VIDEO - LE MUTANDINE RITROVATE A SANTA CROCE DI CAMERINA: L’IPOTESI DI UN MITOMANE
1. LORIS, L’ULTIMO ORRORE “ERA ABUSATO DA TEMPO” - GIALLO SUL RITROVAMENTO DI UN PAIO DI SLIP. LA MADRE INTERROGATA PER ORE
Francesco Grignetti per “la Stampa”
LO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVAL
Colpi di teatro a ripetizione, in questa brutta storia di Loris Andrea Stival. La giornata si apre con il ritrovamento in strada, davanti alla scuola del bimbo, e sotto l’occhio di una telecamera, di un paio di mutandine blu che potrebbero essere quelle sue o forse no. Era già un capitolo da chiarire:
Loris portava un tipo preciso di mutandine quando è uscito al mattino, ma quando l’hanno trovato non le aveva più e per di più aveva i pantaloni slacciati. Segno che qualcuno l’aveva spogliato e poi rivestito malamente. Ora che spuntano nel centro del paese, ed è successo nella notte perché lunedì le mutandine lì non c’erano di sicuro, sembra la trama di un telefilm, con l’assassino che sfida gli investigatori.
IL CACCIATORE CHE HA TROVATO LORIS STIVAL
LA MAMMA INTERROGATA
Ma la giornata si chiude a sorpresa con la convocazione della mamma di Loris in questura, a Ragusa, per «accertamenti urgenti». La fanno sfilare davanti alle telecamere ormai appostate in permanenza in strada, lei, la giovane fragile minuscola Veronica e davvero non sembra la stessa donna che un’ora prima era andata al canalone dove è stato trovato il cadavere del figlio per portare un fiore. Gli inquirenti hanno deciso che Veronica Stival andava interrogata con urgenza perché alcune incongruenze andavano chiarite presto. Subito, anzi.
Le mutandine sono quelle del figlio o no? Riconosce o no quella scritta, «Cool skater boy» e il disegnino di un cucciolo di lupo? Già, perché un conto è la folle mossa di un mitomane che cerca d’inserirsi in un’inchiesta, altro se il pedofilo omicida ha deciso di disfarsi del suo macabro «souvenir» e l’ha fatto nel modo più eclatante possibile. Ci vorranno due ore, ma sembra che la mamma non abbia riconosciuto l’indumento.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 6
LA CORSA CONTRO IL TEMPO
Non hanno più tempo da perdere, il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota. «Statisticamente parlando - spiegava ieri il procuratore - per questo genere di delitti il tempo d’individuazione dell’autore va dalle 72 alle 96 ore, dopo di che il tempo si dilata in modo consistente. Se si arriva all’individuazione di un elemento indiziario sufficientemente grave in questo termine di 3-4 giorni, c'è la possibilità di dire che il caso è risolto. Altrimenti...».
Siccome poi le indagini puntano sempre più sul contesto stretto che circonda gli Stival, su un viso che fosse familiare al piccolo, uno di cui il bimbo si fidava, è l’occasione di chiedere a Veronica una volta di più con chi avesse intimità suo figlio.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 5
CONOSCEVA IL PEDOFILO
Lei all’inizio aveva parlato di «ragazzi più grandi» con cui Loris Andrea giocava spesso. Chi sono? E poi: in paese si comincia a raccontare che non fosse poi questa mamma così attenta e protettiva come s’è detto finora. Affidava forse il figlio a qualcuno? Un qualcuno che può avere tradito la sua fiducia, ma che se esiste è bene che venga fuori.
Si va consolidando infatti uno scenario sconvolgente: chi indaga è ormai convinto non soltanto del movente sessuale dietro il sequestro e l’omicidio del bambino (suffragato oltretutto dalla circostanza delle mutandine scomparse), ma che le molestie andassero avanti da tempo. E purtroppo è più di un sospetto atroce: il pedofilo che ha avvicinato il piccolo, e che sabato mattina l’ha ucciso, da tempo lo aveva circuito. Ci sono indizi inequivocabili. Indizi e non prove certe, però.
I FILMATI DA VISIONARE
Le telecamere, per dire, finora sono state una delusione: il piccolo Loris continua ad essere un fantasma. Non lo ha visto nessuno la mattina che scomparve, continuano a non vederlo nemmeno ora che un squadra di investigatori passa in rassegna i video. Gli inquirenti hanno una montagna di materiale da visionare, calcolati in 4 Terabyte, pari a 1000 ore. E oltretutto sono filmati molto diversi per qualità.
In paese ci sono almeno 40 telecamere, alcune modernissime, di buona definizione, e a colori, altre antiquate, in bianco e nero, con immagini sgranate, poco utili. Ci vorrà molta pazienza e molta fatica per visionare tutto questo materiale video, che potrebbe essere ancor più incrementato dopo che la procura ha fatto lanciare un appello a tutti, privati cittadini e società, affinchè le immagini di questi giorni siano conservate e messe a disposizione degli investigatori.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 3
Da quei video gli investigatori speravano di tirare fuori la prova regina che sgombrasse il campo di tante false piste. Se non c’è ancora una pista privilegiata, c’è però da ieri un indagato. Il cacciatore Orazio Fidone, l’uomo che aveva trovato il corpo del bambino, dopo ben due interrogatori-fiume, una perquisizione in casa con sequestro di indumenti, e il sequestro di due auto, è finito sul registro degli indagati. Non tanto per il ritrovamento in casa sua di munizioni non dichiarate e di un residuato bellico, ma perché era indispensabile indagarlo nel momento in cui iniziavano gli accertamenti tecnici sui capelli rinvenuti nella sua macchina.
