BORN TO RUN - MEGLIO CORRERE SCALZI OPPURE CON LE SCARPETTE? LE RISPOSTE DEI RICERCATORI - ANCHE UN BESTSELLER ESALTA I BENEFICI DELL’ANDATURA A PIEDI NUDI: AIUTA A PREVENIRE MOLTI INFORTUNI

I piedi non si sono ancora evoluti a tal punto da non poter più fare a meno delle costrizioni delle calzature ma la loro adattabilità è tale che possiamo reimparare a correre scalzi. Quello che ancora non sappiamo, però, è se la metamorfosi porti a un miglioramento delle prestazioni e se ci sia un prezzo in termini di salute. Conclusione (momentanea): molto dipende dal tipo di piede che si ha...

Condividi questo articolo


Nicla Panciera per “la Stampa”

CORSA PIEDI NUDI CORSA PIEDI NUDI

 

Da «A piedi nudi è meglio» a «Dimenticatevi la corsa scalzi». Le alterne fortune delle scarpe minimaliste, quelle con una mini-suola che simulano l’andatura dei nostri antenati, dimostrano che il dibattito non smette di appassionare amanti della corsa e sportivi di professione. E non solo. Adesso anche gli scienziati.
 

Molte delle promesse dell’«ammortizzazione artificiale» non sono state mantenute, nonostante le variazioni nel design delle calzature da corsa. E così cresce la fortuna delle teorie che esaltano i benefici dell’andatura a piedi nudi, come quelle del bestseller «Born to run» di Cristopher McDougall, convinto che reimparare a correre senza scarpe aiuti a prevenire molti infortuni.

 

CORSA PIEDI NUDI 5 CORSA PIEDI NUDI 5

Ma ad alimentare la «vexata questio» sono anche gli specialisti di biomeccanica, come i ricercatori dello «Skeletal Biology Lab» di Harvard: sono loro ad aver confermato come l’uso delle scarpe modifichi il tipo di appoggio del piede. «La corsa moderna, calzata, rende circa la metà degli atleti “rearfoot strikers”, quelli che, tecnicamente, atterrano con il calcagno. È chiaro, comunque, che il sistema di ammortizzazione evita i picchi di forza che a ogni impatto si trasmetterebbero al sistema scheletrico», spiega uno dei massimi esperti italiani di locomozione, Alberto Minetti, ordinario di Fisiologia all’Università di Milano.
 

Correre scalzi, invece, sposta l’appoggio sull’avampiede o sul metatarso. Su quali siano i vantaggi in termini di prestazioni e sicurezza di questo «ritorno alle origini», tuttavia, non c’è ancora un consenso. Quanto ai benefici per la postura e la locomozione, il problema diventa ancora più complesso. «Dal punto di vista biomeccanico, la corsa è più complicata della semplice interazione piede-terreno: coinvolge diverse strutture anatomiche dotate di elasticità e anche “attuatori” come i muscoli estensori, che devono funzionare di concerto».
 

correre nudi nella neve correre nudi nella neve

È certo, comunque, che il piede rigido e l’arcata definita servono all’uomo contemporaneo che si sposta in posizione eretta ad esercitare una certa spinta propulsiva e ad ammortizzare lo «shock» della camminata bipede. Anche se - hanno osservato i paleoantropologi di Boston - il piede flessibile, quello che permetteva ai primati di arrampicarsi sugli alberi, non è così raro: sarebbe presente nel 7% dell’umanità di oggi.

 

Da decine di migliaia di anni, d’altra parte, corriamo sempre meno. «Si è sbilanciata la locomozione, da dinamica a più “statica”», aggiunge Minetti. Se poi la locomozione ancestrale - veloce e di resistenza - avveniva su terreni eterogenei, «l’urbanizzazione ha costretto uomini e animali a utilizzare calzature e zoccoli».
 

