Maria Elena Vincenzi per “la Repubblica”
La procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per l' imprenditore Alfredo Romeo e per il dirigente Consip Marco Gasparri, entrambi accusati di corruzione. È stato proprio quest' ultimo ad ammettere di aver ricevuto 100mila euro in diverse tranches dall' avvocato partenopeo per aiutarlo nella gestione degli appalti. Non a caso Romeo, come emerse dall' ordinanza di custodia cautelare che lo portò in carcere il primo marzo scorso, lo chiamava il "prototipatore".
I pubblici ministeri probabilmente pensavano da tempo all' immediato. Proprio per questo, circa un mese fa, avevano fissato l' interrogatorio di Gasparri in incidente probatorio. In quell' occasione il "facilitatore" ha cristallizzato le accuse: «Dal 2012 al 2016 ho ricevuto 100 mila euro in cambio di notizie relative ai bandi di gara Consip».
È stato lui stesso a definirsi «a disposizione di Romeo». Oggi l' avvocato di Gasparri, Alessandro Diddi, depositerà un' istanza per rimarcare che nel caso del suo assistito «non ci sono i presupposti per chiedere l'immediato». Poi la decisione toccherà al gip Gaspare Sturzo che ha seguito il processo sin dall' inizio: fu lui a firmare l' ordinanza di custodia in carcere per l' imprenditore. In caso di accoglimento, gli indagati potranno comunque scegliere un rito alternativo, ovvero l' abbreviato.
Si tratta del primo filone dell' inchiesta Consip che finisce a processo. D' altronde, con la confessione di Gasparri, secondo la procura, la vicenda è abbastanza chiara.
Molti filoni rimangono ancora aperti. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi sono al lavoro su una serie di episodi. Innanzitutto la questione della turbativa d' asta sul mega appalto "Facility Management 4", un affare da 2,7 miliardi di euro che aveva solleticato l' appetito di Romeo. E forse non solo il suo: nelle scorse settimane i carabinieri del nucleo investigativo di Roma (ora delegati alle indagini) sono andati in Consip per una serie di acquisizioni.
Poi ci sono i falsi commessi dall' ufficiale del Noe nell' informativa depositata in procura. Vicenda per la quale è indagato il capitano dei carabinieri Giampaolo Scafarto.
Non da ultimo, nel mirino dei pm ci sono le questioni che in questi mesi hanno scosso la politica. Ovvero le accuse a Tiziano Renzi, padre dell' ex premier Matteo, indagato per traffico di influenze e quelle per rivelazione del segreto d' ufficio e favoreggiamento. Reati che vengono contestati al comandante generale dell' Arma, Tullio Del Sette, a quello della Toscana, Emanuele Saltalamacchia e, soprattutto, al ministro dello Sport, Luca Lotti.