«Un atto dovuto», è stato spiegato. Che però mette il cacciatore in cattiva luce in paese. E come lui, tutti quelli che finiscono convocati in questura. Si rischia di passare per presunti colpevoli.
2. I VIDEO SENZA IL BAMBINO E LA VERSIONE DI VERONICA
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 1
Ci sono dettagli che non tornano nel racconto di questa madre che sembra l’affresco del dolore. C’è, tanto per citare il più importante, che non si può raccontare di essere andata a scuola ad accompagnare i suoi figli e comparire poi nei video delle telecamere disseminate in ogni angolo con uno solo dei due bambini e con l’altro, quello ucciso, che non si vede mai dove in teoria dovrebbe essere.
Ma c’è anche il racconto dei vigili urbani davanti alla scuola: «Venne da noi a chiedere aiuto per il figlio scomparso», dicono. È una reazione comprensibile, certo. Ma una mamma, qualsiasi mamma, dopo aver aspettato invano l’uscita del proprio figlio, non vedendolo arrivare avrebbe chiesto per prima cosa informazioni alle maestre all’interno della scuola. Non aiuto agli agenti della polizia municipale in piazza.
il ritrovamento di andrea loris stival
Basterebbero questi due soli particolari a giustificare la convocazione di ieri sera in questura e verbali chilometrici. Ma Veronica non ci è rimasta a lungo: solo il tempo di chiarire qualche aspetto che agli investigatori è sembrato un’incongruenza (va ricordato, non è né indagata né sospettata). Probabilmente avrà sciolto il nodo misterioso degli slip ritrovati ieri mattina proprio davanti alla scuola Falcone e Borsellino che Loris frequentava.
Di colore blu con un disegno inciso sul davanti. La funzionaria della polizia scientifica che glieli ha descritti ha parlato di indumento «simile» con quelli che Loris indossava la mattina della scomparsa e che non aveva addosso quando è stato ritrovato ucciso. Quel «simile» veniva dalle risposte di Veronica, ovvio, che però sembra abbia poi fatto marcia indietro, non è chiaro se dopo averli visti fisicamente oppure semplicemente ripensando alla descrizione della poliziotta.
La parte più strana di questa storia è paradossalmente la più verificabile, anche se per farlo ci vorrà molto tempo. Parliamo delle telecamere e delle registrazioni che i carabinieri stanno passando al setaccio ormai da quattro giorni e che sono tantissime perché Santa Croce Camerina fa parte di un progetto di sicurezza telematica che è finanziato dalla Comunità Europea e che ha trasformato le vie del comune in una specie di luogo da Grande Fratello.
La questione è semplice. In nessuno dei video fin qui visionati si vede il bambino camminare, né solo né in compagnia, vicino al punto in cui sua madre dice di averlo lasciato. Ma il fatto è che non lo si vede nemmeno sull’auto di Veronica che mille «occhi» elettronici osservano da quando esce di casa a quando rientra. Può darsi che sia pura sfortuna: magari le inquadrature riprendono il passaggio della Polo dal lato sbagliato o non sono abbastanza nitide da individuare la sagoma del ragazzino. Eppure il fratellino più piccolo si vede.
il ritrovamento di andrea loris stival
Anzi, contrariamente a quanto era stato detto nei giorni scorsi, sarebbe soltanto il bimbetto di quattro anni, e non tutti e due i fratellini, a comparire nel filmato iniziale: cioè quando Veronica esce, carica il piccolo in macchina e parte, verso le 8.15-8.20.
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 4
«Il fatto che Loris non si vede non significa che non ci sia» spiega un investigatore. Ed è proprio per cercare conferme definitive su quest’aspetto che ieri pomeriggio il capo della squadra mobile, Nino Ciavola, si è fatto portavoce dell’ennesima richiesta di aiuto della procura: segnalateci eventuali telecamere non visionate o particolari che vi sembrano interessanti per le indagini.
davide e veronica stival genitori del piccolo andrea loris
Quelle che oggi sembrano contraddizioni potrebbero essere semplicemente il frutto dell’angoscia, prima, e della disperazione dopo la morte di Loris. Ma l’eventuale conferma della mancanza del bambino in auto aprirebbe certo interrogativi e dubbi sull’intera versione di Veronica. Che senso avrebbe dire che ha portato il bambino a scuola? E a quel punto gli inquirenti sarebbero autorizzati a ipotizzare scenari e luoghi diversi per ricostruire le ultime ore di vita del bambino.
A Santa Croce si racconta della fragilità psicologica di Veronica e delle due volte che avrebbe tentato il suicidio, la prima tanti anni fa e l’altra più di recente.
In questi giorni non la lasciano sola nemmeno un istante, lei sembra il fantasma di se stessa, cammina sempre sorretta da qualcuno e non sa più la differenza fra il giorno e la notte. Il sole e il buio sono diventati la stessa cosa.