1. RICERCATO FA ULTIMA BEVUTA AL BAR, CHIAMA 113 E SI CONSEGNA
RIENTRATO IN ITALIA SI FA ARRESTARE A VICENZA
(ANSA) - Ricercato per espiare una condanna a oltre 4 anni di reclusione si è concesso un'ultima bevuta al bar da dove ha poi chiamato il 113 per farsi arrestare. E' accaduto a Vicenza dove un 44enne tunisino con numerosi precedenti resistenza a pubblico ufficiale, evasione e spaccio di stupefacenti, ha chiamato la questura riferendo agli agenti della Centrale Operativa di essere rientrato da pochi giorni in Italia e di dover espiare una condanna di quasi 5 anni di reclusione.
Sul posto è stata inviata una 'volante' con gli agenti che hanno individuato il ricercato che, messo giù il bicchiere sul banco, si è consegnato spontaneamente. Condotto in questura è stata accertata l'identità dello straniero e confermato il racconto in relazione alla sua latitanza: in effetti, a carico del tunisino. risultava pendente un ordine di carcerazione per la espiazione di una condanna definitiva a 4 anni e 8 mesi di reclusione, emesso dal Tribunale di Vicenza quale esito di un cumulo di pene. L'uomo, che si è mostrato sin da subito collaborativo, è stato quindi condotto al carcere berico.
2. UBRIACO CONFIDA A POLIZIA TRUCCO PER ELUDERE I DOMICILIARI
NEI CONFRONTI DELL'UOMO È STATO DISPOSTO IL CARCERE
(ANSA) - Ubriaco confessa alla polizia di essere solito chiamare la guardia medica, senza alcun bisogno, per eludere gli arresti domiciliari e il magistrato di sorveglianza dispone per lui l'accompagnamento in carcere. E' accaduto a Perugia. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l'uomo, un italiano di 50 anni, aveva chiamato il numero unico di emergenza per via di un diverbio con alcune persone che si trovavano vicino alla sua abitazione.
All'arrivo degli agenti, il 50enne, visibilmente ubriaco, è stato trovato fuori dal proprio domicilio, in violazione delle prescrizioni disposte del magistrato di sorveglianza di Perugia. Alla presenza dei poliziotti ha poi chiamato nuovamente il numero di emergenza, dichiarando di doversi recare dalla guardia medica, per poi confidare agli agenti di utilizzare questo stratagemma per eludere le disposizioni del giudice.
Il fatto è stato segnalato dalla polizia all'ufficio di sorveglianza di Perugia il cui magistrato ha disposto nei confronti del 50enne l'immediata sospensione dei domiciliari e l'accompagnamento in carcere. Gli agenti della squadra volante della questura di Perugia hanno quindi raggiunto l'uomo presso la sua abitazione e, dopo avergli notificato il provvedimento, lo hanno accompagnato presso la casa circondariale di Capanne.