LA CARENZA E' REALE O...SUPPOSTA? – IL PRESIDENTE DELL’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO, GIORGIO PALÙ, AMMETTE CHE C'È UNA GRAVE CARENZA DI FARMACI PER “UNA TRENTINA DI MEDICINALI ESSENZIALI USATI IN SALA OPERATORIA” (CHE DEVONO ESSERE IMPORTATI) E PER DELLE MEDICINE ANTIEPILETTICHE – NEL COMPLESSO PERÒ L’EMERGENZA FARMACI SEMBRA ESSERE CONTENUTA, CHI VA IN FARMACIA PERÒ DOVRÀ ACCONTENTARSI DI...

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Paolo Russo per “la Stampa”

 

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Aifa e farmacisti gettano acqua sul fuoco, dicendo che l'alternativa ai medicinali introvabili c'è e sono i generici. Che però i medici non prescrivono e che la gente conosce poco, perché se dici Augmentin tutti sanno che è l'antibiotico più gettonato d'Italia, ma se ti propongono l'Amoxicillicina, ossia il principio attivo che lo compone, in molti storcono il naso non sapendo cosa sia.

 

E così la caccia al farmaco continua nelle chat delle mamme che vorrebbero soprattutto pillole e sciroppi in formato pediatrico. Mentre gli adulti vanno alla ricerca soprattutto di antinfiammatori come l'ibuprofene, antipiretici per abbattere la febbre e antibiotici.

 

GIORGIO PALU GIORGIO PALU

Anche se le carenze gravi sono quelle che riguardano le terapie antiepilettiche e «una trentina di medicinali davvero essenziali, usati in sala operatoria e dei quali non si trova un corrispettivo che sia prodotto da industrie italiane», ammette il presidente dell'Aifa, Giorgio Palù, che pure tiene a precisare che nel complesso «non c'è nessun allarme reale».

 

Ma per capire come stiano realmente le cose partiamo dalle liste pubblicate sul sito di Aifa dei medicinali che scarseggiano o che mancano del tutto negli scaffali delle farmacie e degli ospedali. Quelli carenti sarebbero ben 3.197, ma come precisa lo stesso Palù molti sono fuori produzione. Anche se spesso i medici non lo sanno e li prescrivono lo stesso.

 

GIORGIO PALU AIFA GIORGIO PALU AIFA

Con il risultato che l'assistito entra con la ricetta in farmacia e ne esce a mani vuote. Oltre a quel listone c'è poi un secondo elenco più ristretto, composto da 328 confezioni, che in produzione ci sono ma che è realmente difficile trovare e per le quali non si trova un equivalente generico, tanto che ne è stata autorizzata l'importazione dell'estero.

 

Cosa più facile a dirsi che a farsi, come ammette Marco Cossolo, presidente di Federfarma, l'associazione dei titolari di farmacia. Questo perché ogni volta che si importa una scatoletta di medicinali, anche da un Paese Ue, bisogna riavviare la pratica di registrazione. Ma anche a causa dei prezzi da noi mediamente più bassi che non invogliano le imprese della pillola a rifornirci più di tanto per non alimentare il fenomeno delle «esportazioni parallele», di chi acquista da noi i prodotti a basso prezzo per rivenderli a costi più alti all'estero.

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«La mancanza di farmaci c'è - afferma Cossolo - ma il problema non è così grave come si dice perché spesso basta utilizzare il farmaco equivalente disponibile oppure far ricalibrare il dosaggio al proprio medico. Se manca il Brufen da 600 mg prendi tre pillole da 200 che in questo momento sono disponibili».

 

Detta così sembra facile, ma in questi giorni con gli studi presi d'assalto farsi rifare la ricetta può diventare un'impresa e il generico in Italia stenta a decollare per la diffidenza di medici e pazienti. Cattive abitudini alle quali si somma come in una tempesta perfetta l'assalto concomitante di Covid, influenza e virus sinciziale nei più piccoli, che hanno fatto impennare i consumi di antinfiammatori, antipiretici contro la febbre e antibiotici, anche se questi ultimi con i virus non servono a niente.

 

farmaci di marca farmaci di marca

Ma dietro il problema della carenza di farmaci ci sono ragioni anche più strutturali. Prima di tutto scarseggiano i principi attivi, i quali provengono in larga parte da Cina (dove l'ondata Covid sta rallentando la produzione), India e Pakistan, che risentono più di altri del caro energia. Anche per il confezionamento dipendiamo dalle materie prime prodotte delle imprese cinesi. Infine la distribuzione che va a rilento. «A causa del caro benzina - spiega ancora Cossolo - i distributori tendono a riempire al massimo i Tir per diminuire la frequenza dei viaggi».

 

Così, anche per i medicinali che in realtà vengono sfornati regolarmente dalle fabbriche, bisogna prenotarsi in farmacia e attendere il loro arrivo. Mentre magari la gola brucia e la febbre non scende. Anche se la carenza non riguarda solo gli antidoti ai mali di stagione. Come ammette lo stesso presidente di Federfarma, «mancano alcuni antiepilettici e questo è grave perché non possono essere sostituti con gli equivalenti». Non manca poi chi punta l'indice contro i prezzi troppo bassi dei prodotti fuori brevetto.

 

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«C'è una difficoltà nel reperimento di medicinali, soprattutto per quelli su prescrizione e quelli vecchi, con brevetto scaduto, dove le aziende hanno bassi ricavi. Ma non parlerei di allarme, piuttosto di disagio perché può succedere di dover attendere qualche giorno prima che la farmacia riesca a procurarseli», dice Antonio Mazzarella, presidente della Federazione delle associazioni italiane degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco. Ma anche in questi casi ci sarebbero i generici. Che In Italia si consumano però molto meno che nel resto d'Europa.

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