Anna Guaita per “il Messaggero”
Un'attesa estenuante. Mezza America sintonizzata sul sito degli Archivi Nazionali. E la speranza che dopo 54 anni sarebbero arrivate risposte chiare sull'uccisione del presidente John Fitzgerald Kennedy. Scadeva ieri infatti il segreto che 25 anni fa era stato imposto su circa 200 mila pagine di atti riguardanti le varie indagini su quell'omicidio. «Molto interessanti» twitta Donald Trump.
I documenti dell Fbi su Lee Harvey Oswald
Gli Archivi nazionali hanno messo online, nella notte italiana, i 2.800 file sull'assassinio del presidente John Fitgerald Kennedy per i quali Donald Trump ha concesso l'autorizzazione. Ma non tutte le agenzie dell'amministrazione avrebbero concluso il loro processo di valutazione, quindi una parte dei documenti non sarà ancora resa nota.
Milioni di americani aspettano chiarimenti, nonostante studiosi ammoniscano che da quelle pagine non verranno fuori tutte le risposte ai quesiti più eclatanti e misteriosi. La mafia, la Cia, il vicepresidente Lyndon Johnson, i servizi segreti sovietici, Fidel Castro: oltre il 62 per cento del pubblico americano pensa che a uccidere Kennedy il 22 novembre del 1963 fu uno di questi sospetti.
IL RAPPORTO
Solo una minoranza crede al rapporto della Commissione Warren, che nel 1964 dichiarò che l'ex marine Lee Harvey Oswald aveva agito da solo, e dall'alto del deposito di libri di Dallas aveva centrato due volte la testa di Kennedy, che viaggiava nel sedile posteriore della limousine presidenziale e poi ferito anche il governatore del Texas, John Connally, che viaggiava sul sedile anteriore.
Negli anni Sessanta il pubblico aveva creduto al rapporto Warren, ma dopo che negli anni Settanta gli americani persero fiducia nel loro governo, in gran parte in seguito allo scandalo Watergate, i sospetti si sono moltiplicati. All'inizio degli anni Novanta, poi, il film di Oliver Stone, JFK, ha ingigantito questa sfiducia.
La maggior parte della documentazione era stata resa nota dall'allora presidente George Bush senior, nel 1992, allo scopo di calmare i sospetti. Ma un pacco di documenti era stato giudicato troppo delicato e posto sotto segreto per 25 anni, cioè fino a ieri. La divulgazione di queste pagine era dunque attesa con estrema attenzione. Le teorie complottiste nascono dalla convinzione che Oswald, un ex marine psicologicamente instabile, non poteva aver da solo progettato ed eseguito un simile atto, con un fucile comprato per corrispondenza con soli 21 dollari.
LA PISTA
Alcuni credono che ci fosse un altro sparatore, nascosto nel grassy knoll, la collinetta erbosa di rimpetto al deposito dei libri. Negli ultimi anni ha preso forza la teoria che si trattasse di Rene Alexander Dussaq, un cittadino americano di origini cubane, ex agente della Cia. Dussaq avrebbe agito per conto di Fidel Castro, che non aveva perdonato a Kennedy il tentativo di invasione della Baia dei Porci.
La pista cubana è sostenuta dal fatto che Oswald aveva compiuto vari viaggi a Cuba (ma c'è anche il suo misterioso viaggio in Messico due settimane prima dell'omicidio). La stranezza, è che la Cia teneva il giovane marxista sott'occhio, ma non aveva allertato gli altri servizi. Questa inazione è stata notata anche in altre inchieste ufficiali sull'omicidio.
L'INTELLIGENCE
Come minimo dunque la Cia sarebbe colpevole di inerzia. Ma se la Cia era intenzionata a far morire Kennedy, è difficile immaginarla alleata alla Cuba castrista. Semmai, sostiene un'altra scuola complottista, l'agenzia di intelligence si sarebbe servita dl Oswald d'accordo con l'establishment militare, e magari con un via libera anche da parte del vicepresidente Lyndon Johnson.
Questa teoria, abbracciata da Oliver Stone nel film JFK nel 1992, si basa sul fatto che Kennedy era intenzionato a ritirare le truppe in Vietnam, scelta che i generali, la Cia e Johnson non condividevano. I fautori della teoria ricordano che Johnson non aveva mai provato grande simpatia per il giovane presidente, che giudicava un novellino viziato, espressione del mondo liberal del nord.
Negli anni ha preso forza poi la teoria di un ruolo della mafia, pronta a uccidere un presidente perché aveva messo a capo del ministero della Giustizia il fratello Robert, deciso a sconfiggere il crimine organizzato. La moglie di Oswald, Marina, ha sostenuto che Lee voleva uccidere il governatore del Texas, e solo all'ultimo avrebbe deciso di colpire anche Kennedy.
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