DISEDUCAZIONE SESSUALE – IN ITALIA UN ADOLESCENTE SU CINQUE È SCHIAVO DEL PORNO: CI SONO MADRI CHE TROVANO NELLA CRONOLOGIA DECINE DI URL DI VIDEO HOT E CI SONO RAGAZZINI FINITI IN CHAT DOVE NON SOLO SI SCAMBIANO FILMATI A LUCI ROSSE, MA VENGONO CHIESTE LORO IMMAGINI PORNO - ADELIA LUCATTINI, PSICHIATRA DELLA SOCIETÀ PSICOANALITICA ITALIANA: "I RAGAZZI NON SONO IN GRADO DI DECODIFICARE CIO' CHE VEDONO RAPPRESENTATO. RISCHIANO DI CONFONDERE TRA…”

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Corrado Zunino per “la Repubblica”

 

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Da noi, i racconti della pornografia assunta in età da scuola media - uno su cinque ci si avvicina in quella stagione - passano attraverso le parole e le lacrime di Gabriella. È la madre di Giovanni, 12 anni. A Telefono Azzurro rivela, agitata: «Ieri ho guardato la cronologia di internet dal pc che usiamo in casa, mi è crollato il mondo addosso». Decine e decine di url di siti pornografici. Per un istante, mamma Gabriella, pensa siano connessi al marito. È fuori per lavoro, però. Giovanni, il figlio, ha solo dodici anni: «È davvero possibile sia stato lui?» È un ragazzino tranquillo.

 

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«Vedo che sta spesso al pc», dice la madre all'operatore del 19696, «e quando gli chiedo cosa sta facendo mi risponde che gioca con gli amici. Forse avrei dovuto controllarlo di più, ma come?» Negli ultimi mesi, ora che mamma fa mente locale, aveva notato un cambiamento nell'atteggiamento: «Stava sempre chiuso in stanza e anche quando scendeva per cenare aveva con sé il cellulare. Era costantemente connesso a una realtà parallela». La signora Gabriella, l'altra mattina, era turbata: «Gli ho subito parlato e Giovanni ha reagito con rabbia: "Hai violato il mio spazio, tu non puoi capire". Guardando quant' era lungo quell'elenco, ho pensato a quanti pomeriggi ci aveva trascorso sopra».

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Billie Eilish da Los Angeles lo ha detto al mondo: «La pornografia è una sciagura, credo di averla frequentata dagli undici anni. Mi ha devastato il cervello». Da noi, si passa per Telegram, con tutti i rischi connessi alla piattaforma russa. «Mio figlio », questa è Susanna, madre di Federico, 13 anni, «ha fatto parte di un gruppo all'interno del quale veniva scambiato materiale pornografico e pedopornografico». Federico, vivaddio, si è aperto con la mamma: «Ero curioso», le ha detto, «i miei amici lo facevano, sono entrato nel gruppo e ho chiesto un video porno con persone della mia età. Mi hanno inviato un file e io ho scaricato un filmato di un uomo con una bambina. Ce l'ho ancora qui, sul cellulare».

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Federico è rimasto scalfito dalla visione, nei giorni successivi ha faticato a dormire, ha avuto incubi. Non era finita: «Su quella chat, mamma, ho conversato con un utente che mi ha offerto il video di una ragazza, ma prima voleva vederne uno mio. Mi sono spaventato e mi ha fatto schifo. Pensavo fosse una cosa normale, tutti alla mia età lo fanno, ma è stato orribile». Luigi Cancrini, psicoanalista di lunga esperienza, dice: «Vedo troppi adolescenti che del sesso pensano di sapere tutto e sono, invece, digiuni nell'alfabeto delle emozioni.

 

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L'accesso precoce alla pornografia online ha creato in questa generazione un divario enorme tra sentimento e sessualità». Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, dice: «Troppi colleghi pensano che la pornografia sia liberatoria, invece è un'automobile in mano ai bambini. Vanno fatti scendere, se no si schiantano». In Italia, Pornhub ha venti milioni di frequentatori. Il Servizio 114, Emergenza Infanzia, nel 2019 ha ricevuto 2.798 segnalazioni relative a contenuti pedopornografici (erano state 1.087 nel 2018 e 1.250 nel 2017). Al 66 per cento dei preadolescenti e degli adolescenti è accaduto di vedere storie inaspettate online: nel 23 per cento dei casi erano immagini sessualmente esplicite.

