CHI L’HA DETTO CHE LE SOTTOMESSE DEL BDSM NON SONO FEMMINISTE? SCELGONO LA LORO FORMA DI ESPRESSIONE SESSUALE, SANNO COSA VOGLIONO E DICONO AL DOMINANTE COSA LE ECCITA DI PIU’ (LE ALTRE COPPIE SE LA SOGNANO QUESTA COMPLICITA’)

Dalle femministe radicali alla destra religiosa, la considerano misoginia portata all’estremo. Non capiscono come una donna possa voler essere legata e sculacciata. Invece è l’opposto della passività. C’è una bella differenza fra sessismo strutturale e negoziare il potere all’interno di una camera da letto...

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Alex Henderson per “AlterNet”

 

Il BDSM è passato da sottocultura underground a fenomeno di massa. Le popstar, da Christina Aguilera e Madonna ai Nine Inch Nails, hanno usato l’immaginario sadomaso e i riferimenti si trovano in molti programmi televisivi. Chi stava al college negli anni Sessanta e Settanta non aveva idea di cosa fosse una dominatrice, oggi è raro trovare uno studente che non lo sappia. Però c’è una parte del BDSM che continua ad essere incompresa: la sottomissione femminile. Dalle femministe radicali alla destra religiosa, la considerano misoginia portata all’estremo. Non capiscono come una donna possa voler essere legata e sculacciata.

schiava al dungeons di new york schiava al dungeons di new york

 

La verità che è una sottomessa sa esattamente cosa vuole in un rapporto. Non è passiva, non è una persona debole e senza ambizione. In poche parole, non è un’anti-femminista.

Una schiava può essere, fuori dal letto, un avvocato, un fisico, un medico, una scrittrice. Il fatto che si sottometta volontariamente nel “dungeon”, non significa che lo faccia altrove.

 

Lo spiega bene Susan Wright, autrice e fondatrice della “National Coalition for Sexual Freedom” (NCSF): «L’errata convinzione comune vuole che le donne sottomesse siano costrette alla pratica, senza essere consenzienti. Al contrario, hanno le idee chiarissime su ciò che vogliono e realizzano le loro fantasie. La sottomissione è compatibile con il femminismo perché implica scegliere una forma di espressione sessuale, esercitare un potere tramite la sessualità».

 

pratiche bdsm pratiche bdsm

Conferma la femminista Mollena Williams, appartenente alla comunità BDSM: «Nella vita di tutti i giorni non puoi sempre essere sottomessa, devi prendere decisioni, ma puoi esserlo nell’intimità. C’è poi una discriminazione di genere al contrario: se vedi un uomo dominato in tv non è un problema, se vedi una donna dominata scoppia il caso. Non lo digeriscono, perché la donna dominatrice è più “hot” e “sexy”».

 

Rachel Kramer Bussel è una scrittrice che ha pubblicato diversi libri sulla sottomissione femminile, raccontando le sue esperienze: «Per me è un atto femminista perché la donna sottomessa e il suo partner dominante discutono a lungo su cosa la eccita di più, nei minimi dettagli. Forse non esercita il potere a livello politico, ma sicuramente a livello privato e personale.

 

E’ l’opposto della passività. Può chiedere al suo partner di essere legata, dandogli enorme responsabilità, ma di non essere frustata. Può chiedere bondage senza dolore, e lui dovrà accontentarla, dovrà soddisfare i suoi bisogni e desideri. E’ una negoziazione, una discussione approfondita sui gusti che in genere non si fa nei rapporti non BDSM. Gli uomini a cui mi sono sottomessa sono sempre stati rispettosi, anzi li considero femministi, non certo “maiali sessisti”. C’è una bella differenza fra sessismo strutturale e negoziare il potere all’interno di una camera da letto. Essere la “debole” a letto, non significa esserlo fuori dal letto».

outfit bdsm outfit bdsm

 

Lo stesso vale per la sottomissione maschile. Gli schiavi, fuori dalla “gabbia”, sono spesso professionisti, hanno ruoli importanti. Ma dentro la gabbia possono liberarsi dalle responsabilità ed esonerarsi dalle decisioni. Le sottomesse sono dottoresse, imprenditrici, oppure casalinghe. Non importa. Importa che scelgano. E la scelta non è una conseguenza della dominazione maschile o della società patriarcale.

 

invito al bdsm invito al bdsm

Il BDSM ha un suo vocabolario. Tre delle parole più usate sono “top”, che indica i dominanti, “bottom”, che indica i sottomessi, e “switch”, che indica chi può essere l’uno e l’altro. Almeno un terzo della comunità BDSM è “switch”, un giorno vuole dominare, una notte vuole subire. E’ giusto puntualizzare che gli uomini eterosessuali meno omofobi del mondo si trovano proprio nel BDSM, dove i “leathermen” (i gay in pelle attillata) sono sempre state figure iconiche. Inoltre l’elemento dominante/sottomesso esiste in molti rapporti “alla vaniglia” senza che la coppia se ne renda conto. Anche fra loro c’è un “top”,  un “bottom” e una negoziazione.

 

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