IL DIALOGO TUTTO MIELE E SGUARDI INTENSI TRA JOHN ELKANN E SAM ALTMAN – ALLA “ITALIAN TECH WEEK” DI TORINO YAKI HA ANNUNCIATO UNA PARTNERSHIP CON OPENAI GRAZIE ALLA QUALE LA SOCIETÀ AMERICANA AVRÀ ACCESSO AGLI ARTICOLI DI “REPUBBLICA” E “STAMPA” PER ALLENARE LA SUA INTELLIGENZA ARTIFICIALE – IL DAGO-FLASH: LA “TECH WEEK” È STATO SOLO IL PROLOGO PER UN BOMBASTICO ANNUNCIO DI JOHN ELKANN, CHE RIMBALZERÀ SULLE PRIME PAGINE E SUI SITI DI TUTTO IL MONDO…

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Estratto dell'articolo di Claudia Luise per www.lastampa.it

 

colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 4 colloquio tra john elkann e sam altman all italian tech week di gedi 4

Dobbiamo sognare quello che ci può catapultare al livello successivo del progresso umano». L’innovazione, il sogno, il progresso. E la qualità di vita, da migliorare per far crescere l’umanità. Sono questi i fili conduttori del dialogo tra John Elkann, amministratore delegato di Exor e presidente di Stellantis e Ferrari, e Sam Altman, cofondatore e amministratore delegato di OpenAI, la società che ha sviluppato ChatGpt. […]

John Elkann. «Sono state 24 ore piene di eventi».

 

Sam Altman. «Sì, certo. Sono davvero grato per tutto ciò che hanno fatto, è stato un lavoro fantastico e una delle cose che mi rende soddisfatto è aiutare le persone di talento a crescere. Poi, se vogliono fare qualcosa di nuovo, va bene, fa parte del nostro ecosistema. Allo stesso tempo, sono davvero lieto di poter lavorare con nuovi leader. Speriamo che ci sarà una bella transizione che ci possa aiutare a diventare sempre più forti. Si parlava di una ristrutturazione ma non è assolutamente vero: abbiamo discusso su quello che ci vuole per passare a uno stadio successivo, semplicemente ci sono persone che sono pronte per un nuovo capitolo della loro vita. Anche tu hai attraversato tanti cambiamenti, ti ho sempre ammirato per come li hai affrontati».

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J. E. «Effettivamente è stato interessante trascorrere insieme queste ultime 24 ore. Abbiamo potuto analizzare come le società di fatto si evolvono, cambiano e sono organizzazioni vive. La cosa più importante è essere in grado di lavorare con persone di talento: io sono stato fortunato, ho avuto questa possibilità. È rassicurante lavorare con persone che poi si evolvono e riescono a creare cose bellissime».

S. A. «È fantastico lavorare su una tecnologia così fondamentale, possiamo davvero cambiare le vite delle persone. La nostra tech company è quella che sta crescendo forse più rapidamente».

 

J. E. «La vostra società sta generando miliardi di dollari. Quello che possiamo comprendere dalla vostra storia è che le aziende possono diventare rapidamente molto grandi».

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S. A. «Sarebbe stato impossibile immaginare l’esperienza che poi di fatto ho vissuto. Ci sono stati altri casi ma non si comprende cosa vuol dire finché non si vive. È un’avventura, e siamo solo all’inizio. Abbiamo già iniziato a fornire prodotti favolosi, ma ce ne saranno di ancora più sorprendenti. C’è voluto tempo per comprendere l’aspetto scientifico del prodotto, ma ora inventeremo tool, strumenti, app che saranno molto utili a tutti».

 

J. E. «Ho imparato che quando si attraversano momenti di cambiamento, e l’ultimo anno è stato pieno di nuove sfide, è davvero importante rimanere concentrati».

chatgpt open ai chatgpt open ai

S. A. «Anche per me lo scorso anno è stato intenso quasi quanto un decennio. Ho imparato tantissimo, mai avevo appreso così tanto nella mia vita. Anche sulla missione che abbiamo di fronte».

J. E. «Proprio qualche giorno fa leggevo di quanto sia importante rimanere focalizzati, soprattutto quando si ha un ruolo di leadership, perché non scostarsi dalla traiettoria intrapresa è veramente importante. Quello che avete fatto, in termini di prodotti, è incredibile. Penso, ad esempio, alle evoluzioni dei comandi vocali. Le vedremo presto in Europa?

 

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S. A. «Il voice mode è davvero molto interessante, è magico quanto lo era all’inizio GPT: parlare al computer è una cosa naturale, lo sto utilizzando e ottengo sempre di più le risposte che cerco. Arriveremo anche in Europa, dobbiamo superare una serie di questioni regolamentari ma ci arriveremo, sono ottimista. Ci sono altri prodotti che stiamo lanciando e che lanceremo, un altro che vorrei menzionare è o1, uscito un paio di settimane fa, focalizzato sulle capacità di ragionamento. Noi siamo ovviamente orgogliosi quando lanciamo un nuovo prodotto ma poi ci chiediamo che cosa ne sarà dell’uso quotidiano delle persone e quindi attendiamo feedback: quelli che stanno arrivando dimostrano la sua validità. Non pensavamo che avrebbe aiutato le persone così tanto a fare cose. Si è passati già oltre lo stadio della semplice curiosità, sta ora alle persone anche creare valore».

