CI SCRIVE GIANCARLO ARMATI, FIGLIO DI VIRGINIA SANJUST: “CARO DAGOSPIA, IN MERITO A QUANTO DICHIARATO DALL’OSPEDALE SANT’ANDREA PER AMORE DI VERITÀ E DI GIUSTIZIA MI VEDO COSTRETTO AD ENTRARE NELLO SPECIFICO ANCHE NEL TENTATIVO DI EVITARE CHE CIÒ SI POSSA NUOVAMENTE RIPETERE, PER MIA MAMMA COME PER ALTRE PERSONE. IL DIRIGENTE MEDICO AVREBBE DOVUTO PRENDERE IN CARICO LA PAZIENTE PERCHE’…”

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Lettera di Giancarlo Armati, figlio di Virginia Sanjust:

 

Caro Dagospia,

Giancarlo Armati - figlio di Virginia Sanjust di Teulada Giancarlo Armati - figlio di Virginia Sanjust di Teulada

in merito a quanto dichiarato dall’Ospedale Sant’Andrea per amore di verità e di giustizia mi vedo costretto ad entrare nello specifico anche nel tentativo di evitare che ciò si possa nuovamente ripetere, per mia mamma come per altre persone. Virginia come paziente psichiatrico dovrebbe assumere terapia farmacologica mensile e giornaliera. Quando è a Capalbio, a casa sua, viene raggiunta presso il suo domicilio giornalmente dai coscenziosi e umanissimi sanitari del locale CSM di Orbetello che si occupano di somministrarle i medicinali, fondamentali per stabilizzare una persona con le sue problematiche.

 

Ora sono oltre due mesi che Virginia non tornando a casa sua non prende la terapia e questo la fa stare molto molto male e le fa compiere atti a volte sconsiderati.

 

Al Dirigente medico, dott.ssa Iginia Mancinelli, che sembra non essersi accorta del suo stato, nonostante come ha detto, Virginia sia ben conosciuta in quel reparto, ho detto e ripetuto in ben due telefonate esattamente questo. Mamma deve prendere la terapia che non assume da troppo tempo. Qualsiasi altro dottore specialista nel campo lo sa perfettamente e si accorge quando il paziente non ha preso i medicinali.

 

Virginia Sanjust di Teulada con il figlio Giancarlo Virginia Sanjust di Teulada con il figlio Giancarlo

La dott.ssa avrebbe quindi dovuto prendere in carico la paziente. Era domenica pomeriggio. Mettersi in contatto con i sanitari di Orbetello lunedì in prima mattinata, accertarsi di quando Virginia aveva preso l’ultima terapia e quali medicinali e quindi somministragliela affinché si stabilizzasse il suo umore. Il resto sono parole al vento.  Spero il Sant’Andrea voglia accertare in modo approfondito la verità dei fatti. Aggiungo che proprio l’Ospedale in parola più volte ha messo Virginia alla porta oppure ha fatto in modo che potesse allontanarsi inosservata. Non soltanto in questo caso in cui vi si era recata in modo autonomo, ma anche diverse altre volte nelle quali è lì giunta con ambulanza (118) a seguito di richiesta delle forze dell’ordine oppure di gente comune che per strada aveva capito la gravità della situazione e aveva richiesto giustamente l’intervento dei sanitari. Penso non vi sia nient’altro da aggiungere.

 

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