DATE UNA MANO ALLA REGINA – ELISABETTA USA UNA MANO FINTA PER SALUTARE QUANDO È IN AUTO: LA RIVELAZIONE DELLA PRINCIPESSA ANNA AL BIOGRAFO DI “LILYBET”: “QUANDO HA BISOGNO DI TIRARE UN PO’ IL FIATO RICORRE A QUEST’ARMA SEGRETA” – NIOLA: “SE IL VERO LUOGO DEL POTERE È NEI SIMBOLI, ALLORA LA MANO MORTA DELLA REGINA È PIÙ VIVA DI QUELLA VERA”

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1 – LA REGINA ELISABETTA USA UNA MANO FINTA PER SALUTARE: L'INCREDIBILE SEGRETO

Ida Di Grazia per www.leggo.it

 

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La Regina Elisabetta è la sovrana più longeva e amata di tutto il Regno Unito. In 66 anni di regno, tra alti e bassi la sua immagine è rimasta immutata: completi dai colori vivaci, cappellini vistosi e guanti bianchi. Il suo saluto è uno dei gesti più imitati al mondo, ma nasconde un segreto: quando Elisabetta II è in auto, per salutare usa mano finta.

 

Una rivelazione questa che ha dell'incredibile, ma che è stata svelata dalla  principessa Anna, al famoso biografo reale Robert Hardman autore della biografia “Queen Of The World” da poco uscita in Gran Bretagna.

 

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Il motivo è tutt'altro che irrispettoso: «Quando la Regina ha bisogno di tirare un po’ il fiato ricorre a questa arma segreta, un marchingegno di legno formato da una mano finta montata su un bastone, che viene avvolta con un guanto identico a quello che la sovrana indossa davvero quel giorno».

 

A 92 anni The Queen può permettersi tutto, anche utilizzare qualche stratagemma come questo, che è stato un regalo di alcuni studenti australiani: «Per far muovere la mano da una parte all'altra basta azionare una leva. All'iniziaio temevamo fosse un regalo un po' sfacciato da fare - ha spiegato la figlia Anna -  ma Sua Maestà era elettrizzata». God save the Queen.

 

2 – LA REGINA ELISABETTA E LA MANO DI SCORTA PER SALUTARE I SUDDITI

Estratto dell’articolo di Marino Niola per “la Repubblica”

 

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E invece è proprio questa teatralità a costituire da sempre l' essenza simbolica del potere regio. Non a caso, nelle monarchie europee e in alcuni grandi regni africani si è ritenuto a lungo che la vera sede dell' autorità fosse la mano destra, quella che impugna lo scettro e che saluta il popolo.

 

Per questo, nei cerimoniali della successione al trono, al nuovo re veniva consegnata in pompa magna la mano destra del suo predecessore. Per sottolineare che il regno passa letteralmente di mano in mano.

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Proprio come il testimone di una staffetta. E in fondo la sovranità è una corsa a ostacoli con l' eternità. Un gioco a nascondino con la storia e le sue incognite. Nel senso che il corpo reale può anche indebolirsi o morire. Ma la sua funzione pubblica deve rimanere al riparo dai colpi della vita. Per questo i giuristi medievali dicevano che il re, ad immagine e somiglianza di Cristo, ha due corpi.

 

Quello fisico, che nasce e muore. E quello politico, che coincide con l' immortalità del corpo sociale. Alla corte d' Inghilterra e di Francia nel Rinascimento si fabbricavano addirittura manichini di legno che raffiguravano il sovrano e lo sostituivano sul trono quando era malato.

 

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Proprio per non lasciare il seggio vacante nemmeno per un solo momento. Per scongiurare il vuoto dell' interregno. Ecco perché la longevissima Elisabetta può avere tutti gli acciacchi dell' età, ma la sovranità non può avere l' artrosi, né il gomito del tennista. E mostrarsi in salute è per lei un obbligo dinastico.

 

In questo senso, la manina automatica è finta, ma autentica. Come tutti i rituali pubblici. Se il vero luogo del potere è nei simboli, allora la mano morta della regina è più viva di quella vera.

 

 

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