 

J. E. «Mi sorprende la velocità nell’utilizzo di questi strumenti e la facilità con cui si impara. Siamo stati insieme in Ferrari e hai visto come la tecnologia ha consentito di fare passi avanti non soltanto nell’ambito dell’ingegneria ma anche per costruire l’esperienza di guida. Il voice mode può cambiare completamente il modo in cui si interagisce con l’auto». S. A. «Certo, avremo delle auto completamente diverse. Domani parleremo con le nostre auto».

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J. E. «Non vedo l’ora, forse non ci vorrà molto».

S. A. «Si può fare già adesso. È stato molto speciale per me visitare la Ferrari. È un’azienda iconica, ma davvero sono rimasto colpito dalla modalità di lavoro, dalla combinazione di ingegneria, design, passione, storia dell’automobilismo».

 

J. E. «È bello mostrare come l’evoluzione della tecnologia e la crescita personale vanno a braccetto. Se torniamo a quando l’intelligenza artificiale era un concetto astratto, OpenAI non esisteva: in quel periodo ho cercato di stimolare in Italia un processo di innovazione grazie all’esperienza che vedevo nella Silicon Valley. Così è nato Vento, il capitolo italiano di Exor Ventures. Molte delle cose che sono partite da semplici conversazioni, si sono ora sviluppate. Nonostante i moltissimi ambiti in cui spazi, forse con OpenAI alcuni dei tuoi interessi invece sono venuti meno, mentre all’inizio avevi un approccio apertissimo».

 

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S. A. «È bello, a un certo punto, focalizzarsi, dalla vastità di interessi da cui si è partiti, su un aspetto più specifico. Per me è stato divertente essere investitore, giocare un piccolo ruolo in diverse aziende e oggi è interessante avere questo ruolo più importante e ampio in OpenAI. Le due tendenze a cui sono più interessato per i prossimi decenni sono l’energia e la diffusione che possiamo avere nel mondo dell’uso dell’intelligenza artificiale che poi devono insieme portare a un incremento della qualità della vita: più sostenibilità, migliore istruzione, migliore sanità».

J. E. «Sono stimolato da tante cose che succedono ma alla fine bisogna fare in modo di dedicare tempo alle proprie responsabilità. Nel contempo credo si debba avere la versatilità per comprendere il contesto, ciò che circonda. In modo da sapere dove va il futuro. Anche l’importanza dell’energia forse ancora non è completamente compresa».

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S. A. «Se non riusciremo ad avere energia decarbonizzata su vasta scala, non riusciremo a progredire. Le persone vogliono che il mondo migliori e l’energia è così essenziale. La decrescita è il movimento più pericolosa che abbiamo mai avuto. Dovremmo puntare ad una crescita sostenibile di massa: se possiamo avere abbondanza di energia, se possiamo rendere l’intelligenza artificiale disponibile a tutti, ecco che le cose inizieranno a migliorare, il mondo progredirà. E credo che anche il nucleare farà parte del nostro futuro».

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L’auspicio per i due imprenditori è arrivare al 2050 «a non bruciare più carbone a livello globale. Un grosso impegno ma - concordano - così potremo avere energia pulita e potremo vivere una traiettoria di crescita senza precedenti».

 

J. E. «Ci sono altri fattori che, però, rendono vulnerabile questo progresso. Pensando al capitalismo, la libertà che ha consentito ha creato anche delle disparità. Quindi dobbiamo cercare di far sì che ciò che è auspicabile per il business lo sia anche per le persone. Nelle nostre aziende abbiamo sempre cercato di trovare questo allineamento perché così c’è una maggiore partecipazione allo sviluppo e più persone vogliono farne parte. Bisogna ragionare su come ridistribuire nel modo migliore possibile ciò che viene prodotto per renderlo accessibile».

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S. A. «Dobbiamo continuare a cercare di migliorare, però non dovremmo dare per scontato i “miracoli” a cui abbiamo assistito. Si può parlare della storia della tecnologia, ma bisogna anche parlare delle strutture e delle istituzioni create dalla società per rendere tutto questo possibile. Quindi dobbiamo far evolvere il sistema, bisogna avere passione e non perdere il “motore magico” che ci spinge in avanti».

