1 - L'INCHIESTA SUL CHIRURGO DELLE PROTESI
Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
Centinaia di email, telefonate, messaggi, molti a favore, ma anche qualcuno contro: la vicenda giudiziaria di Norberto Confalonieri, il chirurgo del Centro traumatologico ortopedico di Milano che dalla settimana scorsa è agli arresti domiciliari per corruzione, turbativa d' asta ed è anche accusato di aver provocato lesioni su suoi pazienti, ha dato il via a una discussione controversa.
C' è chi è inorridito per il contenuto delle intercettazioni sugli interventi, chi è indignato per le ipotesi di tangenti e chi esprime al medico la sua solidarietà, ma non bisogna dimenticare che anche per questo caso si deve attendere la chiusura del processo con una sentenza definitiva prima di definire qualcuno colpevole o innocente.
Professore di fama internazionale nel settore della chirurgia ortopedica mini invasiva con «8/9.000» interventi in 35 anni (come dichiara lui stesso), nonostante le accuse molto pesanti ipotizzate dai pubblici ministeri milanesi Letizia Mannella ed Eugenio Fusco che disegnano un panorama preoccupante su ciò che accadeva in un reparto di un centro rinomato come il Traumatologico, Confalonieri ha ricevuto anche la solidarietà di colleghi e pazienti. E proprio dal Centro è arrivata una lunga lettera firmata da decine di medici e di infermieri.
2 - L'ACCUSA: «TANGENTI PER FAVORIRE AZIENDE FARMACEUTICHE SI ALLENAVA SUI MALATI»
È un' accusa a «cascata» quella contestata al primario del Cto di Milano Norberto Confalonieri, ai domiciliari per corruzione e turbativa d' asta e accusato di lesioni su malati. Per accrescere la sua fama e attrarre sempre più pazienti avrebbe contato sui finanziamenti della Johnson & Johnson e della B.Braun, aziende (indagate con alcuni loro rappresentanti) che producono le protesi per ginocchio e anca che per i pm impiantava a più non posso.
Corruzione Secondo gli inquirenti, tra Confalonieri e le due aziende c' era un «accordo occulto» in base al quale il medico favoriva l' acquisto di protesi a spese del Servizio sanitario.
In cambio riceveva «compensi in denaro» (28 mila euro in 4 anni per consulenze non dichiarate), apparizioni in tv, copertura dei costi per organizzare o partecipare a convegni e l' uso «gratuito» di una strumentazione speciale che costava alla Johnson&Johnson duemila euro al mese.
Tra il 2012 e il 2015, ha accertato la Guardia di Finanza, ha impiantato 458 protesi (costo 1,1 milioni di euro) di cui 241 della J&J (510 mila) e 122 della B.Braun (393 mila). Il primario, scrive il gip Teresa De Pascale, «ha spudoratamente privilegiato, in termini di business, sia gli affari della società che quelli propri privati, finendo per ledere in maniera spregiudicata soprattutto l' interesse alla salute dei pazienti».
Interventismo Per favorire le due ditte, il chirurgo aveva un approccio «interventista», scrive il gip. Operava, cioè, «anche in disaccordo con il parere di altri membri dell' équipe medica». Attese più lunghe Una delle accuse più odiose. Secondo i magistrati, la fama del chirurgo attirava pazienti nel Cto, ma con un' abile strategia le liste d' attesa si allungavano sempre. Confalonieri avrebbe anche invitato i colleghi ad «andare piano» con le operazioni per costringere i malati a rivolgersi ai privati che, tra il 2012 e il 2016, gli hanno versato 302 mila euro per la sua attività extramoenia.
Lesioni Per il gip non ci sono elementi sufficienti a carico del primario per l' arresto perché, in attesa di perizie (acquisite 62 cartelle cliniche) per ora delle lesioni si parla solo nelle intercettazioni. Tra i pazienti identificati, un' anziana paziente del Cto su cui Confalonieri ha detto di essersi «allenato» per imparare una tecnica che poi ha applicato nel privato su una donna di 40 anni.
Ad entrambe avrebbe rotto un femore per errore. Scrive il giudice: «Sovente interviene senza un' attenta valutazione del caso, talvolta omettendo esami diagnostici e disattendendo persino i pareri di colleghi», spiegando che «il modus operandi di Confalonieri» sembra «in netto contrasto con i principi che disciplinano l' esercizio della professione di medico chirurgo»
3 - LA DIFESA «TUTTI COMPENSI LECITI, PRESTAZIONI SCIENTIFICHE OPERAVO AL MEGLIO»
«Non sono un mostro» né «penso solo ai soldi» dichiara Norberto Confalonieri che, durante l' interrogatorio di garanzia in cui è stato assistito dall' avocato Ivana Anomali, si definisce «uno dei maggiori esperti mondiali di chirurgia mininvasiva computer o robot assistita» applicata all' impianto di protesi d' anca e di ginocchio. La difesa è a 360 gradi: nessuna corruzione, impegno continuo, scrupolo, etica, attenzione ai «meno abbienti» e beneficienza.
CORRUZIONE
«Ho un contratto extramoenia , cioè sono un libero professionista. I compensi ricevuti non sono tangenti, ma rimborsi per prestazioni scientifiche di divulgazione e aggiornamento. Tutti i compensi sono rintracciabili», ha scritto in un promemoria letto al giudice. Secondo il medico, è «prassi comune a tutti i miei colleghi» che l' organizzazione o la partecipazione ai congressi sia «sponsorizzata» dalle ditte che così sostengono in Italia l' attività scientifica.
Ed è «usanza comune» che le aziende abbiano i «loro referenti», perché è «un modo per finanziare la ricerca e l' innovazione con fondi privati». Nessuna «corruzione o truffa, ma rimborsi a prestazione», e se «il mio comportamento è disdicevole allora tutto il sistema di divulgazione e aggiornamento scientifico è coinvolto». La pubblicità in tv? «Non per mettere più protesi di Johnson&Johnson o B.Braun, ma divulgazione scientifica di tecnologie innovative», dice.
INTERVENTISMO
«Non sono un interventista», si difende il medico. «Ho pazienti basiti perché non li ho voluti operare, nonostante il parere di qualche mio collega», e che «vogliono testimoniare». Avrebbe potuto operarli privatamente, spiega, ma «mi sono rifiutato e li ho guariti senza intervento».
ATTESE LUNGHE
Confalonieri definisce «chiacchiere da bar», «consigli senza costrutto» le frasi intercettate in cui dice chiaramente a un collega di «andare piano» con gli interventi nell' ospedale pubblico in modo da spingere i pazienti verso la clinica privata. «Sono il chirurgo che opera di più al Cto, le mie sale operatorie sono sempre piene, non ho bisogno di gonfiare le liste d'attesa».
LESIONI
«Opero circa 300 pazienti l'anno e, per ora, non ho contenziosi», ha detto Confalonieri, anche se non esclude che ora possano nascerne «dopo questa gogna mediatica». Il medico ha anche spiegato che da lui «arrivano pazienti molto complessi» e che nel suo lavoro ci sono «complicanze e insuccessi». Le frasi incriminate? «Non ho rotto il femore apposta per allenarmi, ma si è rotto nell' impiantare la protesi, probabilmente in maniera lieve», e «allenarmi è un vocabolo goliardico, non professionale, in realtà stavo perfezionando la tecnica per operare al meglio le pazienti».