 

Suor Martha Pelloni Suor Martha Pelloni

La "confessione" choc è stata diffusa attraverso un'intervista a Radio Cut. Martha Pelloni, questo il nome della consacrata e superiora, ha detto che Jorge Mario Bergoglio le ha proposto tanto l'uso del preservativo quanto il diaframma e la legatura delle tube per le donne che non hanno il desiderio di rimanere in stato interessato.

 

"Papa Francesco parlando di questo tema - ha dichiarato la suora argentina - mi ha detto tre parole: preservativo, transitorio e reversibile. Un diaframma, e in ultimo caso, quello che noi consigliamo alle donne del campo…legare le tube…niente che sia abortivo o distruttivo della donna". E ancora, si legge sul blog del vaticanista Marco Tosatti, la suora ha sottolineato che: "Se c’è un’educazione sessuale e responsabilità dello Stato per occuparsi della donna nella sua situazione di povertà, non abbiamo bisogno di depenalizzare l’aborto perché non c’è necessità di abortire".

 

In Argentina, del resto, è da tempo presente un acceso dibattito sul tema della depenalizzazione della legge sull'aborto. Un confronto serrato che è da poco culminato in due opposte e partecipatissime manifestazioni pubbliche. Ma le frasi del papa, nel caso si rivelassero vere, costituirebbero una storica apertura della Chiesa cattolica nei confronti del tema della contraccezione.

Suor Martha Pelloni Suor Martha Pelloni

 

Le presunte dichiarazioni del pontefice, però, si inserirebbero in modo naturale anche nella discussione attorno all'attualità di Humanae Vitae. La storica enciclica di Paolo VI, della quale quest'anno ricorre il cinquantenario, sarebbe al vaglio di una commissione "segreta" del Vaticano, che avrebbe il compito di attualizzarne il contenuto. Già da tempo i cosiddetti "cattolici tradizionalisti" "attaccano" sostenendo che papa Francesco stia lavorando in sordina per rivedere questo testo, che in molti considerano invece centrale in funzione del calo demografico che sta interessando l'Europa.

 

Questo della contraccezione, dopo il dibattito sull'esistenza dell'inferno alimentato da quella che si è rivelata essere, almeno per la Santa Sede, una ricostruzione di Eugenio Scalfari, potrebbe essere il tema sul quale si concentreranno le cronache vaticane nei prossimi giorni.

 

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