Flavia Guidi per www.vice.com/it
Tra porno amatoriali, false identità e preservativi, le giornate dei tecnici del computer di Milano non sembrano affatto noiose.
file imbarazzanti sul computer
Nella mente di molti, i computer sono oggetti che funzionano in modo quasi magico, e coloro che si occupano di aggiustarli persone che stanno in negozietti bui e polverosi, maneggiano hard disk e si esprimono in un linguaggio criptico.
Qualche tempo fa mi sono trovata a parlare con uno di loro, e sentirlo raccontare della quantità di situazioni paradossali e scoperte assurde in cui incappa nel suo lavoro mi ha fatto decisamente rivalutare la categoria. Perché noi affidiamo le nostre intere esistenze ai computer, e scaricando file, svuotando cestini e chiudendo pop up facciamo un sacco di cose più o meno imbarazzanti. Ma a volte è solo dopo essere passati per l'assistenza tecnica che ce ne rendiamo conto—e loro sono lì ad aspettarci al varco con ancora negli occhi il riflesso del contenuto di cartelle di cui avevamo dimenticato l'esistenza.
Queste sono le storie più assurde che ci hanno raccontato alcuni tecnici del computer di Milano e dintorni. Dal momento che i sessantenni incapaci di collegare il monitor alla presa elettrica fanno ridere fino a un certo punto, le testimonianze qui di seguito si concentrano sul lato NSFW della faccenda.
INTERVENTI RISCHIOSI
file imbarazzanti sul computer
Un pomeriggio, un nostro cliente, chirurgo, ci ha chiesto di intervenire per risolvere un problema sul suo portatile. Era un problema di cui eravamo a conoscenza già da tempo e che da tempo rimandavamo aspettando il momento propizio: cambiare il disco fisso. Mentre mi accingevo a copiare su un disco esterno i file presenti sul disco morente, per poi installarne uno nuovo e ripassare i file copiati, tra i vari video dei suoi interventi mi è caduto l'occhio su alcuni video con un'anteprima un po' "spinta".
Approfittando di una sua breve uscita dalla stanza ho curiosato tra le cartelle, scoprendo una collezione di video amatoriali scaricati da Internet, insieme a quelli che probabilmente erano video privati di lui e sua moglie.
Dopo qualche minuto il chirurgo è tornato accompagnato da un collega, a cui doveva mostrare delle riprese di un suo intervento. Ho sospeso momentaneamente la copia e ho lasciato a lui il controllo del portatile. Navigando nelle cartelle ha avviato un video, ignaro del fatto che si trovasse nella playlist "sporca". Terminata la visione dell'intervento, è partito in play uno di quei video amatoriali.
Nella stanza eravamo in quattro, loro due e un mio collega. È caduto un silenzio di tomba, il chirurgo è sbiancato, ha accennato qualche parola senza senso e poi ha chiuso di colpo il portatile uscendo dalla stanza senza voltarsi. Io e il mio collega siamo rimasti a fissarci allibiti, mentre l'altro chirurgo aveva ancora la bocca spalancata e le mani sulle guance.
LATI OSCURI
Un giorno è arrivato in ufficio un ragazzo che avrà avuto una ventina d'anni. Aveva un'aria simpatica ed era alla mano; si trattava del figlio di un amico del capo, e ci ha chiesto gentilmente di fare una copia dei suoi file e di formattare il portatile. Di solito lavoriamo solo per clienti aziendali, ma ho deciso di fare un'eccezione e mi sono messo subito al lavoro.
Nel passare i file, che su sua indicazione dovevo scremare manualmente, mi sono imbattuto in uno dal titolo "LEGGIMI - MOLTO IMPORTANTE". Pensando che si trattasse di un file proveniente da qualche residuo di programmi o installazioni, ho aperto per controllare cosa farne. Inaspettatamente, mi sono trovato davanti a una sorta di diario maligno pieno di dettagli da far accapponare la pelle. Ovviamente ho girato subito il file a un collega, che lo ha passato a un altro collega, e in poco tempo quel testo ha fatto il giro dell'ufficio. Quel giorno non abbiamo parlato d'altro, e più ne parlavamo più avevamo paura.