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Già. Tra la popolazione giovanile il 26 per cento ha conosciuto il sexting (l'invio di messaggi hard), il 21 per cento dei dodicenni ha messo online immagini proprie senza rifletterci. Il professor Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro, spiega: «I ragazzi accedono alle piattaforme senza controllo dell'età, i genitori scoprono il problema per caso. La pornografia adolescenziale è un'emergenza di cui si parla poco. Non lo fa la scuola e gli adulti non hanno consapevolezza dei comportamenti dei figli». Il porno ai tempi d'oggi è ultraviolento, necessariamente maschilista: le donne acconsentono a qualsiasi perversione chiesta, imposta.

 

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«Abbiamo certificato gruppi di ragazzi che aggredivano una compagna dopo aver condiviso materiale porno». Altri guadagnano token - gettoni traducibili in soldi - «dall'esposizione del proprio corpo e delle attività sessuali con coetanei». La pandemia, sì, ha allargato la base di piattaforme come OnlyFans. 150 milioni che possono scambiare sesso altrove vietato. Tra i creator italiani del sito c'è Ciro Di Maio, conduttore e attore tv arrestato il 24 agosto per aver acquistato droga dello stupro. «Dietro certi comportamenti suicidari », è ancora Caffo, «ci sono storie che i ragazzi non riescono a cancellare dai social». Un genitore? «Deve parlare con il figlio, limitare i danni, aiutarlo a elaborare il sicuro senso di colpa che presto proverà».

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2.«NON CAPISCONO QUELLO CHE VEDONO SERVE SPIEGARE, NON COLPEVOLIZZARE»

Val. Arc. per “il Messaggero”

 

«Educazione sessuale». Per Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa), è questo l'unico modo per evitare che la pornografia distrugga la sessualità dei bambini e degli adolescenti. Un po' come è successo alla cantante americana di Billie Eilish, che ha raccontato come la pornografia gli ha distrutto il cervello.

 

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 Professoressa, i bambini e i giovani in generale sono così attratti dal porno?

«I giovani guardano immagini e video pornografici solo perché li hanno facilmente a disposizione. Non ci sono altri motivi. I bambini e gli adolescenti sono curiosi, ma purtroppo non sono in grado di decodificare correttamente i comportamenti che vedono rappresentati e così rischiano di fare confusione».

 

Quali le possibile conseguenze?

«Il pericolo rappresentato da questo tipo di esposizione sono i possibili danni psicologici ed emotivi, dal momento che si tratta di contenuti privi di significati affettivi o relazionali e spesso contenenti esempi sbagliati, che mostrano per esempio aggressioni, rapporti incestuosi o violenza sulle donne. Il bambino quindi rischia di confondere tra aggressività e violenza. La prima, alle giuste dosi, non è dannosa, è ciò che noi chiamiamo narcisismo primario. La violenza invece è sempre un grave danno per la mente, non solo un esempio sbagliato».

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Cosa possono fare i genitori dinanzi a un pericolo così difficile da controllare? «Innanzitutto, i genitori dovrebbero evitare che i figli abbiano accesso al proprio telefono. Ma qualora questo accada, è necessario essere presenti e controllare attentamente quello che fanno. In generale è bene iniziare sin da quando sono piccoli a dare spiegazioni sulla vita sessuale, sul fatto che è una cosa naturale e che è un'espressione di sentimenti e amore. Al contrario, non bisogna colpevolizzare i ragazzi. Quello di cui hanno bisogno è della giusta educazione sessuale. A questo scopo ci si può anche affidare all'aiuto degli insegnanti a scuola, a un medico o anche ad un analista».

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Nei casi in cui il danno è già fatto, come comportarsi?

«Se bambini e adolescenti manifestano ad esempio una dipendenza da contenuti pornografici, attraverso problemi del sonno o crisi d'ansia quando vengono allontanati da smartphone o pc, dobbiamo considerare questo come espressione di un disturbo di natura depressiva o della personalità. A questo punto il problema è più serio e ha bisogno di essere affrontato con un professionista o uno psicoanalista dell'età evolutiva».

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