BOSCHI E SOTTOBOSCHI – IL FRATELLO DI MARIA ‘ETRURIA’, EMANUELE, ERA A CAPO DEL SERVIZIO DI CONTROLLO DEI COSTI DI BANCA ETRURIA PROPRIO QUANDO, LO SCRIVE BANKITALIA, “GLI ORGANI AMMINISTRATIVI PRESTANO SCARSA ATTENZIONE AL CONTENIMENTO DELLE SPESE PER CONSULENZE”

Boschi junior lascia Banca Etruria a marzo 2015, (appena sette mesi prima del dissesto) e si appoggia per alcune settimane allo studio fiorentino di Luciano Nataloni, commercialista ed ex membro del cda della stessa Etruria, indagato per conflitto d'interessi dalla procura di Arezzo per i finanziamenti erogati dalla banca a 14 società vicine a lui... -

Condividi questo articolo


Fabrizio Boschi per “il Giornale”

emanuele boschi emanuele boschi

 

A Banca Etruria «il Boschi» era una specie di boss. Intoccabile e rispettato. Pur avendo fatto tutt' altro prima di allora (dirigente della Coldiretti in Valdarno, consigliere del consorzio agrario di Arezzo dal 1978 al 1986, poi presidente di Confcooperative aretina dal 2004 al 2010) quella banca era il suo punto riferimento economico da sempre.

 

Lui è entrato a far parte del consiglio di amministrazione nell' aprile del 2011, ma uno dei suoi figli - Emanuele, 32 anni - è stato assunto in quell' istituto già nel novembre del 2007 e proprio lì ha fatto carriera.

 

«L' hanno assunto perché era preparato, mica perché aveva il bollino rosso», sbotta mamma Stefania Agresti. Fino al novembre 2012 è stato process analyst, poi cost manager fino all' ottobre 2014, infine program and cost manager dall' ottobre 2014 al marzo 2015, in piena crisi dei titoli. Anche sua moglie, Eleonora Falsinelli, era dipendente come communication specialist. Si sono conosciuti lì.

maria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele maria elena boschi al matrimonio del fratello emanuele


«Papà Pier Luigi è diventato vicepresidente per una ragione squisitamente politica»: è quello che dice uno dei piccoli soci della banca, Pierino Lega, durante l' assemblea del 4 maggio 2014, parlando al presidente uscente Giuseppe Fornasari: «Il nostro esimio presidente in liaison con il direttivo - disse Lega - ha pianificato e unito le due fazioni che si contendevano il potere in questa assemblea, costruendo così ad arte un nuovo direttivo di larghe intese, una sorta di grosse coalition, come per dire ha unito e sposato il diavolo e l' acqua santa».

emanuele boschi emanuele boschi


Ma la vera chiave di tutto sembra essere Emanuele Boschi, che essendo a capo del servizio di controllo dei costi, lavorava coi crediti deteriorati proprio quando, egli stesso lo scrive in un rapporto a Banca d' Italia, «gli organi amministrativi hanno prestato scarsa attenzione al contenimento delle spese per consulenze, che nel biennio 2013-2014, sono ascese a oltre 15 milioni».

 

EMANUELE BOSCHI EMANUELE BOSCHI

Boschi junior lascia Banca Etruria a marzo 2015, (appena sette mesi prima del dissesto) e si appoggia per alcune settimane allo studio fiorentino di Luciano Nataloni, in via delle Mantellate 8, commercialista ed ex membro del cda della stessa Etruria. Nataloni è quello indagato per conflitto d' interessi dalla procura di Arezzo per i finanziamenti erogati dalla banca a 14 società vicine a lui e all' ex presidente Lorenzo Rosi, che avrebbero causato 30 milioni di euro di buco.


Banca Etruria, attraverso Nataloni, autorizzava finanziamenti sciagurati a queste aziende sull' orlo del baratro, che non davano alcuna garanzia di rientro. In cambio veniva richiesto a quelle imprese di avvalersi della consulenza finanziaria dello «Studio professionale associato dottori commercialisti» dello stesso Nataloni e dove per alcuni mesi ha lavorato Boschi jr, continuando evidentemente ad avere rapporti con Banca Etruria visto il legame stretto che c' era tra l' istituto di credito e lo studio commerciale di Nataloni.

Maria Elena Boschi, dopo la spiaggia un bel giro in bicicletta per le vie di Marina di Pietrasanta con il fratello Emanuele (da Oggi) Maria Elena Boschi, dopo la spiaggia un bel giro in bicicletta per le vie di Marina di Pietrasanta con il fratello Emanuele (da Oggi)


Nel giugno 2015 Emanuele Boschi lascia lo studio commerciale e si trasferisce a pochi passi, al civico 9 della stessa via, chiamato da Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito democratico, parlamentare, avvocato ed ex fidanzato della sorella Maria Elena, per ricoprire la carica di presidente del consiglio di amministrazione della Mantellate Nove Srl, che offre servizi aziendali rivolti a studi legali e contabili.

 

LUCIANO NATALONI LUCIANO NATALONI

Bonifazi fonda Mantellate Nove nel maggio 2013 (mettendo suo padre Franco alla presidenza) insieme a Federico Gianassi, assessore alla Trasparenza e al Lavoro del Comune di Firenze, e a due soci di studio, Andrea Nardi e Federico Lovadina, quest' ultimo gran collezionista di poltrone alla corte di Renzi (è nel cda della partecipata del Comune Mercafir e alla presidenza di Toscana Energia succedendo a Lorenzo Becattini, parlamentare Pd). Dal luglio 2014 Lovadina è stato messo da Renzi anche nel cda di Ferrovie dello Stato. Il solito intreccio alla Renzi in odor di intrallazzo.

maria elena boschi bonifazi maria elena boschi bonifazi

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…