Beniamino Pagliaro per “la Stampa”
Sono davvero andati al Nord. Quando il 18 aprile il Canale di Sicilia inghiottiva centinaia di disperati, quando la polizia li sfollava alla Stazione centrale a giugno, quando si accampavano sugli scogli a Ventimiglia, quando la politica strepitava e concludeva poco, una voce continuava a ripeterci: non vogliono venire in Italia. Cercano il Nord Europa, non un Paese con la disoccupazione al 12,7%.
Il viaggio è continuato, con il miraggio delle imprese di Germania e Inghilterra, un parente o un amico che ce l’ha fatta in Svezia. La voce aveva ragione: sono andati al Nord, e il Nord si è attrezzato per l’arrivo. Da Calais all’Ungheria sono stati schierati soldati ed eretti muri. La Bulgaria, confine Sud Est dell’area Schengen, ha già in piedi un muro da quattro metri e mezzo: filo spinato, soldati e telecamere, lungo 80 chilometri. In Ungheria il governo Orban ha avviato la costruzione del nuovo muro da 175 chilometri: 900 militari sono al lavoro, e contano di concludere i lavori entro fine mese.
NUOVE ROTTE
L’Ungheria è diventata la porta d’entrata preferita dagli immigrati in fuga dal Nord Iraq in mano all’Isis e dall’infinita guerra civile siriana. Più sicura ed economica di una traversata nel Mediterraneo, la porta a Est ha registrato oltre 100 mila arrivi nei primi mesi del 2015. Nel 2014 le richieste d’asilo a Budapest erano state meno di 43mila, nel 2013 circa 18mila.
Tra calcoli e diverse tipologie di migranti, un ragionamento sui numeri è sempre complicato. Ma il grande flusso si è spostato a Nord. Nei primi giorni di agosto l’Italia ha accolto i migranti salvati dalle navi delle rinnovate operazioni in mare: 780 il primo agosto, 369 il 3 agosto a Reggio Calabria, solo ieri 427 a Vibo Valentia e 305 a Messina. Nelle stesse ore, in un solo colpo 4.500 migranti sono stati catturati nel tentativo di entrare in Ungheria.
Le ultime stime dicono che i rifugiati arrivati in Germania nel solo mese di luglio sono 79mila, e le richieste d’asilo da gennaio a luglio sono state 258mila. Il governo di Angela Merkel è dovuto intervenire, toccando il divieto - stabilito nel dopoguerra negli accordi con gli Alleati - di usare l’esercito per attività che non siano emergenze nazionali o vera e propria difesa. La politica tedesca discute del presunto affronto alla Costituzione, e nonostante Merkel goda di un ampio consenso nel Paese, ha scelto di intervenire: i militari costruiranno tendopoli e strutture sanitarie per i migranti.
Arrivano nel Regno Unito, disturbando le vacanze di David Cameron, e allora il fronte caldo è a Calais più che a Lampedusa. Al porto francese sulla Manica i prezzi dei trasporti illegali attraverso l’Eurotunnel sono raddoppiati dai 500 euro di due mesi fa ai mille. La tendopoli che a settembre ospitava 1.300 persone oggi ne ha oltre cinquemila. Aspettano il buio e tentano l’assalto al tunnel, con circa 400 tentativi a notte.
Spesso vengono bloccati, a volte muoiono. La politica borbotta, i trasportatori lamentano danni da 5 milioni di sterline per ogni diecimila tir fermi nella Manica, complicando ancora il rapporto tra Cameron e l’Europa in attesa del referendum sull’uscita dall’Ue. Chi arriva al Nord scrive comunque la pagina fortunata della storia contemporanea. Nel 2015 oltre duemila migranti sono già morti attraversando il Mediterraneo, secondo la stima diffusa ieri dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
PROBLEMA COMUNE
Nello stesso periodo del 2014 erano morte 1607 persone. La rotta italiana si conferma la più pericolosa: Italia e Grecia hanno registrato un flusso simile di migranti (97.000 e 90.500), ma 1.930 persone sono morte durante la traversata per l’Italia 60 verso la Grecia.
Anche l’uomo nascosto nella valigia, morto soffocato nel viaggio dal Marocco alla Spagna, era diretto a Nord. Meno di un mese fa, quando la Commissione europea provava a introdurre le quote di migranti da redistribuire, la riposta del Nord è stata scarsa e negativa. Ora i ministri francesi e inglesi chiedono solidarietà a Italia e Grecia, e lo staff di Merkel pensa a un nuovo vertice, a settembre, dopo le vacanze. L’immigrazione è o no, un problema europeo?
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