CORRERE SCALZI CORRERE SCALZI

Ma non ci sono solo gli aspetti protettivi. Le calzature sono nate anche da esigenze pratiche, come la possibilità di camminare sopraelevati rispetto al fango, e a queste si sono poi aggiunti risvolti etologico-culturali. Non a caso indossiamo scarpette prima ancora di iniziare a camminare. E anche chi non passa ore correndo ricorderà qualche estate trascorsa a piedi nudi, quando si sviluppava una «suola biologica».

 

ABEBE BIKILA ABEBE BIKILA

Ora, per scoprire gli altri effetti delle calzature sulla morfologia e sulla funzione del piede rigido, un team di antropologi belgi ha studiato le differenze tra i piedi «calzati» occidentali e quelli degli indiani abituati a stare scalzi. I loro hanno una pianta più larga e con la pressione più uniformemente distribuita sulla superficie a contatto con il terreno.
 

Emerge, quindi, che l’uso delle scarpe, anche se praticato per un periodo breve rispetto alla storia evolutiva, ha lasciato un’«impronta». Le calzature che non rispettano la forma e la funzione del piede ne alterano sia la morfologia sia il comportamento biomeccanico. «La loro invenzione ha richiesto tempo perché si trovasse un design dall’ergonomia consolidata - conferma Minetti -. È un tempo comunque di una scala piuttosto breve e ci vorrà molto prima di vedere gli effetti».
 

ABEBE BIKILA 1 ABEBE BIKILA 1

La capacità di adattamento delle nostre estremità, infatti, è elevata: bastano poche settimane di corsa per determinare un aumento della rigidità dell’arco plantare. E, d’altra parte, osservando i piedi umani - come si è fatto all’Università di Liverpool - certi stili di pressione plantare sono sovrapponibili a quelli dei primati: noi e le scimmie mostriamo una variabilità individuale enorme, tanto da minare il concetto di «norma» e «patologia».

 

Insomma, non solo i piedi non si sono ancora evoluti a tal punto da non poter più fare a meno delle costrizioni delle calzature, ma la loro adattabilità è tale che possiamo reimparare a correre scalzi. Quello che ancora non sappiamo, però, è se la metamorfosi porti a un miglioramento assoluto delle prestazioni e se ci sia un prezzo in termini di salute. Conclusione (momentanea): molto dipende dal tipo di piede che si ha.

CORSA PIEDI NUDI 4 CORSA PIEDI NUDI 4

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - AL CUOR DI GIULI NON SI COMANDA! ACCECATO DAL FASCINO DARDEGGIANTE DI FRANCESCO SPANO, IL MINISTRO BASETTONI L’HA DESIGNATO SUO CAPO DI GABINETTO. MAI NOMINA FU TANTO SCIAGURATA: COLLABORATORE DI GIULIANO AMATO E DI MARIA ELENA BOSCHI, SEGRETARIO GENERALE AL MUSEO MAXXI EPOCA MELANDRI, IL TENEBROSO SPANO FU TRAVOLTO NEL 2017 DA UNO SCANDALETTO CHE LO COSTRINSE, TRA L'ALTRO, A DICHIARARE LA SUA OMOSESSUALITÀ - UN PEDIGREE LONTANO UN VENTENNIO DAI VALORI DI “IO SONO GIORGIA: SONO UNA DONNA, SONO UNA MADRE, SONO CRISTIANA” - AGGIUNGERE L’ARROGANZA IN GILET DAMASCATO DI GIULI-RIDENS CHE SE N’È ALTAMENTE FREGATO DI COMUNICARE AI SOTTOSEGRETARI MANTOVANO (ULTRA-CATTOLICO) E FAZZOLARI (ULTRA-TUTTO), DELLA SUA VOLONTÀ DI NOMINARE IL SUO COCCO GAIO E DE SINISTRA - L’INCAZZATURA DELLA FIAMMA TRAGICA DEFLAGRA AL PENSIERO CHE SPANO PARTECIPERÀ AI PRE-CONSIGLI DEI CDM. METTERÀ PIEDE NEL SANCTA SANCTORUM DEL GOVERNO, OCCHI E MANI E ORECCHIE SUI DOSSIER IMPORTANTI, E PER UNA SQUADRA DI GOVERNO OSSESSIONATA DA COMPLOTTI, ESASPERATA DAI TRADIMENTI E INFILTRATA DAGLI “INFAMI” LA SUA PRESENZA SARÀ COME GETTARE FUMO NEGLI OCCHI…