In pratica si trattava di pagine piene di ingiurie, maledizioni, sfoghi d'ira e imprecazioni verso familiari e amici, a cui augurava la morte o ogni tipo di sciagura.
Quando è venuto a ritirare il computer lo abbiamo servito gelidi. Dietro l'aria solare si nascondeva un lato oscuro. Molto oscuro.
DIMENTICANZE IMBARAZZANTI
L'intervento era una ripartizione di routine, e il cliente una signora per cui avevamo già lavorato in passato. È passata da noi all'orario prestabilito e ci ha lasciato la sua borsa con dentro il portatile, chiedendoci di dargli una controllata e—se lo avessimo reputato necessario—di aggiornare la memoria.
Sbrigate altre faccende, dopo qualche ora ero pronto per dedicarmi al suo caso. Ho aperto la borsa, ho tirato fuori il computer e, tastando con le mani per cercare il caricabatterie, ho toccato una cosa dalla forma inconfondibile: un cilindro lungo con "increspature".
Ho dato un'occhiata e ho trovato un dildo elaboratissimo con tanto di vibratore alla base e lubrificante. Trattandosi di una donna particolarmente affascinante, non appena l'ha visto il mio collega ha insistito per occuparsi personalmente del controllo e verificare che nel computer non ci fossero altre cose "interessanti". Alla fine non c'era nulla, ma da allora quella cliente non è mai più tornata.
DIMENTICANZE IMBARAZZANTI/2
Una volta aprendo un PC per sostituire un hard disk andato ci ho trovato la confezione di un preservativo che rallentava la ventola del processore, causando il surriscaldamento.
GROSSI TRAFFICI
I martedì sono orrendi. Non so perché, ma partono sempre male. Una volta ci hanno chiamato d'urgenza da una clinica ospedaliera, e arrivati sul luogo abbiamo trovato una fila interminabile di persone, tutte visibilmente incazzate. Abbiamo appreso che tutta la rete era giù—dai macchinari per gli esami alle prenotazioni CUP, e la situazione era così dalle sette del mattino.
Abbiamo cercato di risalire al problema collegandoci direttamente al rack dello stabile (la cabina che contiene apparati e collegamenti verso l'esterno), e così abbiamo scoperto che internet andava, ma la rete interna no. Fatte le verifiche agli apparati e confermato che—se isolati dalla rete interna—funzionavano, abbiamo capito che il problema non era l'infrastruttura "fisica" in sé, ma ciò che viaggiava in essa.
Per farla breve: la colpa era di uno dei dottori della clinica, che vedendosi un video porno in pieno orario di lavoro aveva scaricato un dialer che aveva finito per infettare 25 computer. Lo abbiamo scoperto solo dopo che ci è stato concesso di rastrellare ogni computer in profondità, uno per uno. Ci sono volute otto ore e mezzo, e consultato in merito il dottore non ha saputo dir altro che "non era intenzionale, su Internet trovi tanta pubblicità che installa cose automaticamente!" Peccato che quel programma doveva essere installato manualmente.
DOPPIE VITE
Una volta un cliente mi ha chiesto di aprirgli un account su un sito di incontri e di insegnargli a inserire descrizione e foto. Visto che ero il suo tecnico di fiducia, mi ha chiesto di custodire password e nome utente, dato che lui era smemorato e ovunque li avesse salvati prima o poi se li sarebbe scordati.
Così è successo, e qualche tempo dopo è tornato chiedendomi di aiutarlo "con quel favorino" [cit.], perché per qualche motivo non riusciva più ad accedere. Così ho recuperato nome utente e password e, con lui accanto, mi sono apprestato a entrare sul sito. Ho fatto login e, dato che voleva che gli reimpostassi la password, sono finito inevitabilmente sul suo profilo. Solo che la persona sullo schermo non era il signore di mezza età che avevo davanti, ma una donnona truccata, con una doppia vita a tutti gli effetti.