 

J. E. «Quando pensiamo al motore magico che ci porta a innovare in un certo senso ci si chiede poi dove mettere l’accento: come rendere le cose meno negative o come renderle migliori. La nostra responsabilità come imprenditori è di essere al servizio dei clienti e delle persone per cui lavoriamo, assicurandoci veramente di non cadere nell’errore di perseguire “il meno peggio” ma di arrivare al meglio e all’eccellente».

meme pubblicato da elon musk su sam altman meme pubblicato da elon musk su sam altman

 

S. A. «La natura umana si focalizza troppo sul meno peggio, invece possiamo fare molto di più. Dobbiamo sognare quello che ci può catapultare al livello successivo del progresso umano. OpenAI ha impiegato quattro anni e mezzo prima di lanciare il primo prodotto. Le startup richiedono tanto tempo ma credo che sia veramente molto importante avere la convinzione e la dedizione nel considerare che sarà difficile, non riusciremo ad avere il successo immediato ma è così che si migliora il mondo. E se investiamo nel progresso tecnologico profondo, anche se spesso il successo non arriva subito, la vincita finale ripaga degli sforzi. Le startup sono rischiose, richiedono tanto tempo ma aggiungono nuovi strumenti a quelli che già abbiamo. Tra l’altro qui - alle Ogr - ci sono tanti talenti di svariati settori. L’ecosistema delle startup richiede maggiori risorse, ma lo spirito giusto c’è in questo luogo».

 

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J. E. «Sì, credo che questo abbia a che fare con ciò che abbiamo cercato di realizzare a Torino. L’iniziativa Vento cerca veramente di assicurare che si offra l’opportunità ai grandi founder di sperimentare. Poi abbiamo cercato anche di realizzare delle attività fisiche proprio come l’Itw. L’opportunità che abbiamo oggi è proprio il frutto di questa forma mentis legato alla mia storia imprenditoriale familiare di lungo corso. Fiat è stata fondata nel 1899, abbiamo avuto diverse ondate di rinnovo e cambiamento, in un certo senso secondo me quello che è veramente importante è cercare di motivare, e questo è vero soprattutto per Paesi come l’Italia. Non siamo solo la nostra storia, non siamo solo la nostra cultura, ma dobbiamo anche cercare di spingere le persone non solo a vedere queste cose con orgoglio ma anche a impegnarsi perché c’è ancora tanto da fare».

 

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S. A. «Apprezzo quello che hai detto e credo che ovunque, dove c’è una storia così ricca, si tende a essere fieri del proprio passato. Però bisogna essere lungimiranti, spingere verso il futuro e credo che questo sia un momento molto speciale per farlo. Ritengo che rivoluzioni tecnologiche come quelle che abbiamo visto ora con l’AI non sono molto frequenti. È in questo contesto che diventano possibili le energie creative più nuove. Siamo nel luogo in cui è nata l’industria ma credo veramente che questo sia il momento di impegnarsi nelle startup. Hanno un vantaggio incredibile proprio perché possono muoversi più velocemente e sono ricompensate moltissimo con questo loro dinamismo. Mi piacerebbe poter vedere in Europa e in particolare in Italia, tutte le cose che nella Silicon Valley funzionano bene. So che non è facile, so che ci vuole un cambiamento economico ma anche normativo della società, però lo auspico».

 

J. E. «È possibile riuscirci nonostante tutto».

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S. A. «Le persone riescono a fare cose incredibili a prescindere, però è anche una questione di ambiente. Ci vogliono tanti elementi affinché accadano i cambiamenti. Formare una comunità è importante perché rispetto al singolo può fare molto di più».

J. E. «Credo che la cosa importante sia non guardare agli alibi. Ci sono sempre dei motivi per cui le cose possono andare diversamente. La spinta che dovremmo darci noi e tutti voi qui nel pubblico in ultima analisi, è insistere dove si può. Alla fine arriveranno i risultati».

 

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S. A. «Questo momento è veramente molto speciale ed è proprio il periodo giusto per spingere verso il futuro. Arriveranno delle grandi società in tutto il mondo, magari partiranno da qui e questo è l’inizio di una vera rivoluzione tecnologica. La mia carriera ha avuto un ordine strano nel senso che normalmente, in Silicon Valley, prima si gestisce un’azienda per un po’, poi si diventa un investitore e poi si ci concentra sul progetto che è la propria passione. Io ho fatto il contrario, ho gestito una società ma non è andata molto bene all’inizio, non era la cosa giusta per me. Poi, però, sono diventato un investitore e ho creato un laboratorio di ricerca sull’AI che è il mio progetto portato avanti per passione. Non è che bisogna spingere l’ambizione su orizzonti impossibili».

sam altman - foto lapresse sam altman - foto lapresse

J. E. «È la differenza tra l’ambizione e l’illusione. Credo che la consapevolezza alla fine sia il fattore più importante».

 

S. A. «La prima cosa che mi viene in mente è la specificità rispetto alla non specificità, o piani definiti rispetto a quelli molto vaghi. Se si cerca di realizzare una cosa molto difficile che non è dimostrata, magari funziona, magari no. Però se si hanno motivi per i quali ci si crede, allora è ambizione. Una cosa che ho imparato più e più volte nella mia carriera è il valore di mettere un piede dopo l’altro. Fare errori e imparare dagli errori e correggersi. Questa ricetta secondo me è sicuramente la via per il successo».

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