DAGOREPORT - A METÀ NOVEMBRE SI CONOSCERÀ IL DESTINO DELL’ARMATA BRANCAMELONI: RIMPASTO SÌ, RIMPASTO NO? - LA MELONI VORREBBE LIBERARSI DI MINISTRI INCAPACI O IMPALPABILI E TAJANI SAREBBE BEN FELICE DI SOSTITUIRE LO ZOPPICANTE ZANGRILLO (PUBBLICA AMMINISTRAZIONE), L’INESISTENTE BERNINI (UNIVERSITÀ), L’INCONCLUDENTE PICHETTO FRATIN (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA), EREDITATI DALLA GESTIONE BERLUSCONI-FASCINA-RONZULLI - IL MINISTRO DELLA SALUTE SCHILLACI NON VEDE L’ORA DI GIRARE I TACCHI VISTO COME È RIDOTTO IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO - TRABALLA DANIELA SANTANCHE’ (IN POLE C’E’ FOTI), PER IL DOPO-FITTO SCALPITA CIRIELLI, MELONI VORREBBE SILURARE URSO E "RICOMPENSARE" RAMPELLI - SALVINI E LE SMANIE DI VANNACCI: SOGNA DI FARE IL MINISTRO…

DAGOREPORT - NICOLA LAGIOIA È IL PRIMO SCRITTORE DE SINISTRA CHE SI STA GIÀ RIPOSIZIONANDO NELL’INFOSFERA DELINEATA DAL MINISTRO BASETTONI ALESSANDRO GIULI - IERI SU “REPUBBLICA” CI TIENE SUBITO A FAR SAPERE AL MINISTRO (SI SA MAI) CHE NON È “TRA QUELLI CHE LO HANNO DERISO PER IL DISCORSO ALLE COMMISSIONI CULTURA DI CAMERA E SENATO”. ANZI: È L’UNICO AD AVER CAPITO COSA HA DETTO IN PARLAMENTO. SOLO CHE LAGIOIA LO SPIEGA IN MODO ANCORA PIÙ COMPLICATO: “L’IA GENERATIVA (COME IN BLADE RUNNER) DEPOSITA UN UNICORNO DI CARTA DAVANTI AI NOSTRI USCI MA NOI ANNEGHIAMO IN UN SOGNO DENTRO UN SOGNO DI SETTANT’ANNI”. CAPITO? BEH, ALMENO IL FINE DEL DISCORSO DI GIULI, SPIEGA LAGIOIA, È CHIARO: “LA NECESSITÀ DI GUARDARE AL FUTURO” (CASPITA, CI VOLEVANO GIULI E LAGIOIA INSIEME)...

DAGOREPORT - VE LO RICORDATE IL GRUPPO WHATSAPP "25 APRILE"? CREATO DALL'EX DIRETTORE DELLA "STAMPA" MASSIMO GIANNINI, DOVEVA SERVIRE A RINFOCOLARE LO SPIRITO ANTIFA', IN APERTA OPPOSIZIONE AL GOVERNO MELONI, MA E' DIVENTATO UN SUK DIGITALE IN CUI SI DISCUTE SOLO DI ISRAELE, PALESTINA, LIBANO E "REGIME SIONISTA" - GLI SCAZZI TRA RULA JEBREAL E DAVID PARENZO, L'ADDIO POLEMICO (CON RITORNO) DI EMANUELE FIANO, GLI INTERVENTI DEI SOLITI TROMBONI SFIATATI - CON QUESTI INTELLO', GIORGIA MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI PER DECENNI...