Antonella Viola per “La Stampa”
Una delle domande che ci sentiamo porre dall'inizio della campagna di vaccinazioni è se chi è vaccinato può essere contagioso. La risposta che abbiamo dato quando i primi risultati degli studi clinici iniziavano a essere disponibili è stata di cautela.
La maggior parte degli studi di fase 3 si era infatti concentrata sulla capacità del vaccino di prevenire la malattia sintomatica e non l'infezione o, tanto meno, il contagio. Ci eravamo basati sui dati pre-clinici per dire che i vaccini a mRNA facevano ben sperare che anche l'infezione fosse bloccata e che saremmo rimasti in attesa di ulteriori dati. Che sono arrivati.
La vaccinazione di massa che è avvenuta in Israele e Regno Unito ci permette di rispondere a questa domanda basandoci sui grandi numeri. I dati ottenuti in questi Paesi ci consentono di affermare che, a livello di popolazione, tutti i vaccini che abbiamo a disposizione riducono in maniera sostanziale mortalità, ricoveri e anche infezioni.
certificati covid free in israele
In Israele e Regno Unito, le vaccinazioni hanno ridotto la circolazione del virus e hanno quindi interrotto la catena dei contagi. Studi effettuati sulle popolazioni vaccinate dimostrano che i vaccini (almeno quelli a mRNA) bloccano efficacemente l'infezione asintomatica, confermando quanto avevamo già visto nei modelli animali.
Anche per i vaccini basati su adenovirus ci sono evidenze che la trasmissione del virus sia bloccata dalla vaccinazione. Questo significa che, sulla base dei grandi numeri, chi è vaccinato non è da considerarsi "contagioso".
soldati israeliani task force vaccino
Ovviamente, nessun vaccino è efficace al 100% e rare eccezioni alla regola sono possibili, ma bisogna basarsi su questi solidi dati per ridare fiducia ai cittadini e far ripartire il Paese. Questo è il motivo per cui l'agenzia federale degli Stati Uniti "Center for Disease Control and Prevention" che detta le linee guida in materia di sanità pubblica ha di recente aggiornato i protocolli che riguardano le persone vaccinate.
Negli Stati Uniti, chi ha completato il ciclo di vaccinazioni può essere esentato da tamponi e quarantena in caso di contatti con positivi. A Bruxelles si sta lavorando su un passaporto vaccinale che consenta di muoversi liberamente tra gli Stati europei. E' quindi necessario, anche da noi, rivedere le linee guida sulla base dei dati scientifici che si stanno accumulando e iniziare a programmare la ripartenza del Paese.
VACCINAZIONE IN CATTEDRALE A SALISBURY
Si potrebbe iniziare proprio dai tamponi e dalla quarantena perché è assurdo far passare il messaggio che la vaccinazione non serva a nulla, neppure a evitare l'isolamento in caso di contatto con un positivo.
E poi - ma è un poi a tempi molto stretti - si dovrà iniziare a valutare la possibilità di rilanciare quelle attività che più di tutte hanno sofferto per le chiusure prolungate, a partire dalle palestre, dove i vaccinati potrebbero ricominciare ad allenarsi, o dai musei, cinema e teatri. E' vero che al momento i vaccinati sono pochi milioni ma a breve, si spera, il loro numero aumenterà velocemente.
Lo scopo di questa proposta non è, ovviamente, quello di creare disuguaglianza tra i cittadini ma di aiutare le categorie che hanno sofferto per le chiusure e fornire una motivazione in più a chi, ancora oggi, nonostante gli oltre 100.000 decessi e il disastro economico e sociale che abbiamo di fronte, non è convinto di vaccinarsi.
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